 
                                
            DOPO CHE MARIA LUISA RAMPONI HA FATTO SALTARE IN ARIA IL CASOLARE DOVE VIVEVA, UCCIDENDO TRE CARABINIERI, SONO STATI I COLLEGHI DEI MILITARI A SALVARLE LA VITA, TRASCINANDOLA FUORI DELLE MACERIE. ORA È RICOVERATA IN TERAPIA INTENSIVA, MA NON È IN PERICOLO DI VITA - DAI FILMATI DELLE "BODYCAM" DEGLI AGENTI, SI VEDE MARIA LUISA ACCENDERE UNA MOLOTOV E LANCIARLA CONTRO LE BOMBOLE DI GAS CHE AVEVA APERTO PER OPPORSI ALLO SFRATTO IN CORSO - I CORPI SPECIALI DEI CARABINIERI SI ERANO ACCORTI DELLA FUORIUSCITA DEL METANO E HANNO PROVATO A ROMPERE LE FINESTRE PER FAR ENTRARE ARIA PULITA...
Estratto dell’articolo di Roberta Polese per il "Corriere della Sera"
 maria luisa ramponi tra le macerie
maria luisa ramponi tra le macerie
Il dubbio (istante dopo istante sempre più corposo) è che lunedì notte Maria Luisa Ramponi avesse ben chiaro che in quell’esplosione che ha portato alla morte dei tre carabinieri, lei stessa potesse rimetterci la pelle. Una specie di kamikaze, per nulla spaventata dalla fine che avrebbe potuto fare.
A ipotizzarlo sono gli investigatori veronesi dell’Arma che indagano sulla strage che ha visto vittime i loro addestratissimi colleghi dei «reparti tattici», il luogotenente Marco Piffari, 56 anni, il carabiniere scelto Davide Bernardello, 36, e il brigadiere capo Valerio Daprà, anche lui di 56.
C’è un dettaglio che ha colpito gli inquirenti: l’analisi delle bodycam dei militari impegnati nel blitz — alcuni si sono calati dal tetto, altri hanno fatto irruzione dall’ingresso del casolare in cui vivevano da sempre i tre fratelli, tutti agricoltori — mostra gli istanti precedenti il fortissimo boato che ha scosso la quiete notturna di Castel D’Azzano, 12 mila abitanti alle porte di Verona.
Si vede nettamente la sessantenne Maria Luisa mentre impugna una molotov, dà fuoco alla miccia con un accendino, provocando l’esplosione dell’edificio saturo di gas. Non basta: urla anche frasi farneticanti, insulta quegli uomini che si stanno avvicinando con la tuta nera rinforzata dal kevlar.
Qualche istante prima la donna aveva aperto, per la seconda volta in poco tempo, le bombole, e il fischio aveva allarmato i carabinieri che avevano spaccato le finestre cercando di far uscire il gas che aveva riempito casa. Inutile. Il crollo del tetto e del primo piano li ha schiacciati.
Maria Luisa è grave, ricoverata in terapia intensiva per le ustioni. Non è però in pericolo di vita e un graduato dell’Arma presente al raid mormora: «È l’autrice della strage, eppure noi l’abbiamo salvata, portandola via da quelle macerie pericolanti...».[...]
Stamane per i due (assistiti dagli avvocati Fabio Porta e Domenico Esposito) è prevista l’udienza di convalida. L’interrogatorio della sorella (difesa da Alessandro Ballottin) si terrà quando starà meglio. L’accusa è di strage. «Chi decide di buttare la bomba in uno stadio non vuole uccidere solo l’arbitro o l’allenatore, ma tutti. A Castel D’Azzano è successa la stessa cosa: poteva morire chiunque si trovasse nei pressi del casolare, compresi i vicini», sintetizza il procuratore Raffaele Tito. [...]
 milo manara - disegno per i carabinieri morti nell'esplosione del casolare a Castel DAzzano
milo manara - disegno per i carabinieri morti nell'esplosione del casolare a Castel DAzzano castel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE
castel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE  Franco Maria Luisa DINO RAMPONI
Franco Maria Luisa DINO RAMPONI castel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE
castel d'azzano ESPLOSIONE DURANTE LO SGOMBERO DI UN CASOLARE  CASOLARE OCCUPATO DOPO ESPLOSIONE
CASOLARE OCCUPATO DOPO ESPLOSIONE



 
						
							
			         
						
							
			         
						
							
			         
						
							
			         
						
							
			        