dago facci

20 ANNI DI DAGOSPIA – FACCI: “IL COSIDDETTO SPIRITO DEL TEMPO ALEGGIA TUTTO LÌ, SU DAGOSPIA. NON SUI COSTOSISSIMI SITI DEI GIORNALONI, NON SUI QUOTIDIANI ONLINE CHE VORREBBERO "SPIEGARE BENE" LE COSE AGLI ANALFABETI FUNZIONALI - DAGO È ANCHE UN PO' STRONZO, SE SERVE. È IRASCIBILE. ED È PURE VENDICATIVO, SE LE SEGNA PER ANNI, ED È FORSE LA SUA COSA CHE MI PIACE DI PIÙ. NON CI CREDERETE, MA D'AGOSTINO È UN UOMO D'ONORE"

 

 

Filippo Facci per “Libero Quotidiano”

 

FILIPPO FACCI

Dagospia ha compiuto vent' anni (ieri) e lo scrivente è amico personale del suo creatore Roberto D' Agostino, che è simpatico a Vittorio Feltri, è adorato da Melania Rizzoli, in redazione piace a un sacco di gente (oltreché essere utile) e quindi poche balle, questo non è un articolo, è una celebrazione, un peana, una marchetta, un soffietto, in gergo un clamoroso pompino.

 

Mi piace D' Agostino, mi piace sua moglie Anna Federici, mi piace il loro figlio Rocco (con cui ho giocato a pallone, a casa loro, quando era ancora uno gnomo) e quindi girate al largo se invece non gradite il personaggio o il suo sito, o manco sapete che cosa sia: l' articolo non fa per voi.

 

Girate al largo anche se credete che il suo sia meramente «un sito di gossip» (ciò che anche è, beninteso) perché qui non troverete neppure i classici «sì ma però» che s' infilano sempre negli articoli che fingono di guardare le due facce della medaglia: qui la medaglia è una sola, e la affiggiamo volentieri al petto di D' Agostino sperando pure di pungerlo, che tanto lui non fa altro con l' universo mondo.

dago e anna nel sottoscala

 

Il CAPODANNO DA LUI

FILIPPO FACCI CON SIGARETTA

La parentesi personale la apro e chiudo in un secondo. Mi fido di lui, punto. Aggiungo che in genere mi concedo due sole uscite mondane all' anno, peraltro ravvicinate: una è la Prima della Scala a Milano, la seconda è la festicciola di Capodanno di Roberto D' Agostino a Roma. Non mi serve altro, per capire che aria tira nelle quote alte o altissime di questo Paese. Per il resto, per comprendere e indagare le quote medio basse, in strada o al supermercato, ho tutto il resto dell' anno.

 

giorgio rutelli anna federici dago

Non potrei certo capire leggendo i giornali, che non bastano. Figurati dai giornalisti figurati, che vivono nella loro bolla (come altre categorie) e delle altre bolle apprendono da internet, ma quale internet?

 

Quale sito mescola incomparabilmente alto e basso, anzi bassissimo e altissimo? Domanda retorica. Anche perché frattanto tra altissimo e bassissimo, più o meno in tutto il Pianeta, hanno abolito la medietà: non solo la classe cosiddetta media, ma anche quei corpi intermedi che in due decenni hanno avvicinato inesorabilmente e orribilmente (secondo me) potere e popolo, e questo a discapito delle istituzioni, delle competenze, degli esperti, di chi ha studiato e sudato.

dago con la redazione (giorgio rutelli francesco persili federica macagnone riccardo panzetta alessandro berrettoni)

 

Dago in redazione - ph Massimo Sestini

L' internet popolare, inteso come web, è nato giusto vent' anni fa (come Dagospia) e da allora la percezione, anzi il percepito, ha avuto la meglio sulla realtà: tutto è a disposizione di tutti, e però - per dirla con una mia collega a cui Dagospia non piace per niente - se tutta la conoscenza del mondo è gratis, beh, non frega più niente a nessuno di imparare qualcosa. E allora, per farla breve, la selezione è tutto. E su Dagospia c' è una selezione che mi è preziosissima, non so come farei senza, c' è un sacco di robaccia che non m' interessa e che salto salto (come su ogni giornale, come in tv) ma il cosiddetto - perdonatemi - spirito del tempo aleggia tutto lì, su Dagospia.

 

dago e anna passeggiano a oxfordmelania rizzoli roberto d agostino

Non sui costosissimi siti dei giornaloni, non sui quotidiani online che vorrebbero «spiegare bene» le cose agli analfabeti funzionali in un Paese dove il sito di cucina «Giallo Zafferano» ha più utenti del Sole 24 ore. Quindi, da vent' anni, piaccia o no, Dagospia fa questo: selezione, un bollettino di informazioni su qualsiasi cosa, e il suo valore aggiunto incomparabile è dato dalla qualità di chi lo frequenta e legge.

DAGO CON ALBERTO ARBASINO

 

Poi, se volete, chiamatelo «aggregatore» di notizie: se non fosse che Dagospia ha anche una vocazione all' informazione indipendente (i dagoreport) e fa un sacco di scoop che spesso i giornaloni riprendono senza citare la fonte.

 

E, a proposito di fonti, Roberto D' Agostino ne ha di incredibili per numero e qualità: uno dei primi fu il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, e via via a scendere. Poi nel tempo il sito è anche cambiato, come tutte le cose: il divorzio tra D' Agostino e il mitico fotografo Umberto Pizzi ha segnato il passaggio dalla qualità professionale all' epoca in cui ogni pirla può scattare con un cellulare, ennesimo esempio di dis-intermediazione.

Dago in redazione - ph Massimo Sestini

 

 

La celebre rubrica «Cafonal» era questo: il vero rito sociale della comunicazione trasformato in travolgente e pacchiano esibizionismo, lo sforzo sovrumano di cercare di comunicare che cosa vorrebbero essere (sembrare) ma che ormai è stato sostituito dall' autoritratto riveduto e corretto, il selfie, i finti e finte «influencer» intesi come proiezione dell' immaginario altrui, speranza di come ci possano percepire. Troppi paroloni. Resta che, nel tempo, è cresciuta l' importanza di Dagospia e quindi anche le querele, i i nemici, i finti snobbatori col demenziale atteggiamento «Dagospia non esiste».

 

LE CENE ROMANE

Dago in redazione - ph Massimo SestiniNell attesa legge Dagospia

boncompagni dago arbore

Dopodiché, detto questo, l' articolo è finito. Tra altri diec' anni vi racconteremo di quando D' Agostino scoprì che l' economia e la finanza avevano preso il sopravvento sulla politica, quando scoprì l' importanza delle cene romane di potere, la sua malcelata antipatia per le inamidate sciure milanesi, la differenza tra look e bellezza, il superficiale come unico essenziale (copyright Leo Longanesi) e il suo amore per Renzo Arbore, Gianni Boncompagni, Barbara Palombelli, le sue straordinarie qualità di titolista, il «fenomeno Dagospia» diventato oggetto di dibattiti dove non si capisce un cazzo (è essenziale) e la passione per l' arte moderna, la casa museo, i crocefissi, i tatuaggi, il suo «noi siamo la nostra fiction» che un giorno mi folgorò, il perché per fare Dagospia - e spesso anche per leggerlo - occorre essere un po' vecchi. Poi basta. Perché D' Agostino è anche un po' stronzo, se serve. È irascibile. Ed è pure vendicativo, se le segna per anni, ed è forse la sua cosa che mi piace di più. Non ci crederete, ma D' Agostino è un uomo d' onore.

roberto d agostino e vittorio sgarbiDAGO E TIM COOKDAGO BY UBALDO PANTANIarbore, zero, verdone e dagomorgan vittoria risi dagoINTERVISTA A DAGO SU POLITICO LINKATA DA DRUDGE REPORTdago e cossigaMOANA DAGO, 1993dago e achille bonito oliva ROBERTO DAGOSTINO DAGO E PAOLO VILLAGGIO FOTO MARCELLINO RADOGNAarbore, zero e dagoDAGO IN CATTEDRAdago dj ,nando e lady proietti e dagoDAGO E MICHELA ANDREOZZI - 1986, DOMENICA INmughini e dagoDAGO 1991 E 2018Dago 1965 a Londratorta dagospia 18veronica del soldaDago in redazione - ph Massimo SestiniDAGO, TIPICO CARCIO ROMANESCO . - VERNISSAGE ESSELUNGA

I SOPRANNOMI DI DAGOSPIADAGOSPIA E POLITICO - DA IL MESSAGGEROdago e anna 2coca cola omaggia dagospiaDago in redazione - ph Massimo Sestinialta societa' su dagospiaDago in redazione - ph Massimo SestiniDago in redazione - ph SestiniDago in redazione - ph Massimo SestiniDago in redazione - ph Massimo SestiniANNA FEDERICI DAGO MARINA VALENSISEanna federici federica macagnone riccardo panzetta francesco persili giorgio rutelli alessandro berrettoni francesco galvanetto dago mattia sistidago e anna in treno 1Dago in redazione - ph Massimo Sestinianna federici e gli studenti di oxford durante l'intervento di dagoArbore, Barbara Boncompagni e la redazione di Dagospiadago con la redazione e gli studenti all'ingresso della dining hall dell'oriel college di oxforddago e anna al new college di oxford

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...