briatore de laurentiis berlusconi

IL LAZZARO DI NAPOLI PENSAVA FOSSERO OSTRICHE E INVECE ERA IL COVID - FRANCESCO MERLO: ''È UN VIRUS CAFONAL CHE CONTAGIA I 'SENZA REGOLE' E USA DAGOSPIA COME NAVIGATOR PER ORIENTARSI NELLA GEOGRAFIA DELL' ITALIA RICCASTRA. ATTENZIONE, PERÒ: IL VIRUS NON SCEGLIE TYCOON E STARLETTE, EREDITIERE, CALCIATORI E PRESIDENTI PERCHÉ È IL NUOVO PICCOLO DIAVOLO DELLA LOTTA DI CLASSE, MA PERCHÉ È IN QUEL MONDO CHE SI SALTANO TUTTI I CONTROLLI SENZA PAGARE PEGNO. SOLO NELLE BARCHE DEI RICCASTRI È GARANTITA LA MESCOLANZA SENZA VIGILANZE, ISPEZIONI E AUTOCERTIFICAZIONI''

Francesco Merlo per ''la Repubblica''

FLAVIO BRIATORE SILVIO BERLUSCONI MEME

 

È un virus Cafonal che contagia i "senza regole" e usa Dagospia come Navigator per orientarsi nella geografia dell' Italia riccastra: ieri i covi ("covid") della pacchianeria nella Porto Cervo di Flavio Briatore e oggi la Capri alle ostriche, allo champagne e 43 metri di yacht nell' imbarcadero della Villa Bismarck di Aurelio De Laurentiis. A lui va la tenera riprovazione che Benedetto Croce riservava ai "lazzari" - così li chiamava - della città di Napoli, che ai suoi tempi erano i popolani lebbrosi e miseri, vale a dire i poveracci, e oggi sono i poveretti ricchi e potenti: padroni, sindaci, governatori e presidenti.

 

MEME SULLA PROSTATITE DI FLAVIO BRIATORE

Tutti come Ferdinando I, che era appunto "il re lazzarone". È insomma impossibile non fare gli auguri sinceri e risentiti a Re Aurelio, esemplare della Napoli dei corni rossi e di Pulcinella, del vittimismo e di san Maradona, degli istinti e della pernacchia "di petto" (non quella di Eduardo che era "di testa"). E difatti Re Aurelio "di petto" ha detto di aver confuso il covid con la spanzata di ostriche, il virus della pandemia con il mollusco che è un must dell' arricchito italiano, è la voglia di rifarsi per mezzo del cibo eccessivo e prelibato. E forse nell' Italia di oggi, le ostriche, le aragoste e persino le cozze pelose hanno ormai sostituito gli spaghetti del Totò di "Miseria e Nobiltà".

flavio briatore arriva a casa di daniela santanche' per la quarantena 15

 

Attenzione, però: il virus non sceglie tycoon e starlette, ereditiere, calciatori e presidenti perché è il nuovo piccolo diavolo della lotta di classe, ma perché è in quel mondo che si saltano tutti i controlli senza pagare pegno. Solo nelle barche dei riccastri è garantita la mescolanza senza vigilanze, ispezioni e autocertificazioni. E infatti domenica De Laurentiis navigava in barca con amici rimasti senza nome. Poi ha ormeggiato a Ischia garantendo a tutti la protezione e l' esibizione della festa privata, e meno male che questa volta non c' era il bravissimo chef Niko Romito che dunque, con il suo calamaro arrosto condito di pompelmo rosa e olive nere, se l' è davvero scampata bella.

AURELIO DE LAURENTIIS SALE IN AMBULANZA

 

Si è invece messo in isolamento Oreste Vigorito, il presidente del Benevento, squadra fenomeno che si è appena conquistata la seria A, re delle pale eoliche con due lauree, uno dei ricchi più cash d' Italia. Al collega Vigorito, De Laurentiis sicuramente già malato, mercoledì pomeriggio ha dato infatti un passaggio sull' aereo privato in partenza da Linate, dopo la riunione della Lega Calcio all' hotel Hilton. De Laurentiis era arrivato in mattinata già con la febbre, e senza mascherina aveva affrontato e forse contagiato i suoi colleghi presidenti, i padroni del calcio italiano, e aveva pure barcollato - c' è il video, penoso e pietoso - davanti ai giornalisti.

 

AURELIO DE LAURENTIIS E LA MOGLIE LASCIANO CAPRI 1

Nella villa di Capri, che ha preso in affitto sino al 31 ottobre, un giardino adagiato sul golfo più bello del mondo, si sono scoperti malati la moglie Jacqueline Baudit, una signora franco svizzera che Aurelio conobbe in un collegio inglese a Bath.

E sono a rischio pure i tre figli, che gli hanno dato sei nipoti. Sicuramente si sono ammalati anche alcuni dirigenti del Napoli (quanti?) e sono in isolamento tutti gli uomini - una folla - che il presidente ha incontrato nei tre giorni di ritiro della squadra a Castel del Sangro. Insomma De Laurentiis è il centro di un brutto focolaio. E chissà quante persone ha incontrato il presidente del Benevento, che fortunatamente sta bene, da quando è sceso da quell' aereo infettato.

 

E si capisce che il virus ami viaggiare sugli aerei privati e non perché non paga il biglietto - non lo paga neppure sui voli di linea - ma perché vi trova un gran ricambio di polmoni freschi nella totale libertà dei corpi in relax che sui voli di linea sono invece tesi, rincantucciati in se stessi, diffidenti e spaventati. Ovviamente per passare da un polmone all' altro il Covid si accomoda meglio sia nello starnuto sia nello sbadiglio che davvero si somigliano perché sono come due falle che si aprono anche se "etcì, etcì, etcì" espelle i demoni e lo "yawn" invece li accoglie nella bocca spalancata. «Dio ama lo starnuto e detesta lo sbadiglio» diceva Maometto, che morì di polmonite, una malattia che non ti aspetti nel caldo del deserto ma che trova un suo ideale humus sull' aereo.

 

de laurentiis e la moglie

Del resto la brutta polmonite, De Laurentiis, nel dicembre scorso, l' aveva avuta e pure superata. E dunque ad ogni tampone, impostogli due volte la settimana, il presidente del Napoli si sottoponeva con una pena e un' ansia estenuate, tanto più che aveva pure superato un brutto mal di cuore il 31 marzo del 2019 quando dopo la partita Roma-Napoli fu ricoverato d' urgenza al Gemelli.

 

Si somigliano Briatore e De Laurentiis? Oppure si somigliano di più De Laurentiis e Vincenzo De Luca per il quale Re Aurelio ha fatto endorsement? Hanno tutti e tre lo scomposto talento che l' Italia chiama "stoffa del simpatico figlio di puttana". De Laurentiis è anche quello che voleva costruire per le giovanissime speranze del calcio napoletano una scugnizzeria, ma è pure il presidente che aggredisce i poliziotti e insulta i giornalisti con il più spinto turpiloquio nelle telefonate delle 7 del mattino, ed è Pulcinella che scappa sul motorino gridando: «Torno a Los Angeles a girare i film con Angelina Jolie».

de luca de laurentiis

 

E vuole dire che lui era tutto cinema e ora è tutto calcio, anche se, per la verità, la sua Los Angeles, dove pure possiede una bellissima villa, erano i cine-panettoni di Boldi e De Sica, e Hollywood per lui era il solito impossibile Altrove dell' italiano piccolo piccolo. Con l' esclusione di Carlo Verdone che la sua Filmauro esibisce come le ostriche, adesso Re Aurelio fa affari soprattutto con il calcio: ha preso il Napoli in serie C e l' ha fatto di nuovo volare, vende e compra giocatori con una destrezza da furbacchione, ma è anche il prepotente che ha cacciato da Napoli Ancelotti, pluridecorato al merito della Civiltà del Pallone dai migliori scrittori di calcio di tutto il mondo, a partire dal nostro Gianni Mura che ne è stato l' eccellenza. E non bisogna mai dimenticare che Napoli è la sola grande capitale che abbiamo avuto e la sua eleganza e la sua sapienza, anche popolari, non meritano la sguaiata vittoria di tutti questi lazzari.

 

A differenza di Briatore, De Laurentiis non è mai stato negazionista e aveva fatto il tampone martedì.

Lotito Agnelli-

Ma se il giorno dopo ancora non sapeva di essere infettato, certamente sapeva di stare male: febbre, tosse, dolori. Perciò ci arriva addosso come un prurito da grattare il suo «pensavo fossero le ostriche», una frase che va a scolpirsi nella piccola storia dei tic linguistici italiani come «a mia insaputa» oppure «la madre di tutte le battaglie», l' eloquio- deliquio che può riassumere ora una generazione, ora un' epoca, e nel nostro caso un' antropologia da combriccola di cui potremmo persino disegnare a matita i ritratti fisici, tanto familiari ci sono questi tipi d' italiani, con le abbuffate di molluschi e il brum brum della Porsche, gesticolosi e attorniati da donne rifatte e bottiglie vuote (bevute), gusci di ostriche (succhiate), mezzi limoni (spremuti).

 

costa smeralda

Il virus sembra averne scoperto l' insofferenza alle regole. Si è servito di loro come utili idioti e ora li contagia, infilandosi come la più raffinata delle perle dentro l' ostrica. Ecco: non valga per consolazione, ma almeno in questa fine estate, e senza fare previsioni sull' imprevedibile seconda ondata, chi ha mangiato il panino con la mortadella tra gli ombrelloni distanziati a Bibione, Gatteo Mare, Termoli o Ladispoli può stare tranquillo: il virus non lo infetterà.

costa smeralda

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....