abdul hamid dbeibah

LA LIBIA È DI NUOVO SULL’ORLO DEL CAOS - LA VOLONTÀ DEL PREMIER, ABDUL HAMID DBEIBAH, DI CONSOLIDARE IL CONTROLLO SULLE FORZE ARMATE DELL'OVEST E RIDIMENSIONARE LE MILIZIE RIVALI, IN PARTICOLARE IL GRUPPO RAD, STA ALIMENTANDO LA TENSIONE: UN TENTATIVO ESTREMO DI SALVARE L’ESECUTIVO CHE, COME METTONO IN GUARDIA LE NAZIONI UNITE, RISCHIA SCATENARE UN NUOVO CONFLITTO A TRIPOLI CHE PUÒ TORNARE AD ACCENDERE IL MEDITERRANEO. E SAREBBERO CAZZI PER GIORGIA MELONI, CON UNA NUOVA ONDATA DI SBARCHI DI IMMIGRATI SULLE COSTE ITALIANE – L'APPOGGIO DI PUTIN AD HAFTAR E LA PARTITA DIPLOMATICA DEGLI USA DI SPONDA CON ROMA...

Daniele Ruvinetti per www.med-or.org

 

abdul hamid mohammed dbeibah 2

La Libia appare nuovamente sull'orlo di un conflitto armato, ennesima situazione al limite di questo decennio che ha visto il Paese afflitto da un’instabilità ormai sistemica.

 

Tripoli è diventata in questi ultimi mesi il fulcro di una tensione crescente, alimentata dalla volontà del premier Abdul Hamid Dbeibah di consolidare il controllo sulle forze armate dell'ovest e ridimensionare le milizie rivali, in particolare il gruppo Rada (Dispositivo di Deterrenza Speciale).

 

scontri a tripoli libia

Un tentativo estremo di salvare il suo esecutivo – il Governo di Unità Nazionale, GNU, precedentemente incaricato dall’Onu – da un destino ormai da tempo evidente: il capolinea di un’esperienza che ha visto Debeibah dapprima cercare di unire il Paese, per poi fallire nel tentativo di indire elezioni (già nel 2021) e infine alimentare divisioni e complessità interne.

 

Le mobilitazioni militari intorno alla capitale, i movimenti delle forze di Misurata e Gharyan, le esplosioni sospette a depositi di armi e i posti di blocco nelle strade visti in queste ultime settimane evocano scenari già vissuti, con il rischio concreto che il Paese ripiombi in una spirale di violenza.

 

DANIELE RUVINETTI

Le Nazioni Unite hanno lanciato ripetuti allarmi, mettendo in guardia dal pericolo che un nuovo conflitto a Tripoli possa rapidamente estendersi ad altre regioni – innanzitutto il Mediterraneo, ossia il bacino geostrategico primario dell’Italia.

 

La Missione Onu (Unsmil) e il Comitato 5+5 (l’organismo militare congiunto istituito dopo il cessate il fuoco del 2020 per facilitare la de-escalation e monitorare le intese tra le parti) hanno chiesto a tutte le forze di rientrare nelle basi di appartenenza e di astenersi da azioni unilaterali, sottolineando la necessità di proteggere i civili e di mantenere in vita il fragile processo politico.

soldati di pattuglia a tripoli libia

 

Sono innanzitutto le tensioni interne a Tripoli a meritare un approfondimento specifico, perché è da qui che molto nasce. La milizia Rada, ad esempio, non è soltanto un gruppo armato ma controlla infrastrutture strategiche come l’aeroporto e il carcere di Mitiga (dove sono detenuti anche jihadisti di al-Qaeda e ISIS).

 

La sua forza deriva anche da alleanze fluide: contatti con Haftar, rapporti con il Consiglio Presidenziale e un legame ambiguo con la Turchia, che la rendono un attore ibrido e difficilmente incasellabile. In modo del tutto simile, altre milizie si sono fatte largo nel complesso mosaico libico.

 

abdul hamid mohammed dbeibah

Finché il GNU è riuscito a mantenere un equilibrio con esse – sostanzialmente foraggiando l’equilibrio di potere – l’instabilità è rimasta controllata. Ma attualmente Dbeibah ha difficoltà a gestire il bilancio, bloccato anche da una diatriba con la Banca Centrale Libica (connessa anche all’accesso ai proventi petroliferi). E quindi sicurezza, fondi, energia – tutto collegato in un caos sistemico.

 

Intanto la popolazione civile vive in una costante incertezza, tra posti di blocco, spari sporadici e timori di una nuova guerra urbana che aggraverebbe l’emergenza umanitaria.

 

giorgia meloni col premier libico abdul hamid DBEIBAH

A questo si somma la fragilità istituzionale del GNU, la cui legittimità è stata erosa dal mancato svolgimento delle elezioni del 2021, fattore che ha rafforzato il potere delle milizie come alternative allo Stato. Se le tensioni dovessero degenerare, il rischio è però anche legato alla possibilità che attori esterni – Russia, Egitto, Emirati o anche la stessa Turchia – possano sfruttare il caos per rafforzare la propria influenza.

 

Accanto alle tensioni interne, emergono infatti nuove manovre regionali. Ankara, storico sponsor del governo di Tripoli, mantiene uomini a Mitiga ma sembra riorientare parte della propria strategia verso un dialogo con Haftar e i suoi alleati.

 

auto date alle fiamme dai manifestanti libia scontri a tripoli

Negli Emirati Arabi Uniti si susseguono incontri che vedono protagonisti Khalifa e Saddam Haftar, e si intensificano i contatti tra la milizia Rada e le forze di Bengasi, fino a ipotizzare un'integrazione sotto l'ombrello dell'LNA (Libyan National Army, la formazione guidata da Khalifa Haftar con base nella Cirenaica). Parallelamente, l'Egitto e gli Emirati rafforzano il loro sostegno agli Haftar, mentre la Russia, attraverso il ridispiegamento di risorse già presenti in Siria, torna a proiettare influenza a est.

 

In questo quadro instabile, si affacciano anche gli Stati Uniti: la scorsa settimana, a Roma, Massad Boulos, consigliere del presidente Donald Trump per gli Affari Africani, ha preso parte a un incontro senza precedenti tra Ibrahim Dabaiba (nipote e consigliere del premier del GUN di Tripoli) e Saddam Haftar (figlio di Khalifa e vicecomandante dell'LNA), reso possibile dalla mediazione congiunta di Italia e Stati Uniti – il che rappresenta un segnale politico rilevante.

 

a tripoli manifestazioni contro il premier Dbeibah

Qui si apre lo spazio dell'Italia, che cerca di confermare la centralità in un dossier storicamente primario nella propria agenda. Il recente incontro a Roma tra il viceministro della Difesa libico Abdulsalam Zoubi, i ministri Guido Crosetto e Matteo Piantedosi e i vertici dell'intelligence italiana, riflette la volontà di sostenere le capacità istituzionali del ministero della Difesa libico, fornendo addestramento e supporto tecnico.

 

Gli avvertimenti delle Nazioni Unite, i tentativi di mediazione – molti dei qualifacilitati anche dall’Italia – tra le fazioni libiche e gli sforzi di Ankara per dissuadere un’azione militare si scontrano con la determinazione del premier di Tripoli a rafforzare il proprio controllo sull’ovest del Paese.

 

PIANTEDOSI CROSETTO

In un recente intervento televisivo, Dbeibah ha sottolineato che il governo intende portare avanti il piano di sicurezza, non arretrare nello smantellamento delle milizie e riportare sotto l’autorità statale tutte le infrastrutture strategiche – porti, aeroporti e carceri. Ha definito le formazioni armate gruppi criminali che si rifiutano di integrarsi nelle istituzioni ufficiali, accusandole di agire come un vero e proprio colpo di mano contro lo Stato e di esercitare ricatti sulle strutture pubbliche – anche se proprio queste finora hanno garantito la prosecuzione delle attività governo.

 

SOLDATI IN LIBIA

A spiegare la durezza attuale di Dbeibah c’è anche un fattore politico-istituzionale: UNSMIL ha presentato una roadmap della durata di circa due mesi che punta a un’intesa tra Est e Ovest per rimodellare l’Alta Commissione elettorale (oggi incompleta) e creare un nuovo governo unificato di scopo, con l’obiettivo di accompagnare il Paese verso elezioni nazionali. Per il premier, mostrare fermezza contro le milizie diventa dunque una questione di sopravvivenza politica, in risposta all’agenda fissata dalle Nazioni Unite.

LA SPARTIZIONE DELLA LIBIA

DANIELE RUVINETTI

SOLDATI IN LIBIA

Ultimi Dagoreport

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO