20I3, ODISSEA NELLO STRAZIO - LA CRISI AMMAZZA ANCHE LA VOGLIA DI PENSARE - L’ITALIANO MEDIO NON LEGGE PIÙ I GIORNALI (I LIBRI NON LI HA MAI LETTI) E RINUNCIA ANCHE ALLO SVAGO - NON VA PIU’ ALLO STADIO, NE’ AL CINEMA MA SE NE STA BARRICATO IN CASA. UN ANIMALE STANZIALE, META’ SOCIAL-DIPENDENTE, META’ TELE-MORENTE CHE TRA UN TWEET DI MARIO MONTI E UNA RICETTA DELLA CLERICI NON SA PIÙ A CHI DARE I RESTI…

Andrea Scanzi
per "Il Fatto quotidiano"

E' un viaggio verso l'ignoto, o piuttosto verso l'abisso, quello che l'italiano medio si appresta a compiere nel 2013. Un tragitto ipotetico, sognato e quasi sempre frustrato: "correre stando fermi", riprendendo un vecchio successo degli U2. La crisi economica non ha minato solo i bisogni primari, i ristoranti (pieni soltanto nei sogni perversi di Berlusconi) e i viaggi (ridotti da tempo a un mesto mordi e fuggi).

L'italiano qualsiasi, puntualmente figlio di un Dio minore, dovrà rinunciare sempre più a quel che attiene al quotidiano ludico. Al divertimento, meglio (o peggio) ancora se legato al funzionamento delle attività cerebrali. Giornali, cinema, libri. La crisi non distrugge unicamente le roccaforti di sinistra, ma pure il mercato (di destra?) dell'auto, devastato da una crisi che non si registrava dal 1979. Cominciare l'anno spargendo pillole di apocalisse non è granché popolare, ma conoscere i sintomi della malattia - e i focolai del virus pauperistico - può aiutare a reinventarsi una vita. Forse.

Carta non canta. E neanche vende.

Il cartaceo morirà. Non è soltanto un vaticinio antico, come sempre allegrissimo, di Gianroberto Casaleggio (quello imitato da Crozza, ma pure quello vero). Ormai gran parte degli italiani si informa - se si informa - in Rete. Sia perché è quasi sempre gratis, sia perché è spesso più credibile (pagare un euro e venti al giorno per leggersi Battista è un masochismo fuorimoda).

Crollano i quotidiani, boccheggiano i settimanali, chiudono i mensili. Per alcuni il web è salvezza, per altri qualcosa di simile ai muri dei cessi pubblici. Entrambe le cose: ci trovi di tutto, dall'articolo irrinunciabile agli sfoghi più rancorosi. Nel 2013 gli italiani compreranno sempre meno giornali, compulsando piuttosto i loro iPad. Solo che, spesso, i soldi per comprare l'iPad non ce li hanno. E l'Adsl manca nel 50% delle case più povere (fonte Censis-Rur). Ecco il paradosso: da una parte l'Italia vorrebbe essere più smart, dall'altra manca degli strumenti basilari. Come andare in bicicletta senza piste ciclabili. O piuttosto senza bici.

Libri. Chi erano costoro?
 Il crollo del cartaceo travolge anche le vendite dei libri. Con la differenza, non troppo marginale, che l'Italia è sempre stato il paese con meno lettori d'Europa (e quando gli parte la rara fregola del romanzo, si abbevera alle fonti di Moccia o del sadomaso grigio-discount: a volte l'analfabetismo è un'alternativa quasi auspicabile).

La letteratura, da noi, si era portata avanti da sola, anelando all'estinzione prima ancora che arrivasse la congiuntura economica. Se l'informazione sembra sopravvivere con il mercato dei tablet, i libri agonizzano doppiamente perché l'e-Book non decolla. A conferma che, qui, il problema non è tanto il portafoglio semivuoto quanto piuttosto la forma mentis. Vagamente obnubilata.

Niente sorpassi, niente Torpedo Blu
L'auto era la sublimazione del consumismo. Il sogno dei maschi italiani, il simbolo di ricchezza, il prolungamento fallico (gridavano le femministe). Nel 2012 la Waterloo delle quattro ruote è stata impietosa: meno venti percento. Benzina alle stelle, stipendi alle stalle. Italia in stallo.

Boia chi molla. E noi (un po') molliamo.

Gli italiani non vanno più allo stadio. In sé sarebbe una notizia parzialmente positiva. Nei paesi meno adusi alle rivoluzioni serie, l'unica cosa per cui ci si arrabbia è il superfluo. Ancor più se legato a un pallone. La crisi costringerà gli italiani a cambiare (addirittura in meglio)? Non esattamente. L'italiano medio, come ammoniva Maccio Capatonda in un trailer omonimo, rinuncia a tutto tranne che al moviolone. Così, in mancanza di soldi, si lascerà bastare Fabio Caressa (se può permettersi Sky) o Paola Ferrari (se è prossimo alla canna del gas). Ieri c'erano gli spalti pieni, oggi tanti Fantozzi in mutande. E forse qualche rutto libero.

Grande schermo, sala vuota.

Il mercato cinematografico è franato. Il dato positivo è che il cinepanettone è al tramonto, ma sarebbe come esultare se un meteorite - impattando il pianeta Terra - ha estirpato anche il cancro. I film non si guardano più (se non in tivù): li si immaginano. Come per i ristoranti: ci possono andare in pochi, ma su TripAdvisor le recensioni (anonime) abbondano. Migliaia di italiani non mangiano frico o tartare da decenni, però si autoconvincono di averle trangugiate davvero, come in tante Second Life a buon mercato. Per i film è lo stesso: nessuno va al cinema, ma tutti ne disquisiscono. Cantava Rino Gaetano: "Mio fratello è figlio unico perché non ha mai recensito un film senza prima vederlo". L'italiano del 2013, più che fratello figlio unico, sarà orfano. Di se stesso.

La televisiun l'ha gà una forsa da leùn

In tale contesto sfavillante, mediamente ameno e vagamente postbellico, l'unico boom non è economico ma catodico: la carta è morta e il cinema non si sente bene, ma la tivù è ancora il focolare di quasi tutti. E' bello sapere che i cittadini, durante le feste, abbiano potuto godere massicciamente - lo attestano i dati Auditel - delle repliche Rai, dei Concerti di Capodanno e dei Re Leone. Se questa è la tendenza, l'italiano medio si perderà i nuovi capolavori di Mann o Scorsese, ma non smarrirà nemmeno un fotogramma della D'Urso. Menomale.

Implosioni silenziose

L'effetto della crisi sulle afflati ludici degli italiani, da un punto di vista fisico, è l'implosione. La stasi. L'immobilità. Niente auto, niente passeggiate verso l'edicola, niente parcheggi da cercare fuori dallo stadio o dal multisala. L'italiano del 2013 sarà un animale stanziale. Barricato nella sua tana. Inchiodato al monitor, trafitto dal piccolo schermo. Perso tra un tweet di Mario Monti, un dibattito su Balotelli e una ricetta della Clerici. Auguri.

 

CRISIEUROCRISI GRECA MACCIO CAPATONDA IL CAPPELLO RINO GAETANO

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...