
IL GIP HA ORDINATO L'IMPUTAZIONE COATTA DI 7 DEI 17 HATERS DI LILIANA SEGRE PER CUI LA PROCURA DI MILANO CHIEDEVA L'ARCHIVIAZIONE. SONO INDAGATI PER DIFFAMAZIONE AGGRAVATA SU FACEBOOK E TWITTER – PER IL GIUDICE “ACCUSARE DI NAZISMO UNA REDUCE DAI CAMPI DI STERMINIO NON SI PUÒ CONSIDERARE FORMA DI MANIFESTAZIONE DI UN PENSIERO CRITICO” – DISPOSTE NUOVE INDAGINI SU ALTRI 86 ACCOUNT – ARCHIVIAZIONE PER GABRIELE RUBINI, IN ARTE CHEF RUBIO, CHE AVEVA ATTACCATO LA SENATRICE A VITA: “VERGOGNA, DOVRESTI DENUNCIARE I TUOI SILENZI COMPLICI IN PROTEZIONE DELLA COLONIA D'OCCUPAZIONE ISRAELIANA…”
IMPUTAZIONE COATTA PER GLI HATER DI SEGRE
Estratto dell’articolo di M.M. per www.avvenire.it
Finiranno in Tribunale gli hater che hanno insultato via social Liliana Segre. Per loro il gip di Milano, Alberto Carboni, ha ordinato l'imputazione coatta, mentre altri 9 dei 17 presunti diffamatori (per cui la procura di Milano ha chiesto l'archiviazione), sono stati iscritti nel registro degli indagati. L’unico archiviato risulta Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, ma ci sono altri 86 utenti non identificati per i quali il giudice ha ordinato di svolgere nuove indagini.
CARTELLO CONTRO LILIANA SEGRE AL CORTEO PRO PALESTINA DI MILANO
Per il gip l'accusa di nazismo a una reduce dei campi di sterminio, come Liliana Segre appunto, costituisce uno «sfregio alla verità oggettiva» e rappresenta «la più infamante delle offese per la reputazione di chi ha speso la propria vita per testimoniare gli orrori del regime e per coltivare la memoria dell'olocausto». In sostanza il giudice sembra ritenere fondate le ipotesi dell’avvocato della senatrice a vita, convinto che le offese ricevute dalla sua assistita siano «insulti nazisti, non insulti alla sua veneranda età o alle sue posizioni politiche» e per questo passabili di giudizio.
Il procedimento riguarda 246 messaggi apparsi su internet, a seguito dei quali Segre ha presentato 27 querele a partire dal dicembre 2022. Numerosi post, scrive il gip, «accostano in vario modo la senatrice Segre al nazismo».
E anche se per il pm che ha chiesto l’archiviazione il termine sarebbe stato usato «in un senso differente rispetto a quello proprio e storico», per il gip accusare di nazismo una sopravvissuta alla Shoah è diffamazione, «sia nei casi in cui tale epiteto viene esternato in modo apodittico e non argomentato, sia quando esso si accompagna a riferimenti che richiamano con spregevole ironia la vita nei lager».
il murale di liliana segre e sami modiano imbrattato
Espressioni simili, insomma, non possono essere considerate come una manifestazione di un pensiero critico che, per quanto discutibile, sarebbe comunque legittimo nel dibattito democratico. E per di più «il tragico vissuto personale della senatrice Segre e l'incidenza che l'ideologia nazista ha avuto nella sua esistenza sono circostanze che erano ben conosciute agli autori dei post, i quali hanno accostato il termine nazista alla sua immagine proprio in ragione della speciale carica offensiva che ne sarebbe derivata». […]
L’imputazione coatta viene disposta con un’ordinanza del giudice quando ritiene infondata la richiesta di archiviazione del pm. Non si tratta di un rinvio a giudizio, ma impone alla procura che aveva chiesto l'archiviazione di chiedere il rinvio a giudizio per gli indagati. Dopo di che un nuovo gup fissa un’udienza preliminare. […]
GIP, 'DA CHEF RUBIO SOLO PAROLE ASPRE MA NON OFFESE A SEGRE'
(ANSA) - - "Le frasi riportate, per quanto aspre, rappresentano una manifestazione argomentata del pensiero dell'autore in ordine a un tema politicamente sensibile. I termini usati sono continenti e non si risolvono in espressioni offensive". Lo scrive il gip di Milano Alberto Carboni nella parte del suo provvedimento, sugli insulti social a Liliana Segre, con cui ha archiviato l'accusa di diffamazione aggravata dall'odio razziale per Chef Rubio per alcuni suoi post.
La posizione di Gabriele Rubini, anche noto personaggio tv, è una delle dieci archiviate dal giudice. Nei vari post sul tema della causa palestinese Rubini scriveva, tra le altre cose, "condanni il sionismo" e frasi con una "forma di aspra critica su temi politicamente sensibili".
E usava pure espressioni di "pessimo gusto", che comunque non assumono "valenza diffamatoria". Nell'ordinanza di 75 pagine il giudice riporta una maxi tabella con tutti i 246 messaggi riportati nelle querele della senatrice a vita. Tabella in cui vengono elencati uno ad uno il "nickname" dell'account, la eventuale "individuazione" dell'autore, il "contenuto della querela" e poi la "decisione" del gip su ogni singolo messaggio postato.
chef rubio
liliana segre 1
LILIANA SEGRE
chef rubio aggredito a roma
chef rubio alla Festa nazionale della Riscossa Popolare