alexander jakhnagiev

"LA DOMANDA SULLE FORMICHE? È STATA UNA SORTA DI VISIONE" -ALEXANDER JAKHNAGIEV FOLIES - CHI È IL DIRETTORE DI "AGENZIA VISTA", CHE HA CHIESTO ALLA MELONI SE "CALPESTA LE FORMICHE" - DI ORIGINI BULGARE, JAKHNAGIEV HA APERTO L'AGENZIA STAMPA 17 ANNI FA E NEL 2024 HA INCASSATO 184 MILA EURO DALLO STATO, DOPO AVER VINTO UN LOTTO DI UNA GARA DI PALAZZO CHIGI - IL DIRETTORE-ARTISTA, CHE DIPINGEVA LE PANZE E, AI TEMPI DEL COVID, LE MASCHERINE (ANCHE DELLA MELONI): "LA PREMIER AVREBBE POTUTO CAVALCARE LA DOMANDA PER PARLARE DI TANTE COSE, DI ARGOMENTI IMPORTANTI" (E INVECE HA RISPOSTO "NON SAPREI")

 

EDITORIA: QUALI SONO LE 11 AGENZIE DI STAMPA CHE HANNO VINTO IL BANDO DI PALAZZO CHIGI

Da www.policymakermag.it - 18 giugno 2024

 

Alexander Jakhnagiev

Si è conclusa con il decreto di aggiudicazione finale la procedura per l’affidamento di undici lotti di servizi a carattere specialistico, settoriale e video-fotografico della Presidenza del Consiglio dei ministri.

 

 

La gara, bandita lo scorso marzo, prevedeva la suddivisione in undici lotti per la durata di dodici mesi rinnovabili per altri 24, per un importo complessivo triennale di 55,83 milioni di euro al netto di Iva. Il terminale finale era fissato per l’11 aprile a partire dal quale si è insediata la commissione giudicatrice per valutare le offerte tecniche in base ai criteri di valutazione previsti dalla legge: la stessa commissione ha aperto le offerte lo scorso 2 maggio attribuendo il punteggio totale formalizzando dunque i risultati finali.

 

ALEXANDER JAKHNAGIEV

Il Lotto 1 è stato aggiudicato all’Agenzia ANSA all’importo annuale a 6.358.000,00 euro; il Lotto 2 è stato aggiudicato all’Agenzia ADNKRONOS all’importo annuale pari a 4.949.584,00 euro; il Lotto 3 è stato aggiudicato all’Agenzia AGI all’importo annuale pari a 1.680.000,00 euro; il Lotto 4 è stato aggiudicato all’Agenzia LaPresse all’importo annuale di 697.500,00 euro; il Lotto 5 è andato all’Agenzia La4News (che comprende Mf, Italpress, 9Colonne, Agenzia Nova) per 740.025,00 euro; il Lotto 6 se l’è aggiudicato Askanews all’importo annuale pari a 1.035.000,00 euro; il Lotto 7 è stato aggiudicato all’Agenzia Il Sole 24 Ore all’importo annuale pari a 640.000,00 euro; il lotto 8 all’Agenzia COM.E (che edita la Dire) per 436.100,00; il Lotto 9 se l’è aggiudicato l’Agenzia Infoedizioni (che edita Public Policy) per 144.000,00; infine il lotto 10 è stato assegnato all’Agenzia Withub (Gea) per 175.500,00 e il lotto 11 all’Agenzia VISTA per 184.300,00 euro.

 

 

ALEXANDER JAKHANAGIEV E LA DOMANDA A GIORGIA MELONI SULLE FORMICHE: «NON ERA PREMEDITATA, IL SENSO L'HA DATO LA SUA RISPOSTA»

 

Estratto dell'articolo di Natalia Distefano per www.corriere.it

 

GIORGIA MELONI RIDE ALLA DOMANDA DI ALEXANDER JAKHNAGIEV SULLE FORMICHE

Alexander Jakhnagiev, classe 1978, nato a Sofia (Bulgaria) lo riconosci al volo tra le teste dei giornalisti che affollano le conferenze stampa della politica italiana. È per quella sua lunga treccia che gli cade su una spalla. «Berlusconi ci scherzava sempre su – racconta il giornalista, direttore dell'Agenzia Vista –. Mi diceva: "Scommettiamo che prima o poi te la taglio?". Non ce l'ha fatta neanche lui a farla sparire. È parte di me».

 

Da ieri sul web si discute della sua treccia «un po' Pawnee, un po' Cherokee, un po' Zen», scrive mowmag.com. Ma soprattutto si discute dell'unica domanda riuscita – sul serio – a spiazzare la premier Giorgia Meloni durante il suo incontro con i giornalisti: 41 in tutto quelli accreditati, tra cui Jakhnagiev appunto, per altrettante domande sul paese e il suo operato, dalla politica internazionale ad Acca Larentia, dalla sorella Arianna ad Alon Musk.

ALEXANDER JAKHNAGIEV

 

L'unica, però, che l'ha fatta traballare e sorridere è stata quella del direttore «cherokee»: «Lei calpesta le formiche? Ci fa caso mentre cammina?». Risposta: «Io... non lo so. Diciamo che se le vedo non le calpesto. È la risposta giusta?.. sono disperata». […]

 

Partiamo dalla domanda. Da cosa è nata? Perché le formiche? Dove voleva arrivare?

«La verità? Non era premeditata. Non me l'ero assolutamente preparata. Chi pensa che ho passato del tempo a formularla, con chissà quale intento provocatorio, si sbaglia. E mi fa sorridere che invece altri ci stiano ragionando su tanto a lungo. Io sono un giornalista, ma sono anche un artista, lavoro con le immagini: quelle della mia pittura e quelle video per l'Agenzia Vista.

alexander jakhnagiev 12

 

Così ha preso forma questa domanda. Per immagini. Mi sono venuti in mente gli insegnamenti di mia nonna Nadja, il detto popolare bulgaro "quando calpesto le formiche piove", poi il fatto che la natura agisce secondo un istinto che nell'uomo diventa una scelta e quindi, traslando, un orientamento politico. Ho pensato alla Meloni che ha militato a lungo in una minoranza, era piccola, mentre ora è presidente del Consiglio. Grande tra i grandi del mondo.

 

Davvero, è stata una sorta di visione. Così ho deciso di fare questa domanda che io definisco "di orizzonte", come ho detto anche in conferenza stampa. Una domanda di ampio respiro, aperta a qualsiasi interpretazione e dunque a qualsiasi risposta. A dare davvero il senso alla domanda è stata solo la risposta della premier».

 

Le è piaciuta?

«Perché non avrebbe dovuto piacermi? Anche se all'inizio, lo confesso, ho pensato che forse Meloni, che è una persona acuta e anche ironica, avrebbe potuto cavalcare la domanda per parlare di tante cose, di argomenti importanti. O che avrebbe potuto costruire metafore, pescare una citazione, togliersi qualche sasso dalla scarpa.

 

GIORGIA MELONI RIDE ALLA DOMANDA DI ALEXANDER JAKHNAGIEV SULLE FORMICHE

Ma poi ho capito che la sua è stata una risposta concreta e onesta a una domanda nata con altrettanta spontaneità. Inoltre, in qualche modo, la sua reazione è in linea con il principio di istinto naturale che porta le formiche a scappare quando arriva la pioggia. La premier ha risposto con la pragmaticità che le è congeniale. Anche questa è un'espressione del suo modo di agire».

 

Molto filosofico. Ora però ci può spiegare bene il detto popolare?

«Me lo raccontava sempre mia nonna paterna, con la quale ho trascorso molto tempo, e si spiega così: le formiche sentono quando è in arrivo la pioggia, e allora si affrettano a completare quello che stanno facendo per rientrare al più presto nei formicai e mettersi al riparo.

alexander jakhnagiev 13

 

Ma paradossalmente, agitandosi, non solo sembrano molte di più ma diventa anche più facile calpestarle. O più difficile evitarle. E così si dice che quando si calpestano le formiche vuol dire sta arrivando un temporale. Ed esiste anche un seguito: "Chi scappa dalla pioggia rischia di incontrare la grandine"».  […]

 

Eppure sul web si è scatenato il caso. Dopo la "maggioranza bulgara" e "l'editto bulgaro" ora si parla della sua domanda "bulgara". E, anche, della sua treccia.

«Ho ricevuto tanti messaggi da colleghi e anche da politici. Ma nessuno dallo staff di Meloni, se è questo che vuole sapere. Invece le dico cosa mi diverte: sui social si è creata una spaccatura.

 

Quasi due nuovi partiti: da un lato c'è chi dice che sono un giornalista di regime, filofascista, che avrei potuto fare domande compromettenti sulle bollette invece di far sorridere la premier con la storia delle formiche; dall'altro si schiera chi mi accusa di essere il solito giornalista di sinistra che filosofeggia, di fiancheggiare i centri sociali, e di portare questa mia treccia come un simbolo di chissà quale battaglia rossa». […]

GIORGIA MELONI - alexander jakhnagievalexander jakhnagiev 8alexander jakhnagiev 6alexander jakhnagiev 1alexander jakhnagiev 7alexander jakhnagiev 2alexander jakhnagiev 5alexander jakhnagiev 4alexander jakhnagiev 9alexander jakhnagiev 14alexander jakhnagiev 3alexander jakhnagiev DAVIDE DESARIO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…