cora pearl-12

LA VITA, LE OSSESSIONI E GLI AMANTI DI CORA PEARL, LA BELLA CORTIGIANA INGLESE DIVENTATA UNA DELLE DONNE PIÙ RICCHE DI FRANCIA – NOTA PER LE ABILITÀ A LETTO, FACEVA PERDERE LA TESTA A RICCHI NOBILI CHE DILAPIDAVANO I LORO AVERI PUR DI AVERLA: LEI LI SPOLPAVA DELLE LORO RICCHEZZE E POI LI LIQUIDAVA – UN CANCRO LA TOLSE DI MEZZO A 51 ANNI IN POVERTÀ

DAGONEWS

 

 

cora pearl 7

Si faceva chiamare Cora Pearl, ma il suo vero nome era Emma Crouch. Aveva quasi 30 anni e aveva fatto molta strada da Plymouth: i suoi amanti erano gli uomini più ricchi d'Europa, principi, duchi e visconti. La ricoprivano di denaro, diamanti e case, rendendo questa donna inglese una delle più ricche e famose in Francia. Eppure la sua storia è poco conosciuta oggi. Ora un nuovo libro di Hunter S Jones, che disegna la storia sessuale nascosta della Gran Bretagna, racconta la storia di Cora, e delle altre come lei.

 

cora pearl 5

Mentre la regina Vittoria dava un esempio di fedeltà coniugale, rendendo popolare l'abito da sposa bianco per simboleggiare la verginità e dando il suo nome a un'epoca ormai sinonimo di pruderie, per molte donne la moralità era un lusso: alcune dovevano decidere se vendere i loro corpi o morire di fame.

 

Cora Pearl era una di loro: era nata nel 1835 e suo padre, un musicista, aveva abbandonato la famiglia quando Emma era piccola. Sua madre si risposò presto lei fu mandata in Francia per essere educata in un convento. Quando tornò in Inghilterra, rifiutò di vivere con sua madre e il patrigno e i suoi 15 fratelli e andò ad abitare con la nonna a Londra, dove iniziò a lavorare in un negozio di cappelli.

 

cora pearl 2

La paga era scadente e un giorno, tornando a casa dalla chiesa, fu avvicinata da un uomo che le propose di comprarle delle torte: lo seguì in una casa vicino a Covent Garden, ma l'uomo la fece ubriacare e la mattina seguente si svegliò accanto a lui. Per la sua verginità l’uomo, un mercante di diamanti, le diede cinque sterline (400 sterline di oggi).

 

Troppo imbarazzata per tornare da sua nonna, decise di sfruttare al meglio la situazione: con il denaro ricevuto comprò dei vestiti nuovi e iniziò a lavorare come prostituta, portando i clienti ai suoi nuovi alloggi, vicino a Covent Garden.

 

cora pearl 15

Si ribattezzò Cora Pearl, mettendo la sua vita precedente da parte: il suo aspetto e il suo fascino attirarono l'attenzione di Robert Bignell, un ricco uomo d’affari, di cui divenne l’amante. Bignell la portò a Parigi in visita e lei si innamorò della città. Quando lui le annunciò che era ora di tornare a casa, Cora gettò il suo passaporto nel fuoco.

 

Ricominciò da zero in una nuova città, fino a diventare l’amante di molti uomini facoltosi grazie al suo corpo curvilineo, al suo seno che veniva ammirato perfino dalle rivali e alle sue abilità sessuali. Era teatrale, ostentata e disinibita: le piaceva mostrare il suo seno perfetto in pubblico e si diceva persino che lo valorizzasse dipingendo di rosso l’areola attorno ai capezzoli.

 

cora pearl 13

Presto divenne l’amante del Duc de Rivoli che le dava denaro, gioielli, servi e cavalli. Intrattenne felicemente lui e i suoi amici mondani, ma si è rifiutò di diventare la sua amante esclusiva, preferendo l'indipendenza (e la possibilità di guadagnare di più).

 

Tra i nomi illustri entrati nel suo letto il principe adolescente Achille Murat e suo padre; il Principe d'Orange, erede al trono olandese; e ancora, il Duca di Morny, uno degli uomini più potenti di Parigi, e l'influente principe Napoleone, noto come Plon Plon, cugino e confidente dell'imperatore.

 

Due aristocratici russi e un diplomatico turco erano nel suo "harem" maschile e si sfidavano a chi la copriva maggiormente d’oro. Uno le diede un enorme cavallo d'argento, pieno di gioielli e oro e pagò la sorprendente somma di 10.000 franchi per una notte in sua compagnia. Nel frattempo, il principe Napoleone le regalava due case a Parigi, un'indennità di 12.000 franchi al mese e diamanti in abbondanza.

 

cora pearl 11

Era generosa con i suoi ospiti, ma anche terribilmente spietata: aveva l’abitudine di dilapidare gli averi di giovani ricchi e, dopo averli ripuliti, abbandonarli. Teneva i resoconti sui suoi amanti e sui loro regali: spendeva una fortuna, aveva tanti debiti e giocava e perdeva al casinò.

 

L'abbagliante regno di Cora si interruppe bruscamente quando scoppiò la guerra tra Francia e Prussia nel 1870. La Francia fu sconfitta, l'imperatore andò in esilio e il principe Napoleone fuggì a Londra, dove Cora cercò di seguirlo: le fu impedito di unirsi a lui al Grosvenor Hotel quando la direzione apprese della sua reputazione. Ironicamente, ora c’è una suite che porta il suo nome.

cora pearl 1

 

Tornata a Parigi, trasformò una delle sue dimore in una casa di riposo per soldati feriti, ma i soldi cominciavano a esaurirsi. A 37 anni si conquistò un altro amante, Alexandre Duval, di dieci anni più giovane, e quando spese tutta la sua fortuna, lo lasciò.

 

Sconvolto e incapace di vivere senza di lei, Duval fece irruzione a casa sua con una pistola con l’intenzione di ucciderla. Seguì una rissa con i suoi servi, durante la quale Duval si sparò accidentalmente. Lui sopravvisse, ma la reputazione di Cora no. Fu condannata per la sua insensibilità: era più preoccupata per il sangue sul suo bel tappeto che per la sopravvivenza di Duval.

 

cora pearl le prostitute di parigi

Ormai in disgrazia, fu costretta a lasciare Parigi. Anni dopo, quando le fu concesso di tornare, la sua fortuna era scomparsa e la sua bellezza era sul viale del tramonto, nonostante gli uomini la guardassero ancora con desiderio: ma i giorni di Cora come cortigiana erano finiti e fu costretta a prostituirsi a un basso livello, vendendo l’argenteria e tutti i doni dei tempi felici. Morì di cancro a 51 anni, nella semioscurità. Oggi Cora è ricordata non solo al Grosvenor Hotel, ma c’è anche un ristorante a Covent Garden, che porta il suo nome. Senza dubbio ne sarebbe stata felice.

cora pearl 9cora pearl 3cora pearl 6cora pearl 14cora pearl 4cora pearl 10

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…