myung-whun chung gatti fuortes meli

DAGOREPORT - NON C'E' SOLO IL TEATRO ALLA SCALA NELLE MANI DELL’ORCHESTRA CGIL: BENVENUTI ALLA ''FILARMONICA DELLA SCALA'', ASSOCIAZIONE PRIVATA COMPOSTA DAGLI STESSI ORCHESTRALI DIPENDENTI DEL TEATRO CHE HANNO FATTO UNA ORCHESTRA LORO - PER SUONARE CON LA FILARMONICA, FARE PROVE, SERATE E TOURNÉE OTTENGONO FERIE DALLA SCALA DI CUI SONO DIPENDENTI FISSI. E SCELGONO LORO I DIRETTORI CHE LI DIRIGONO PER LA FILARMONICA E CHE POI, GUARDA IL CASO DI MYUNG-WHUN CHUNG, SONO ANCHE QUELLI CHE NON DISPIACCIONO LORO COME DIRETTORI MUSICALI DEL TEATRO ALLA SCALA - E CHI NON E' GRADITO AL SOVIET DELL'ORCHESTRA FA LA BRUTTA FINE DI MUTI E DI FUORTES... - OGGI ALLA 14.30 ALLA SCALA CI SARA' UN'ASSEMBLEA DEDICATA AI REFERENDUM COL SEGRETARIO CGIL LANDINI

LANDINI ALLA SCALA
Gianfranco Ferroni per https://www.thewatcherpost.it/

 
A Milano, Teatro alla Scala, assemblea dedicata ai referendum sul lavoro e alle condizioni di lavoro nel settore culturale, con il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

teatro la scala di milano

 

 

 

LA SCALA COREANA

Da “Posta e risposta” – “la Repubblica”

 

Caro Merlo, il coreano Myung-Whun Chung, sicuramente bravo, è stato nominato direttore musicale alla Scala anche perché ha la fiducia del sovrintendente Ortombina (lavoravano insieme alla Fenice).

 

Ma c’è un sacrificato d’eccellenza: il bravissimo Daniele Gatti, milanese. E Milano, come al solito, si è divisa: Verdi Wagner, Tebaldi Callas, Muti Abbado…

Antonio De Luca , Milano

 

Risposta di Francesco Merlo:

Il maestro Gatti è più giovane e più adatto all’Opera italiana. Il maestro Myung-Whun Chung è più portato per la musica sinfonica. Non so dire se sia un bene, ma nell’Italia sovranista la Scala è coreana.

Myung Whun Chung

 
DAGOREPORT
Nel 2005 l’orchestra della Scala decise che il “chitarrista” Mauro Meli, già sovrintendente a Cagliari, non dovesse diventare sovrintendente della Scala, come chiesto da Riccardo Muti ai consiglieri, in particolare a Fedele Confalonieri, allora presidente – oltreché di Mediaset – della Filarmonica della Scala e consigliere del teatro.
 
Al termine di un’aspra contesa, Meli non riuscì a insediarsi (fu, formalmente, nominato sovrintendente dal Cda ma si dovette dimettere dopo pochi giorni…) e l’orchestra voltò le spalle, dopo vent’anni, a Riccardo Muti (che “tramava” da Vienna). L’orchestra scioperò su un suo concerto e il super direttore si dimise.
 

riccardo muti

Gli fecero pagare anche quando, durante uno sciopero, anni prima muti si mise al pianoforte per far andare in scena una “Traviata”.
 
Nei decenni prima e dopo questo fatto, l’orchestra, spesso minacciando sciopero sul 7 dicembre, giorno in cui fari mondiali sono puntati sulla Scala, ha ottenuto quel che voleva: turnazioni complicatissime, straordinari appena si sfora, specie in trasferta quando è più complicato rispettare i tempi, un anno ci fu una discussione su chi dovesse lavare le camice all’estero…
 
Spesso sollevano importanti (ma spetta a loro?) problemi etici, tipo non fare una trasferta in Egitto a causa del caso Regeni, salvo poi lamentarsi di minori introiti pubblici e quindi arriva il sindaco, e presidente del teatro, dicendo che bisogna fare più trasferte guadagnando.
 

daniele gatti

Ogni anno lamentano “scarsi finanziamenti pubblici alla Scala”, che è una Fondazione di diritto privato sostenuta per una cifra che oscilla tra il 30 e il 40% da soldi che provengono proprio dalle tasse dei cittadini (anche quelli di cittadini che la Scala non sanno nemmeno cosa sia).
 
E non bruscolini: solo lo Stato mette circa 33 milioni di euro all’anno, buona parte del Fondo unico dello spettacolo, tanto che tutti gli altri teatri si lamentano di ciò.
 

Mauro Meli

Ovviamente, per ciascun spettacolo è impegnata solo una parte dell’orchestra. Nel prossimo spettacolo, “Il trittico” di Kurt Weill, ad esempio, una piccolissima parte. E gli altri? Un attimo… Gli orchestrali (è dubbio che, per legge, si debbano chiamare “professori d’orchestra”) sono dipendenti della Fondazione Teatro alla Scala, con le loro mensilità fisse, straordinari, tredicesime ecc. benefit ecc. Ma… attenzione, quando i concerti sono della Filarmonica della Scala non è la stessa cosa!
 
La Filarmonica della Scala è una associazione privata composta dagli stessi orchestrali dipendenti della Fondazione Teatro alla Scala che hanno fatto una orchestra loro che si chiama allo stesso modo, appunto Filarmonica della Scala.
 
Per suonare con la Filarmonica, fare prove, serate e tournée ottengono ferie dalla Fondazione Teatro alla Scala di cui sono dipendenti fissi. Quindi, direte voi, non vanno mai in vacanza visto i numerosi concerti della Filarmonica che compongono una intera stagione.

filarmonica della scala 2

 
Manco per sogno: da metà luglio a fine agosto la Scala è chiusa e loro sono sotto l’ombrellone come tutti. Gli orchestrali “restituiscono”, attraverso un complicato gioco di accordi dove tutti sono d’accordo (forse, a parte chi paga le tasse, ma non lo sa), i giorni che prendono di ferie per suonare con la Filarmonica suonando, come Filarmonica, ma per la stagione della Fondazione Scala.

ortombina meyer 23

 
Complicato? No, complicatissimo e fatto apposta perché nessuno capisca. Quando suonano per la Filarmonica, i proventi vanno a loro stessi e pagano la Fondazione Scala per ospitarli in teatro e fornir loro gestione (luci ecc). Un po’ come se i dipendenti Enel, una volta a settimana, fornissero loro la luce nelle case (ricavandone gli introiti) e non la società Enel, che, però, fornisce ai suoi dipendenti in ferie l’infrastruttura.

riccardo chailly

 
Naturalmente, quando suonano come Fondazione Teatro alla Scala bisogna attenersi al contratto di lavoro nazionale con leggi e leggine e turni; quando suonano per la loro associazione privata gli accordi sindacali vanno in cavalleria e tutto risulta più facile, anche fare prove, concerto e aereo lo stesso giorno anziché tre giorni. E tutti godono lo stesso di buona salute. Gli orchestrali possono poi svolgere attività privata: quartetti cameristici, solisti, serate… possono insegnare… anche darsi da fare, fin troppo, con canali social con pubblicità fashion.
 
Scelgono loro i direttori che li dirigono per la Filarmonica e che poi, guarda il caso di Myung-Whun Chung, sono anche quelli che non dispiacciono loro come direttori musicali della Fondazione Teatro alla Scala. Anche Daniele Gatti ha diretto la Filarmonica, ma meno di Chung e non è, come questi, direttore emerito.
 

filarmonica della scala 6

Tra questi emeriti – per dire quanto hanno a cuore i casi etici – non è mai scomparso il maestro russo Valery Gergiev, il maggior sostenitore di Putin (quello che tira razzi sulla testa di molti Regeni ucraini) in campo culturale.
 
Chailly non dimentica mai di mantenere con la Filarmonica un ottimo rapporto.
 
“Prova d’orchestra” di Fellini ha messo ben in scena chi comanda nei teatri, e non è certo il Consiglio di amministrazione. Gatti, per un’altra volta, non ha certo mancato la nomina per un “Falstaff” o per un “Don Carlo” di una quindicina di anni fa non ben riusciti. E nemmeno perché non potesse fare tournée in quanto direttore anche a Dresda: ne ha appena finita una con i Wiener.
 

putin gergiev

L’orchestra – che resta l’attore principale del teatro, specie il sindacato Cgil dell’orchestra – si è percepito gli preferisse il “suo” direttore emerito Chung, sperando che possa ancora dare il meglio quando il 72enne direttore si insedierà, tra due anni, al Piermarini.
 
Forse i consiglieri o il sindaco sperano anche che arrivino soldi coreani. Gatti è milanese e sotto la Madunina i danée sono finiti. Al punto che il Comune ne mette sempre di meno e, di nuovo, la Cgil dell’orchestra si lamenta minacciando agitazioni.
 
PS: La Cgil dell’orchestra non apprezzava il sovrintendente Carlo Fuortes che, infatti, non è mai arrivato alla Scala.

 

 

daniele gatti img 0159 mdbeppe sala josep borrell prima della scala 2024 carlo fuortes ricevimento quirinale 2 giugno 2024 Myung Whun Chung daniele gatti carlo fuortesfedele confalonieri 45

 

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…