urso scannapieco labriola henry kravis giorgetti tim

L’OFFERTA DI KKR È LA SVOLTA SULLA RETE UNICA – IL PASSO DEL FONDO AMERICANO, CHE HA FATTO CAPIRE DI ESSERE DISPOSTA A METTERE SUL PIATTO OLTRE 20 MILIARDI PER NETCO. ORA CDP DOVRÀ FINALMENTE USCIRE ALLO SCOPERTO E FARE LA SUA MOSSA – IL GOVERNO ERA INFORMATO? SOLTANTO GIORGETTI (CON CONSEGUENTE IRRITAZIONE DI URSO), CHE OGGI FA LO GNORRI: “IL CONTROLLO STRATEGICO DELLA RETE RESTA OBIETTIVO NON SOLO DICHIARATO MA CHE CERCHEREMO DI PRATICARE. STUDIAMO I DETTAGLI DELL’OFFERTA…”

GIANCARLO GIORGETTI

1. TIM:GIORGETTI,CONTROLLO RETE OBIETTIVO STRATEGICO

(ANSA) - "Il controllo strategico della rete resta obiettivo non solo dichiarato ma che cercheremo di praticare". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti rispondendo ai giornalisti.

 

2. TIM: GIORGETTI, STUDIAMO DETTAGLI OFFERTA KKR

(ANSA) - "C'è da vedere la proposta di Kkr, cosa stanno dicendo, poi il governo, che è parte azionista e in parte ha altri poteri, valuterà quando avrà piena intelligenza della proposta": lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Da Kkr, ha aggiunto, "ci hanno giustamente e correttamente annunciato che hanno preparato inoltrato a marcati chiusi la loro proposta adesso possiamo studiare i dettagli".

 

kravis kkr

3. SUL TAVOLO TIM L’OFFERTA DEL FONDO USA: OLTRE 20 MILIARDI PER RETE E SPARKLE

Estratto dell’articolo di Gianluca Baldini per “La Verità”

 

È successo tutto apparentemente in poche ore. Dopo le indiscrezioni circolate la sera di mercoledì 1° febbraio, nella mattinata di ieri Tim ha diffuso un comunicato in cui conferma di aver ricevuto dal fondo di private equity americano Kkr una offerta non vincolante per l’acquisto di una nuova società che dovrà includere il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, compresi gli asset e le attività di Fibercop e, con ogni probabilità, anche una partecipazione in Sparkle (parte della cosiddetta Netco).

 

GIANCARLO GIORGETTI - QUESTION TIME SENATO

L’ex monopolista non ha diffuso alcun dettaglio sulla cifra offerta per l’operazione ma, secondo indiscrezioni, si tratterebbe di una cifra «con il 2 davanti», quindi pari o superiore ai 20 miliardi di euro. Come spiega la nota diffusa da Tim, l’offerta non vincolante si riferisce a una quota ancora da definire, a patto che dall’operazione si ottenga la perdita dell’integrazione verticale rispetto a Tim.

 

Nella serata di ieri, intanto, si è riunito il cda di Tim proprio per dare il via a una prima analisi dell’offerta non vincolante firmata dagli americani. I dettagli, insomma, non sarebbero ancora stati decisi. Quello che traspare è che la cifra sarebbe tale da permettere a Kkr di controllare la rete fissa dell’ex monopolista e presumibilmente avere una parte dei cavi sottomarini di Sparkle.

 

dario scannapieco

[…] Certo è che tutto questo dovrà molto probabilmente conciliarsi con le volontà del governo Meloni, che può esercitare il golden power, di realizzare il progetto di una rete pubblica. Idea che potrebbe essere messa in ombra dall’ingresso di Kkr. Secondo indiscrezioni, poi, le intenzioni di Kkr non sarebbero state comunicate a tutto l’esecutivo, ma solo al ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti. Questo potrebbe spiegare come mai a inizio gennaio il ministro per le Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, in audizione in commissione Trasporti alla Camera sulle linee programmatiche in materia di comunicazioni, aveva ribadito a gran voce che nei piani dell’esecutivo c’era «la realizzazione non di una rete unica, ma di una rete nazionale […] a controllo pubblico: è stata sempre questa la nostra formulazione», diceva il ministro.

ADOLFO URSO

 

[…] L’offerta di Kkr potrebbe quindi non essere gradita al governo. Anche perché il fondo americano è socio al 37,5% di Fibercop (la compagnia che racchiude la rete secondaria di Tim) ed è stato tra i firmatari del protocollo di intesa che inizialmente aveva legato la rete di Tim a Cdp e a diversi fondi di private equity. Alla fine, però, dopo alcuni tira e molla sull’operazione a novembre dell’anno scorso il cda dell’ex monopolista delle Tlc aveva accettato un nuovo rinvio, ma senza il vincolo di esclusiva. Così Kkr è tornata all’attacco dopo che alla fine del 2021 aveva manifestato l’intenzione di lanciare un’Opa su tutto il gruppo al prezzo di 0,5 euro ad azione.

 

henry kravis

[…] Ora Tim fa sapere di essere ben contenta di valutare una partnership con un partner finanziario come Kkr, così come quella di attendere altre proposte. Secondo indiscrezioni, infatti, Cdp - realtà a controllo statale - resta intenzionata a mettere sul piatto nella seconda metà di febbraio un’offerta anch’essa intorno ai 20 miliardi, cifra al di sopra delle stime firmate dai francesi di Vivendi, primi azionisti di Tim. In effetti, la cifra secondo gli analisti di Equita sarebbe superiore ai 17-19 miliardi per cui sarebbe valutata l’operazione. […]

vincent bolloreAlberto Signori - Kkrgiancarlo giorgetti mario draghi ai funerali di ratzinger

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?