AHI! TECH - SUONARE NON È UN GIOCO: LA RECENSIONE DI “ROCKSMITH”, IL VIDEOGAME DEI VERI ROCKETTARI

A cura di Andrea Andrei per Dagospia
(Twitter: @andreaandrei_ )

Fin dall'epopea di "Guitar Hero" e "Rock Band", i videogiochi musicali hanno sempre diviso molto il pubblico. Da una parte gli appassionati che non riuscivano più a staccarsi dalle loro chitarrine di plastica con i tasti colorati, dall'altra i musicisti veri, che spesso mal tolleravano riproduzioni approssimative della loro più grande passione, rendendola appannaggio di nerd occhialuti.

Ebbene, forse "Rocksmith" può mettere d'accordo entrambe le categorie. Prodotto da Ubisoft per PlayStation 3, Xbox 360 e PC, e uscito quasi un anno fa, nel settembre 2012, ancora oggi è un titolo su cui l'azienda canadese punta molto, tanto da averne annunciato, durante l'Electronic Entertainment Expo (E3), una nuova versione per il 2014, con altre funzioni e 50 nuovi brani.

Ed è la stessa Ubisoft ad aver annunciato in quell'occasione che secondo uno studio condotto negli Stati Uniti dal Research Strategy Group Inc., Rocksmith è il modo più veloce per imparare a suonare la chitarra, mentre un'altra indagine condotta da Toluna Group ha rilevato che il 95% dei giocatori di Rocksmith ha confermato di aver migliorato le proprie abilità con la chitarra.

PRIMI PASSI
Ma vediamo nella pratica di che si tratta. "Rocksmith" viene venduto in una confezione che comprende, oltre al gioco, anche un cavo che collega la console a una normale chitarra elettrica (o acustica amplificata) o a un basso, tramite jack.

Dopo aver collegato lo strumento (che non è incluso e che perciò bisogna procurarsi), ci si deve assicurare che il collegamento della TV alla console sia idoneo. Se si ha solo il cavo HDMI, senza un'amplificazione esterna (tipo home theatre) ci si ritrova di fronte alla prima difficoltà, perché il gioco, per avere una buona sincronia audio-video, necessita che la console sia collegata alla TV tramite un cavo component o appunto abbia un'uscita audio esterna.

Risolto il problema, si può cominciare. Sarà lo stesso gioco a verificare che la chitarra o il basso siano accordati. Una delle cose davvero positive di Rocksmith è che il videogame riesce a riconoscere in poco tempo il livello del giocatore/musicista. Se è un principiante, lo guiderà passo passo spiegando con dovizia di particolari (ma sempre in maniera molto semplice e comprensibile) la posizione, l'accordatura, e via via anche gli accordi, i riff, gli assoli.

Il tutto senza dimenticare la tecnica, con bending, slide, double-stop e quant'altro, opportunamente mostrati da video tutorial. Si tratta di informazioni preziose per i principianti ma anche per i chitarristi più esperti (un ripassino non fa mai male), che comunque possono passare direttamente oltre.

Come dicevamo, il gioco si adatta al livello e alle capacità del giocatore, facendolo cimentare in più di sessanta brani, fra cui "House of the rising sun" degli Animals, "Rebel Rebel" di David Bowie, ma anche "Satisfaction" dei Rolling Stones, "Outshined" dei Soundgarden, "Creep" dei Radiohead, "Run back to your side" di Eric Clapton, "Plug in baby" dei Muse e tanti altri.

Man mano che si avanza, ovviamente, le cose si fanno più complesse. Ma niente paura: il gioco dà sempre la possibilità di ritornare sui propri passi ed esercitarsi per migliorare sempre di più. Si possono anche isolare dei singoli riff e risuonarli più volte. In questo l'unica pecca sta nel fatto che la navigazione nel menu non è il massimo della velocità e dell'intuitività.

Di fatto, collegando il proprio strumento alla console è come se la TV si trasformasse in un amplificatore. Il consiglio perciò è di utilizzare una cuffia, così da poter ottenere il massimo della qualità audio.

GAMEPLAY (PIÙ "PLAY" CHE "GAME")
Esistono varie modalità in cui cimentarsi. La "carriera" è del tutto simile a quella dei predecessori Guitar Hero e Rock Band, in cui si comincia suonando le canzoni più facili in locali di periferia e si diventa, concerto dopo concerto, delle vere rockstar che si esibiscono negli stadi.

Di ogni canzone si possono suonare delle note singole, gli accordi, o un mix delle due cose.

La grafica è in stile Guitar Hero, con le note colorate che si avvicinano progressivamente e che vanno suonate al momento opportuno. La differenza è che la tastiera rappresentata è quella di una chitarra tradizionale, che non ha solo dei pulsanti colorati, ma tasti e corde.

Sia chiaro: giocare a Rocksmith non è semplice, neanche per chi la chitarra già la sa suonare. Si tratta comunque di dover interiorizzare un metodo, proprio come quando si studia. Bisogna imparare a riconoscere subito a quale colore corrispondono le corde e a quali numeri i tasti. In verità lo schema ricorda molto quello delle tablature, che chi già strimpella avrà visto chissà quante volte, e che illustrano le varie posizioni per eseguire determinati brani.

Giocare solo occasionalmente a questo videogame potrebbe così non portare i risultati sperati. Ma se si vuole suonare davvero, bisogna impegnarsi e lavorare, anche se in questo caso il lavoro è puro divertimento. Il consiglio è di non mollare alle prime difficoltà, perché se si insiste alla fine si riesce e la soddisfazione è assicurata.

Il vero vantaggio che Rocksmith ha nei confronti dei metodi di studio tradizionali, è che si suona sempre con la canzone originale sul sottofondo. Si può provare, riprovare e poi riascoltarsi per capire dove si è sbagliato, senza dover pensare ad armeggiare con cd e mp3 per suonare solo determinate parti di canzoni.

Ma nessun musicista può dirsi tale se non si ritrova da solo con il proprio strumento e dà sfogo alla sua creatività. E Rocksmith dà anche questa possibilità. Si possono suonare liberamente (cioè senza nessuna base) diversi tipi di chitarre e bassi e vi si possono applicare gli effetti di diversi pedali.

CONCLUSIONI
Si può dire che Rocksmith non sia un gioco nel senso tradizionale del termine. La vera sfida, qui, è quella con sé stessi, e il fine non è la competizione. Il vero obiettivo è imparare e migliorare. Forse è anche per questo che il prezzo, anche a distanza di un anno, non è certo fra i più popolari: circa 85 euro per le console, quasi una settantina per PC.

Un titolo, come abbiamo detto, su cui Ubisoft ha puntato molto, con pubblicità, statistiche e testimonial del calibro di Jerry Cantrell degli Alice in Chains.

Se è la prima volta che si prende in mano una chitarra, il consiglio è comunque di seguire qualche lezione introduttiva, magari utilizzando il videogioco per esercitarsi a casa. Qualsiasi musicista sa che i consigli di un maestro che segue il proprio allievo sono insostituibili.

Rocksmith ha tutte le carte in regola per essere considerato il videogame musicale definitivo, basandosi su una semplice filosofia, cara a tutti i rockettari più intransigenti: "to play is not a play".

 

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