il comandante dei pasdaran hossein salami e il capo di stato maggiore mohammad bagheri iran israele benjamin netanyahu

“BIBI” HA DECAPITATO I VERTICI MILITARI IRANIANI. BASTERÀ PER METTERE AL TAPPETO TEHERAN? – COME CON HEZBOLLAH E HAMAS, PER ISRAELE LA DESTABILIZZAZIONE DEL REGIME DEGLI AYATOLLAH PARTE CON L'ELIMINAZIONE DEGLI UOMINI CHIAVE DELL’ESERCITO DI TEHERAN, DAL COMANDANTE DEI PASDARAN, HOSSEIN SALAMI, AL CAPO DI STATO MAGGIORE, MOHAMMAD BAGHERI – I DRONI ISRAELIANI USATI PER COLPIRE I SITI NUCLEARI SONO PARTITI DA AVAMPOSTI DEL MOSSAD IN IRAN. UN ELEMENTO CHE CONFERMA UNA PIANIFICAZIONE DI LUNGA DATA DELL’OPERAZIONE “RISING LION” – VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per www.corriere.it

 

benjamin netanyahu - attacco di israele all iran

L’Operazione Rising Lion, oltre a prendere di mira il programma nucleare, richiama la strategia della decapitazione. La stessa attuata da Israele contro i nemici vicini, l’Hezbollah libanese e Hamas palestinese però ad un livello più alto perché ha coinvolto personaggi chiave della nomenklatura iraniana. Con una componente segreta, indispensabile per andare in profondità.

 

Alcuni obiettivi sono stati raggiunti da droni-kamikaze decollati da «avamposti» creati dal Mossad in Iran. I piccoli velivoli sono stati contrabbandati nel paese mentre agenti sul campo hanno studiato il «teatro» e condotto delle prove reali. Secondo indiscrezioni i droni sono stati «pilotati» verso il sito missilistico di Esfajabad, nei pressi della capitale. […]

 

Il comandante dei pasdaran Hossein Salami e il capo di Stato Maggiore Mohammad Bagheri

In passato ci sono stati attacchi con questi mezzi (come a Isfahan nel 2023), incursioni minori che oltre a mantenere la pressione sugli ayatollah hanno svolto la funzione di test in vista di un assalto maggiore e coordinato. Il dettaglio – svelato dai media – conferma la pianificazione di lunga data, la capacità di muoversi in «area ostile», le probabili complicità interne e l’uso di tecnologia agile.

 

[...]

 

La conta delle vittime è ancora in corso ma già sono trapelati i primi nomi degli ufficiali uccisi, circa una ventina. Il comandante dei pasdaran Hossein Salami, il capo di Stato Maggiore Mohammad Bagheri, il vice dello Stato Maggiore Gholamali Rashid. Ferito in modo grave Alì Shamkhani, consigliere dell’ayatollah Khamenei e uomo con in mano molti dossier.

 

Mohammad Bagheri

L'Idf, in un suo comunicato, ha aggiunto all'elenco il nome di Amir Ali Hajizadeh, il responsabile della divisione aerospaziale, considerato la mente dell'arsenale, uno dei funzionari più «preziosi», premiato con medaglie dalla stessa Guida suprema dopo le rappresaglie contro lo stato ebraico.

 

Secondo una ricostruzione era in una «war room» sotterranea insieme a diversi collaboratori (Taher Foor alla testa della "sezione" droni e Davoud Shaykhiyan coordinatore della difesa aerea, entrambi uccisi).

 

Le ondate successive hanno cercato di destabilizzare il regime in un momento decisivo. E gli ayatollah hanno reagito nominando nuovi generali, affidando la guida dei guardiani ad Ahmad Vahidi, elemento di grande esperienza, e la direzione delle forze armate ad Habibollah Sayyari.

 

Sorprende che gli alti gradi non abbiano adottato misure di sicurezza quando l’attacco sembrava questione di giorni se non di ore. Si è ripetuto lo scenario che ha visto l’annientamento a Beirut della leadership Hezbollah, inseguita e scovata nei bunker. Una versione rilanciata dalla Fox Tv e attribuita a fonti israeliane sostiene che gli ufficiali sono stati «attirati» in una sorta di riunione-trappola e sono stati indotti a rimanere a lungo, questo avrebbe permesso all'Idf di colpire in modo chirurgico.

 

L’eliminazione di figure di primo piano racchiude tre punti:

 

Hossein Salami

1) L’intelligence nemica sapeva dove trovarli nonostante l’allarme conclamato.

 

2) Non è da escludere che Tel Aviv punti a innescare una reazione a catena all’interno del paese, con conseguenze politiche più ampie ed un impatto psicologico sull’opinione pubblica.

 

3) I target di valore falciati sono solo gli ultimi di una lunga lista, a conferma della debolezza cronica degli apparati di sicurezza. Lo aveva già testimoniato la fine dell’esponente palestinese Ismail Haniyeh a Teheran, dilaniato nella sua stanza all’interno di un palazzo «gestito» dai pasdaran nel luglio 2024.

 

Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran

Il secondo livello della decapitazione ha riguardato il mondo della ricerca collegata al programma strategico: sono almeno sette gli scienziati colpiti a morte. Tra loro Fereydon Abbasi-Davari, Mohammad Tehranchi, Abdulhamid Minouchehr e Ahmadreza Zolfaghari.

 

Il primo aveva ricoperto incarichi cruciali nell’ente atomico nazionale ed era sopravvissuto ad un attentato nel 2010: insieme a lui avrebbero perso la vita la moglie e i figli. Il secondo, invece, ha partecipato a studi sulle testate belliche ma ha mantenuto un profilo basso.

 

Gli altri erano professori universitari, parte di una schiera di specialisti che ha permesso alla Repubblica islamica di proseguire lungo un sentiero ambizioso. Ed erano tutti da anni nel mirino: Israele ha iniziato la campagna fin dal 2001 quando liquidò un esperto di missili, azione seguita da missioni affidate a sicari che hanno usato pistole e ordigni magnetici applicati.

 

Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran – al sito nucleare di Natanz

Fino ad arrivare a Mohsen Fakrizadeh, il vero padre del piano nucleare caduto nel novembre 2020 in una imboscata condotta con una mitragliatrice controllata da remoto. Altra prova di infiltrazione. Un varco che Teheran, nonostante il gigantesco sistema di sorveglianza, non è mai riuscito a bloccare.

 

Hossein Salami Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran - sito nucleare di Natanz Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Operazione Rising Lion - attacco di israele all iran Mohammad Bagheri

 

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