ursula von der leyen - donald trump - meme by 50 sfumature di cattiveria dazi usa ue

L’ACCORDO SUI DAZI TRA USA E UE E' FATTO AD MINCHIAM - L’UNIONE EUROPEA SI È IMPEGNATA A COMPRARE PRODOTTI ENERGETICI STATUNITENSI PER 750 MILIARDI DI DOLLARI. UNA CIFRA CHE NON STA NÉ IN CIELO NÉ IN TERRA: L’INTERO EXPORT MONDIALE DI GAS E PETROLIO DEGLI STATI UNITI VALE 141 MILIARDI DI DOLLARI L’ANNO – SOLO L’ITALIA DOVREBBE SPENDERE 30 MILIARDI DI EURO L’ANNO PER COMPRARE IL GAS SOLO DALL’AMERICA E SOLO IN FORMA LIQUEFATTA, STRACCIANDO CONTRATTI GIÀ FIRMATI CON ALGERIA, AZERBAIGIAN E NORVEGIA – DI FATTO, TRUMP HA GIÀ IN MANO GLI ARGOMENTI PER SOSTENERE CHE L’EUROPA NON FA LA PROPRIA PARTE E TORNARE A MINACCIARE RITORSIONI…

1 - È UN’INTESA CHE APPARE FRAGILE (E ANCHE PRECARIA) LA DEBOLEZZA CHE VA SUPERATA

Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”

 

DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN

I dazi ci sono, l’accordo invece no. Donald Trump definisce la stretta di mano con Ursula von der Leyen «il più grande deal mai concluso», ma con lui niente è mai davvero «concluso» e in particolare non il costrutto uscito domenica dalla Scozia.

 

Già l’affidabilità del tycoon ha un problema in sé […]. […] E purtroppo un’occhiata al poco che per ora si sa non rafforza la credibilità dell’intesa. In cambio della concessione di dazi appena al 15% anziché al 30% su gran parte dell’export verso l’America — contro dazi di Bruxelles quasi a zero — l’Unione europea si impegna a comprare prodotti energetici statunitensi per 750 miliardi di dollari. In tre anni. Ha senso?

 

VIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E L'ACCORDO SUI DAZI CON URSULA VON DER LEYEN

L’analista GaveKal Research calcola che l’intero export mondiale di gas e petrolio degli Stati Uniti vale 141 miliardi di dollari l’anno ai prezzi attuali; l’Europa non arriverebbe a spendere neppure duecento miliardi anche se comprasse dagli Stati Uniti reattori modulari e combustibile nucleare, mentre il campione americano del settore Westinghouse già fatica a tener dietro agli ordini nel proprio Paese.

 

Ma vediamo la stessa «promessa» di von der Leyen dall’Italia: per fare la propria parte nel «deal», il Paese dovrebbe spendere 30 miliardi di euro l’anno per comprare il gas solo dall’America e solo in forma liquefatta; tuttavia abbiamo già vari contratti pluriennali o pluridecennali aperti Algeria, l’Azerbaigian e Norvegia, quindi dovremmo comunque pagare i fornitori di quei Paesi anche se non ritirassimo il loro prodotto.

MEME SU DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI BY EMILIANO CARLI

 

In sostanza, questa parte dell’accordo fra Trump e von der Leyen non sta in piedi.

Quanto agli investimenti discussi per 600 miliardi di dollari delle imprese europee negli Stati Uniti, in proporzione già l’Italia dovrebbe raddoppiare il ritmo annuo degli investimenti esteri per concentrarli tutti in un solo Paese. Neanche questo sta in piedi.

 

Il presidente degli Stati Uniti così ha già in mano gli argomenti per sostenere che l’Europa non fa la propria parte e tornare a minacciare ritorsioni, non appena lo trovi utile.

 

I mercati finanziari invece ieri sono parsi credere all’altro impegno di von der Leyen sul campo da golf di Trump a Turnberry, quello di un aumento di commesse della difesa a imprese americane.

 

Quasi tutti gruppi europei del settore — l’italiana Leonardo, la francese Thalès, la tedesca Rheinmetall, il consorzio Airbus — sono caduti bruscamente in borsa perché gli investitori ora pensano che quelle aziende avranno meno ordinativi dai loro governi; invece nelle stesse ore sono saliti bene i titoli dei loro concorrenti americani — Lockheed Martin, Raytheon-Rtx, Northrop Grumman, Boeing — per ragioni uguali e contrarie: ci si aspetta che i soldi dei contribuenti europei alimenteranno più ricerca, più tecnologie e più lavoro specializzato in America e meno in Europa.

 

IL SIGNOR QUINDICIPERCENTO - DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - MEME BY EMILIANO CARLI

[…]  Il farmaceutico, per l’Italia una decina di miliardi di euro all’anno di export negli Stati Uniti, resta avvolto nella nebbia quanto ai dazi che subirà. E le borse di Francoforte e Parigi ieri sono scivolate — dopo il sollievo iniziale per l’«accordo» — non appena una seconda occhiata al patto di von der Leyen con Trump ne ha rivelato la fragilità.

 

Particolarmente male quasi tutto l’intero settore dell’auto, che pure dovrebbe beneficiare di tariffe ridotte dal 25% al 15%. Ma soprattutto ieri l’euro è venuto giù: meno 1,27% sul dollaro, uno spostamento enorme in un giorno per essere fra le due più grandi monete del mondo.

 

Significa che molti mettono in conto l’effetto reale delle precarie intese di Turnberry: una nuova frenata dell’economia europea. […]

 

2 - UNA SCONFITTA DI IMMAGINE E DI SOSTANZA

Estratto dell’articolo di Andrea Bonanni per “la Repubblica”

 

LETTERA DI DONALD TRUMP A URSULA VON DER LEYEN CHE ANNUNCIA DAZI AL 30% ALL UE

Sotto molti punti di vista, l'accordo commerciale Ue-Usa è una secca sconfitta per gli europei. E' una sconfitta di immagine, con Ursula von der Leyen che accetta di andare a trattare la resa nel resort privato di Trump in Scozia. E' una sconfitta politica, perché la Commissione e i governi della Ue, frenati da Germania e Italia che sono i principali esportatori verso gli Stati Uniti, non hanno trovato il coraggio di rischiare uno scontro frontale con il governo americano.

 

La convergenza tra il cancelliere Merz, del Ppe, e la premier Meloni, esponente dei conservatori, ha prevalso sulle intenzioni più bellicose del francese Macron, liberale, e dello spagnolo Sánchez, socialista. Von der Leyen, tedesca e popolare anche lei, si è volentieri adeguata a questa improvvisata alleanza che ribalta ancora una volta la maggioranza di centro-sinistra dalla quale è stata eletta.

 

[…] Come è già successo al vertice della Nato, […] l'Unione europea ha assunto impegni che non sa se vorrà e potrà mantenere.

 

MEME SUI DAZI DI TRUMP ALLE ISOLE MCDONALD E HEARD

Gli europei si sono impegnati a comprare gas liquefatto e petrolio dagli americani per 750 miliardi di dollari in tre anni. Hanno promesso investimenti produttivi negli Stati Uniti per 600 miliardi di dollari. Inoltre, secondo Trump, si sono dichiarati pronti a comprare enormi quantitativi di armi oltreoceano.

 

Il fatto è che nessuna di queste promesse ha qualche garanzia di essere mantenuta. L'acquisto di 250 miliardi di idrocarburi all'anno, per sostituire le importazioni dalla Russia, è in larga parte affidato alla volontà dei mercati e richiede la creazione di infrastrutture che non si potranno realizzare dall'oggi all'indomani. Gli investimenti per 600 miliardi di dollari dipenderanno anch'essi dalla buona volontà del settore privato.

 

donald trump annuncia dazi reciproci liberation day 3

Vatti a fidare. Quanto all'acquisto delle armi americane, per un importo neppure vagamente quantificato, sicuramente avverrà in qualche misura, come già accade oggi. Ma per capire quale sarà l'aumento effettivo degli esborsi europei bisognerà vedere come si definirà il piano di riarmo della Ue, che verosimilmente privilegerà una "preferenza comunitaria".

 

A questi elementi di ambiguità bisogna aggiungere il fatto che la Ue, contrariamente a quanto chiedeva Washington, si è tenuta le mani libere sulla regolamentazione della web economy e su quella dell'intelligenza artificiale: settori nei quali può imporre alle imprese americane oneri molto elevati.

URSULA VON DER LEYEN - DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

 

Il risultato complessivo lascia presagire che la conflittualità potenziale tra le due sponde dell'Atlantico non sia stata per nulla risolta con questa intesa che lascia gli europei molto frustrati e gli americani privi di garanzie sostanziali.

 

[…]  Forse un atteggiamento più risoluto avrebbe potuto spuntare condizioni migliori. Forse, invece, una guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali avrebbe innescato una crisi economico-finanziaria le cui conseguenze avrebbero potuto protrarsi molto oltre i tempi del mandato di Trump.

 

Di certo, come sta accadendo anche nei rapporti con Israele, l'asse filoamericano tra Italia e Germania, ha legato le mani alla Ue e ne ha compromesso gli equilibri politici interni. Ma questa è ancora un'altra storia […]. Insieme a quelli, tuttora irrisolti, del rapporto sempre più difficile tra Europa e Stati Uniti.

LE ENTRATE TARIFFARIE NEGLI STATI UNITIdonald trump taco meme 7I DAZI DI TRUMP - ILLUSTRAZIONETELECINESI - MEME BY EMILIANO CARLI

 

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO