trump draghi von der leyen

DAZI, E MO’ SO CAZZI! LA NUOVA AMMINISTRAZIONE AMERICANA HA MINACCIATO “DAZI A TUTTO CAMPO”, VON DER LEYEN SPIEGA CHE IL SUO TEAM È IN CONTATTO CON QUELLO DI TRUMP E CHE “PRIMA O POI CI SARÀ UNA VISITA”, MA SENZA SPECIFICARE NÉ QUANDO, NÉ DOVE, NÉ IN QUALE CONTESTO - STRETTA TRA L’AVANZATA CINESE E LA SEMPRE MENO AFFIDABILE AMERICA TRUMPIANA, L'UNIONE EUROPEA RIPARTE DALLA BUSSOLA DELLA COMPETITIVITÀ DI DRAGHI (MA I SOCIALISTI STRONCANO LE LINEE GUIDA)

Marco Bresolin per “la Stampa” - Estratti

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

 

Stretta tra l'aggressiva avanzata cinese e un alleato sempre meno affidabile come gli Stati Uniti che corre a gran velocità, l'Unione europea ha deciso di dotarsi di una bussola per ritrovare la retta via sul terreno della competitività.

 

«Dobbiamo risolvere le nostre debolezze» ha avvertito Ursula von der Leyen, ricordando che «il nostro modello di business negli ultimi anni si è basato fondamentalmente sulla manodopera a basso costo dalla Cina, sull'energia a basso costo dalla Russia e sull'esternalizzazione parziale della sicurezza».

 

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

Ed è con queste motivazioni che la presidente della Commissione europea ha presentato quello che di fatto è il primo provvedimento del suo secondo mandato: la Bussola per la competitività, vale a dire il documento che «trasforma le eccellenti raccomandazioni del report di Draghi in una tabella di marcia» con le misure da adottare nell'arco dei prossimi cinque anni.

 

Si tratta di un "business plan" che si snoda lungo tre assi – innovazione, decarbonizzazione e sicurezza – e che mira, tra le altre cose, anche a una revisione della direttiva degli appalti pubblici per assicurare una corsia preferenziale ai prodotti e alle tecnologie europee nei settori strategici per dare una chiara risposta all'America First di Donald Trump. «Abbiamo un piano – ha aggiunto la presidente –, abbiamo la volontà politica. Ora ciò che conta sono la velocità e l'unità.Il mondo non ci aspetta».

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

 

(…)

«Tutti gli Stati membri sono d'accordo: bisogna trasformare il consenso in azione» ha assicurato von der Leyen.

 

In realtà le primissime reazioni, soprattutto sul fronte politico, sono piuttosto contrastanti.

 

Grande soddisfazione sul lato del centro-destra, dal Ppe ai liberali di Renew Europe, fino alla parte dei conservatori rappresentata dal governo italiano («Finalmente un approccio pragmatico» per il ministro delle Imprese, Adolfo Urso), con una linea condivisa dalle associazioni europee degli industriali. Di tutt'altro segno gli umori nel lato sinistro dell'emiciclo («Non fornisce soluzioni alle sfide attuali e future» è la bocciatura dei socialisti), tra le associazioni dei consumatori e i sindacati («Non abbiamo accettato di sottoscrivere la proposta perché mina posti di lavoro, diritto e norme»).

donald trump in videocollegamento con davos 1

 

Ed è proprio la questione della semplificazione normativa che rappresenta il primo elemento divisivo.

 

Quella che per le imprese è una «sburocratizzazione», per i lavoratori e i consumatori rappresenta una pericolosa «deregolamentazione».

 

Von der Leyen ha spiegato che ci sarà una «semplificazione senza precedenti» perché «la complessità burocratica è eccessiva, i tempi di autorizzazione sono troppo lunghi e le procedure amministrative troppo onerose».

 

A febbraio ci sarà la prima legislazione omnibus che, tra le altre cose, ridurrà gli oneri nel campo della rendicontazione sulla finanza sostenibile e della due diligence sulla sostenibilità.

 

«Ma sul Green Deal – ha promesso – manteniamo la rotta».

 

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

Sul fronte dell'innovazione, la Commissione intende spingere lo sviluppo dell'intelligenza artificiale nel campo dell'industria e presenterà piani d'azione per le tecnologie quantistiche, le biotecnologie, la robotica e lo Spazio. Per le piccole imprese verrà offerto un regime giuridico comune, come suggerito dal report di Enrico Letta. Resta aperto il nodo dei finanziamenti: si parla di un Fondo europeo per la Competitività, la cui dotazione resta ignota, così come rimane un tabù il tema del debito comune.

 

draghi von der leyen

Nel frattempo, bisogna fare i conti anche con la nuova amministrazione americana, che ieri – attraverso il segretario al Commercio in pectore, Howard Lutnick – ha minacciato «dazi a tutto campo». Von der Leyen ha spiegato che il suo team è in contatto con quello di Trump e che «prima o poi ci sarà una visita», ma senza specificare né quando, né dove, né in quale contesto.

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UEdonald trump

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