turisti cinesi

ANCHE I RICCHI PIANGONO - I CINESI STRINGONO LA CINGHIA E LE AZIENDE DI PRODOTTI DI LUSSO OCCIDENTALI VANNO IN DIFFICOLTA' - A CAUSA DELLA MAGGIOR ATTENZIONE AL RISPARMIO DEI CINESI, GRUPPI COME "LVMH" E "KERING" REGISTRANO UN CALO DELLE VENDITE, MA LE DIFFICOLTÀ MAGGIORI SONO PER I PRODUTTORI CON LE "SPALLE MENO LARGHE" - I MOTIVI? DA UNA PARTE LA CRISI ECONOMICA PREOCCUPA I CINESI, DALL'ALTRA IL PRESIDENTE XI JINPING HA LANCIATO UNA CAMPAGNA CONTRO L'OSTENTAZIONE 

Estratto dell’articolo di Danilo Taino per www.corriere.it

 

turisti cinesi

La settimana scorsa, uno dei maggiori quotidiani tedeschi, la Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha titolato: «Chinas Porsche-Killer», il killer cinese della Porsche. In Germania, la concorrenza del gigante asiatico alle gloriose auto tedesche è ormai un’ossessione.

 

Ma va bene temere per le Volkswagen, persino per le Mercedes, le Bmw, le Audi. Ma la Porsche? È come una borsetta di Hermes, il lusso del lusso, il valore intramontabile, qualcosa che va al di là dello status symbol. Eppure.

 

Il killer sarebbe Xiaomi, sì, il produttore di telefoni cellulari. A differenza di Apple, che vi ha rinunciato, il gruppo cinese ha deciso di entrare nel mercato delle automobili con grandi ambizioni. La prima vettura che ha lanciato si chiama SU7 e in parecchi l’hanno paragonata a una Porsche (chissà). Una differenza certa è che costa 28 mila euro, due volte e mezzo meno del modello meno caro della mitica tedesca.

Turisti cinesi si riposano attorno alla fontana nel cortile del Louvre

 

Questo detto per illustrare una tendenza che sta riconfigurando uno dei settori più rilevanti dell’industria in Europa. Per decenni, la Cina ha fatto il successo del lusso e dei suoi marchi europei; ora, siamo forse entrati nella fase del ridimensionamento, a opera della Cina stessa. È che cambiano l’economia, la politica e l’approccio culturale del Paese con il secondo Pil del mondo.

 

I cinesi non spendono più come prima e vedono i prodotti e i marchi stranieri con molto meno desiderio. Se il trend rimane, per alcuni produttori occidentali le conseguenze saranno serie. Più che per la Porsche, per le case di moda, della gioielleria e del lusso in genere che nei decenni passati in Cina hanno prosperato.

turisti cinesi a milano

 

Nei giorni scorsi, il maggior gruppo mondiale del lusso, Lvmh — 75 marchi, più di 300 miliardi di capitalizzazione di Borsa — ha fatto sapere di avere registrato nel terzo trimestre dell’anno un calo delle vendite del 5%. Ciò che fa più impressione è lo scivolamento in Asia, meno 16% nonostante il Giappone sia nel pieno di un mezzo boom del lusso.

 

Se si escludono le vendite nel Sol Levante: nel 2021, l’Asia contava per il 35% del fatturato di Lvmh, ora per il 6%. In maggiore difficoltà sembra essere (il gruppo guidato da Bernard Arnault non rende noti gli andamenti dei diversi marchi) Dior, ora affidata alle cure della figlia del fondatore del gruppo, Delphine Arnault.

 

shopping di lusso per turisti cinesi

Il concorrente diretto di Lvmh, Kering (Gucci, Saint Laurent, Balenciaga, Bottega Veneta e molti altri) nel 2021 realizzava il 38% delle vendite nell’Asia non giapponese, nei primi sei mesi del 2024 la quota è scesa al 32%. La crisi maggiore del gigante creato da François-Henri Pinault è quella di Gucci.

 

 La crisi è seria: i consumatori cinesi sono stati il cuore del successo dei marchi di lusso per anni e anni, hanno influenzato le strategie dei maggiori marchi, in qualche caso i modelli di business. Ora, si tratta di capire se siamo di fronte a un rallentamento congiunturale oppure a qualcosa di strutturale. Fino a poco tempo fa si poteva dire che, nel caso di disaccoppiamento tra le economie occidentali e quella della Cina, i gruppi del lusso, che non portano minacce geopolitiche, sarebbero stati gli ultimi a spegnere la luce nel gigante asiatico. Adesso, la teoria è meno certa, soprattutto per i più deboli. [...]

turisti cinesi in fila da chanel

 

Durante la pandemia da Covid, i lockdown imposti da Pechino hanno fatto sì che i cittadini non potessero muoversi, men che meno andare all’estero a fare i loro acquisti. Compravano da casa: secondo la società di consulenza Bain, tra il 2019 e il 2021 il volume del mercato dei prodotti di lusso in Cina è raddoppiato. Che ci dovesse essere una certa contrazione era nelle carte.

 

È però successo che nella fase di boom degli acquisti i prezzi sono saliti moltissimo, in alcuni casi del 50% e oltre: un po’ per le difficoltà nelle catene di fornitura durante il Covid ma, secondo alcuni, anche perché c’è chi ne ha approfittato per esagerare nei rincari. Ora, molti cinesi non sembrano più disposti a spendere cifre elevate per prodotti che possono comprare a minore prezzo in Giappone. [...]

turisti cinesi

 

Sullo sfondo c’è il rallentamento dell’economia della Cina che non favorisce le spese. C’è la crisi immobiliare seria che colpisce anche i ceti medio-ricchi che cercavano lo status symbol. C’è la disoccupazione giovanile. Ora, il governo di Pechino è nel pieno di un’operazione di stimolo dell’economia. Si tratta di vedere se ciò basterà a fare tornare la voglia di comprare: l’indice della fiducia dei consumatori in pratica non è mai stato sotto il livello cento dall’inizio del secolo ed era stabile sopra quota 120 tra il 2015 e il 2022; ora è a 86. [...]

 

turisti asiatici

Il leader Xi Jinping ha lanciato una campagna contro l’ostentazione. Il luxury-shame, la vergogna del lusso, si sta facendo strada: questo genere di tendenze ispirate dal Partito e dal governo possono avere enormi effetti sulla società e sulle scelte di consumo. Cresce un tipo di acquisti tendenzialmente egualitario, che non segnali differenze di reddito (che pure sono notevoli): almeno apparentemente un po’ comunista. Anche l’amore per il marchio estero è in calo: quando le autorità vietano ai dipendenti pubblici di usare telefoni Apple, la decisione fa onde alte in tutti gli strati della società. Insomma, il cambiamento in corso sembra andare al di là della stagionalità. [...]

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…