beppe sala maurizio belpietro pulci

CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - “IL FATTO QUOTIDIANO”: “PRESEPI, FIERE E TARTUFI: ‘12 MILIONI DI MANCE’ NEI FORTINI DI DE LUCA”. NEANCHE AI TEMPI DI ACHILLE LAURO A NAPOLI E IN CAMPANIA VENIVANO DISTRIBUITI 12 MILIONI DI MANCE, VISTO CHE IL NUMERO DEGLI ABITANTI NELLA REGIONE ERA MENO DELLA METÀ. BASTAVA SCRIVERE “MANCE PER 12 MILIONI” – BELPIETRO CANZONA BEPPE SALA: “IN ATTESA DI UNA CANDIDATURA SI FA UN GIN TONIC SCRUTANDO IL TRAMONTO DALLA COLLINA CHE ‘DIRADA’ VERSO IL MARE. MOLTO CHIC. ANZI, RADICAL CHIC”. ASSAI POCO CHIC, INVECE, L’USO DEL VERBO “DIRADARE”  IN LUOGO DI “DIGRADARE”

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

 

MAURIZIO BELPIETRO

Maurizio Belpietro, direttore della Verità, conclude con questa frase un editoriale contro Beppe Sala, sindaco di Milano, canzonato a causa della sua passione per i cocktail: «In attesa che qualche cosa si muova – magari una candidatura per un importante incarico adatto al suo livello – si fa un gin tonic.

 

Ma mi raccomando, scrutando il tramonto dalla collina che dirada verso il mare. Molto chic. Anzi, molto radical chic». Assai poco chic, invece, l’uso del verbo diradare («rendere meno fitto, meno spesso») in luogo di digradare («scendere a poco a poco, da un grado superiore a uno inferiore; abbassarsi gradatamente, essere in declivio»), l’unico verbo corretto che si adatti a una collina.

 

•••

beppe sala

«Per i legali del senatore Salvini, il riferimento è alla vicenda di Barabba come raccontata in Matteo, 27 16, che egli certamente ben conosce, da cattolico praticante e misericordioso qual è», sdottoreggia Luca Bottura, sapiente distillatore dello spirito di patata, nella sua rubrica Minimum pax sulla Stampa.

 

Certamente Bottura non ben conosce il modo di citare il Vangelo. Scrivere «Matteo, 27 16» (senza neppure una virgola fra 27 e 16, come sarebbe d’uso) equivale a riferirsi a quest’unico versetto del capitolo 27, il 16, appunto: «Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba».

 

luca bottura 1

Il che non significa nulla. La citazione corretta per rifarsi alla vicenda dell’agitatore politico liberato al posto di Gesù da Ponzio Pilato doveva essere «Matteo, 27, 16-26». In pratica Bottura si è perso per strada 10 versetti evangelici, per un totale di 1.123 battute. E che sarà mai per un satirico improvvisatosi biblista.

 

•••

«Bashar Assad è fuggito all’ultimo momento utile su di un autoblindo russa», informa Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera a Damasco. Lo Zingarelli 2025 riporta sia autoblindo (sostantivo femminile che può essere, caso raro, anche maschile) sia il sinonimo autoblinda (sostantivo femminile). Ma se nella frase in questione l’aggettivo è femminile («russa»), crediamo che anche Cremonesi convenga sul fatto che non poteva usare l’articolo maschile «un».

 

•••

mario calabresi

A proposito del futuro sindaco di Milano, Carmelo Caruso ragiona sul Foglio: «Beppe Sala non potrà più ricandidarsi e ha già fatto il nome del suo ideale successore. È un altro giornalista, l’ex direttore di Repubblica e La Stampa, Mario Calabresi.

 

È una soluzione alla Ambrosoli, l’avvocato, il civico, che nel 2012 venne scelto dal centrosinistra per sfidare Attilio Fontana alla guida della Regione Lombardia». A parte che Sala non è «un altro giornalista» (non risulta iscritto all’Ordine) e non si comprende perché La Repubblica perda l’articolo determinativo mentre La Stampa lo conservi, Caruso ricorda male: Umberto Ambrosoli si candidò alla guida della Regione Lombardia nelle elezioni regionali del 2013, non nel 2012.

 

matteo salvini assolto nel caso open arms - vignetta by vukic

Si batté per il centrosinistra e in quell’occasione non sfidava Fontana bensì Roberto Maroni, leader della Lega Nord, sostenuto dalla coalizione di centrodestra. Gli acuti alla Caruso (Enrico, non Carmelo) richiedono una voce intonata.

 

•••

Editoriale sul Fatto Quotidiano: «Salvini, forse per l’euforia del momento, non ha pensato che in questo modo poteva portare acqua al mulino di coloro che ritengono la separazione delle carriere una jattura per il nostro sistema democratico», interviene Gian Carlo Caselli sul processo Open Arms.

 

L’ex magistrato se la caverà bene con le pandette, ma si dimostra impreciso con il vocabolario, motivo per cui è già stato pizzicato in questa rubrica. La forma corretta è iattura, con la i, non con la j, poiché deriva dal latino iactura, «lancio» (in particolare quello della zavorra per alleggerire un’imbarcazione), traslato in «perdita, danno, rinuncia».

 

•••

massimo franco foto di bacco

Sul Corriere della Sera lo scrupoloso Antonio Carioti si occupa di Secretum (Solferino), edizione ampliata dell’intervista di Massimo Franco con il vescovo Sergio Pagano, che per 27 anni è stato prefetto dell’Archivio vaticano. Riferendosi al dialogo con gli ebrei, Carioti parla della «costituzione apostolica Nostra Aetate di Paolo VI».

 

Non sappiamo chi dei tre abbia sbagliato così grossolanamente, ma il testo in questione è la storica, e giustamente celeberrima, «Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane» uscita dal Concilio Vaticano II, e non una «costituzione apostolica», cioè un documento di legislazione pontificia promulgato dal Papa per stabilire importanti modifiche alla disciplina, alla dottrina o alla struttura organizzativa della Chiesa.

SALVINI MIGRANTI

 

Per meglio chiarire, era una costituzione apostolica la Munificentissimus Deus, con la quale Pio XII il 1° novembre 1950 definì il dogma dell’Assunzione corporea in cielo di Maria.

 

•••

Dall’editoriale di Maurizio Belpietro, direttore della Verità: «Spesso sulla Verità è stata evocata la prima guerra mondiale, indicando i rischi che a distanza di oltre un secolo l’Europa e in generale il mondo occidentale ripeta gli stessi errori».

IL FATTO QUOTIDIANO - 12 MILIONI DI MANCE

 

Complimenti per la concordanza fra i due soggetti («Europa» e «mondo occidentale») e il verbo al singolare («ripeta»). Belpietro conclude: «Dinnanzi alla follia dei governi occidentali (ma anche a quella di Zelensky e Putin), non resta che confidare in quella del nuovo presidente americano». Quindi Donald Trump è matto. E se lo dice La Verità, dev’essere proprio vero.

 

•••

Titolo dal Fatto Quotidiano: «Presepi, fiere e tartufi: 12 milioni di mance nei fortini di De Luca». Neanche ai tempi dell’armatore Achille Lauro a Napoli e in Campania venivano distribuiti 12 milioni di mance, visto che il numero degli abitanti nella regione era meno della metà. Bastava scrivere «mance per 12 milioni».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?