sid vicious

SID VICIOUS, ICONA DI LIBERTÀ O UTILE IDIOTA TRASFORMATO IN VITTIMA? - A 40 ANNI DALLA MORTE, FAN E CRITICI SI DIVIDONO SULL'ICONA PUNK - CRESCIUTO SENZA PADRE, HA VISSUTO SENZA RADICI E CON UN’IDENTITÀ DEBOLE - DI SICURO L'OVERDOSE FATALE, FU CONSAPEVOLE - NICK KENT, IL CELEBRE GIORNALISTA MUSICALE CHE VICIOUS AGGREDÌ CON UNA CATENA DI BICICLETTA: “SID NON AVEVA NESSUN TIPO DI TALENTO SE NON QUELLO DELL'AUTODISTRUZIONE. ECCO PERCHÉ RAPPRESENTA UN SIMBOLO PER I GIOVANI” - VIDEO E FILM

Marco D' Eugenio* per “il Giornale”

*Autore di una nuova biografia di Sid Vicious, in uscita a primavera.

 

sid vicious al chelsea hotel

Anche a distanza di anni dalla morte la cattiva fama non l'ha abbandonato. La sua figura riesce ancora a innescare polemiche e a suscitare reazioni controverse. Nell' aprile 2014 il nome di Sid Vicious viene inserito dal Consiglio di distretto di Tunbridge Wells, città del Kent dove il bassista dei Sex Pistols ha vissuto tra il 1965 e il '71, in una lista di 32 celebrità cui dedicare una targa commemorativa. Apriti cielo!

 

Diversi cittadini e associazioni protestano: Sid il Malvagio non può essere messo sullo stesso piano di eroi di guerra e personalità di rilievo storico e civile. Peter Campbell, 49enne del luogo, va giù duro: «Nessuno vuole ricordare che Sid Vicious ha vissuto qui; era un uomo vile che è morto così come ha vissuto: circondato da sporcizia e miseria». Un altro cittadino, Claire Fenwick, gli fa eco: «Non c'è nulla di bello da raccontare su Vicious, e sarebbe meglio dimenticare per sempre il suo nome».

SID VICIOUS JOHNNY ROTTEN

 

Gli anni passano, dunque, e l'icona punk dai capelli a punta continua a dividere. Difficile trovare una sintesi tra chi lo ritiene un violento, un utile idiota trasformato dall'industria musicale (e da un manager cinico) nella vittima sacrificale di turno e chi lo considera alla stregua di un eroe che, senza cedere a compromessi, ha fatto tutto «a modo suo» ritagliandosi uno spazio nella storia della musica e del costume contemporanei.

Altrettanto complicato stilare percentuali e responsabilità sue e delle persone che gli furono accanto, a partire dalla madre Anne e dal manager Malcolm McLaren. Crescere senza una figura paterna e con una madre priva di autorevolezza non deve essere stato facile. Come spostarsi di continuo e crescere tra volti e luoghi sempre diversi. Gli appartamenti, i quartieri e le città di Sid cambiarono continuamente al pari dei nomi. Fu Simon, John, Hymie, Spiky John e infine Sid Vicious. Tanto furono deboli la sua identità e le sue radici che finì per immedesimarsi nel nome d' arte datogli dall' amico Johnny Rotten, incapace di distinguere tra finzione e realtà.

 

Nancy Spungen e Sid Vicious

Di sicuro lo schianto finale di Sid, l'overdose fatale, fu consapevole. «Probabilmente morirò entro i 25 anni, ma avrò vissuto nel modo in cui volevo», disse e ribadì più volte. Quasi fosse una missione da compiere a tutti i costi.

 

Nick Kent, il celebre giornalista musicale che Vicious aggredì con una catena di bicicletta, ha recentemente osservato come «la sua morte prematura fu un atto di gloria perversa. Una cosa molto stupida perché Sid non aveva nessun tipo di talento se non quello dell'autodistruzione. Ecco perché rappresenta un simbolo per i giovani».

 

C'è del vero in quanto sostenuto dalla storica penna del giornalismo inglese: l'autodistruzione è il motivo per cui Sid è conosciuto dai più. Ed è altrettanto vero che con lui si è inaugurata la stagione dell' autolesionismo sotto i riflettori. Prima di lui, nessun artista aveva perseguito e reso pubblico il proprio percorso di autodistruzione. Iggy Pop, Jim Morrison e Syd Barrett sono stati quelli che maggiormente fecero partecipi il pubblico del loro declino mentale e fisico, tuttavia senza la perseveranza e la predeterminazione che caratterizzarono il dramma di Vicious. D'altra parte, il suo fascino è legato alla capacità di trasgredire le regole infischiandosene dell' istinto di autoconservazione e del socialmente accettabile oltre al bell' aspetto (anche se in modo diverso rispetto ai canoni più tradizionali) che la morte prematura ha conservato per sempre.

JOHNNY ROTTEN E SID VICIOUS

 

Sid Vicious è oggi un' icona universalmente riconosciuta, che, se da una parte è la fotografia decadente dell' ex Impero britannico, dall' altra rappresenta il volto di un movimento artistico vivace e brillante, tutt'oggi capace di suscitare interesse e di ispirare l' arte e i costumi del mondo occidentale. La catena al collo, i capelli a istrice, l' immancabile chiodo e il caratteristico ghigno sono ancora oggi copiati, imitati e rappresentati ovunque.

 

Tra i settori che lo hanno citato e richiamato più spesso c'è, non a caso, l' alta moda. C' è poi il lascito artistico. La capacità con lo strumento e la partecipazione al processo creativo e musicale nei Sex Pistols furono limitate. Le sue interpretazioni di Something Else, C' mon Everibody e My Way sono invece fenomenali. Pare che lo stesso Sinatra ritenesse quest' ultima la versione migliore della sua celebre hit.

sid vicious

 

Quelle dei due classici di Eddie Cochran, poi, dimostrano una straordinaria credibilità di Vicious nell' interpretare il rock' n'roll. Non è un caso che proprio la convincente cover di Something Else sia stata la canzone più venduta nella breve storia dei Pistols. Chissà. Senza la prematura morte, Sid forse sarebbe riuscito a sopravvivere artisticamente agli anni Ottanta e diventare un rocker di successo come Billy Idol. Di certo ne aveva le potenzialità.

 

Infine, l' aspetto umano. Sid Vicious morì a New York il 2 febbraio 1979, in un piccolo appartamento del Greenwich Village. Il giorno stesso era uscito dal carcere su cauzione, dove era rinchiuso con l' accusa dell' omicidio della fidanzata Nancy Spungen.

Un' overdose d' eroina segnava la fine di una vita umana rivelatasi troppo fragile e l' inizio di un mito. Dietro il personaggio pubblico, però, c' era un mosaico molto più difficile da comprendere e interpretare di quanto si possa pensare.

La storia dell' inetto che aveva trasformato una finzione rock in una vita patetica e drammatica, come raccontarono quotidiani dell' epoca, era solo un lato della storia. In quel sacco destinato all' obitorio, c' era non tanto il cadavere della tormentata star del punk quanto quello di un ragazzo inglese di 21 anni dalle molte identità e tante contraddizioni. Il nome all' anagrafe era John Simon Ritchie. A pensarci bene, però, quello spilungone che un tempo rideva di tutto e di tutti era morto già da tempo, ucciso proprio dal suo alter ego Sid Vicious.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....