paolo elisabetta villaggio fantozzi

“ALL’INIZIO FANTOZZI A NOI FAMILIARI NON FACEVA RIDERE” - ELISABETTA VILLAGGIO RICORDA IL PADRE PAOLO, CHE HA CREATO IL PERSONAGGIO DEL MITOLOGICO RAGIONIER FANTOZZI: “A SCUOLA MI VERGOGNAVO DEL PAPÀ FAMOSO, LUI ALLA PRIMA DI "FANTOZZI" SCAPPO’ DALLA SALA” – IL MOTIVO PER CUI LIU’ BOSISIO MOLLO’ IL RUOLO DI PINA, IL PROVINO DI ANNA MAZZAMAURO, I DIRIGENTI RAI CHE NON LO RITENEVANO ADATTO ALLA TV, IL TOPO MANGIATO DA DE ANDRE’ E LA BOZZA DI UN LIBRO INCOMPIUTO, CON UN TITOLO: “IL SEGRETO DI GHIRLANDO” - VIDEO

Estratto dell’articolo di Tommaso Labate per il Corriere della Sera

 

Elisabetta Villaggio, chi era sua papà Paolo?

«Una persona normale. Curioso, iperattivo, amava i viaggi, la compagnia degli amici».

PAOLO ELISABETTA VILLAGGIO

Chi erano i suoi amici?

«Con Paolo Fresco, che sarebbe diventato amministratore delegato della Fiat, erano stati compagni di classe al liceo e da lì legati per sempre, per quanto diversissimi. Fabrizio De André era il figlio di una coppia di amici dei suoi genitori, avevano fatto delle vacanze in montagna da bambini, si erano persi per poi ritrovarsi da ragazzi, uniti da una stessa inquietudine: entrambi frequentavano l’università senza voglia, per compiacere la famiglia; entrambi non vedevano l’ora di lasciarla per vivere da artisti».

 

È vera la storia di suo padre che per scherzo portò De André a mangiare un topo?

paolo elisabetta villaggio

«La raccontavano spesso, ogni volta con una sfumatura diversa. Forse un fondo di verità c’era ma non credo che De André avesse finito per mangiare un topo intero».

 

(...)

Com’è stato essere, in senso letterale, la figlia di Fantozzi?

«Paolo Villaggio non è stato il papà che ti leggeva le favole prima di andare a dormire. Né uno di quelli che ti accompagnava a scuola o veniva ai colloqui con gli insegnanti».

 

Troppo impegnato?

«A scuola non lo volevo io, mi vergognavo del papà famoso».

Ai suoi compagni piaceva?

«Molto di più ai docenti. Tranne una prof delle medie, che lo considerava alla stregua di un pagliaccio».

Come arrivaste da Genova a Roma?

«Grazie a Maurizio Costanzo (...)

 

ELISABETTA VILLAGGIO COVER

«Un giorno viene convocato nella sede Rai di viale Mazzini da Giovanni Salvi, che era direttore di Rai1. L’aveva visto al “7x8” nei panni del Professor Kranz e voleva proporlo per un programma che stava per nascere e che sarebbe stato realizzato a Milano».

Quelli della domenica?

«Esatto. Il problema è che il resto dei dirigenti Rai non lo ritenevano all’altezza. Anzi, erano convinti che mio padre non avrebbe funzionato affatto in tv. Salvi si impose e fu un successo immediato».

 

Che cosa ricorda della genesi del Ragionier Fantozzi?

«Papà scriveva queste strisce che uscivano settimanalmente sull’Europeo. E la Rizzoli, a un certo punto, gli commissionò il libro. L’estate prima di girare il primo film, in vacanza al mare, ci leggeva gli sketch per verificare che facessero ridere».

In famiglia vi facevano ridere?

«Allora non così tanto. Oggi ho riletto il primo Fantozzi prima di iniziare a scrivere il mio libro e l’ho trovato irresistibile. Anche a mio padre il personaggio del Ragioniere piacque più a distanza di decenni che appena uscito».

Che ricordi ha degli esordi del film?

«27 marzo 1975, la prima del primo Fantozzi, al cinema di piazza Barberini, a Roma, con la sala gremita: invitati vip, amici e colleghi... Appena si spensero le luci e iniziò la proiezione, mio padre scappò dalla sala portandosi via anche mio fratello e corse a prendere la macchina».

paolo elisabetta villaggio 3

Per andare dove?

«Lontano dal centro storico. Raggiunse due sale, una a Piazza San Giovanni e un’altra ancora più in periferia. Era convinto, e aveva ragione, che il successo del film passasse attraverso il gradimento del popolo e voleva fare la prova di persona. Solo quando in entrambe le sale più periferiche assistette alle risate del pubblico, ecco, soltanto allora si calmò, riprese la macchina e tornò felice al Barberini”.

 

Aveva scelto lui gli altri attori?

«Credo li avessero scelti la produzione e il regista Luciano Salce, anche se lui aveva senz’altro avuto modo di assistere ai provini e di dire la sua. Fu però papà a proporre Milena Vukotic per il ruolo di Pina Fantozzi a partire dal terzo film, quando Liù Bosisio aveva deciso di lasciare».

Come mai la Bosisio aveva lasciato?

«Dopo il successo dei primi due Fantozzi, a una rappresentazione delle tragedie greche di Siracusa, durante una recita dal pubblicò qualcuno le aveva urlato “Pina!”. Alla Bosisio, una grandissima attrice che teneva al teatro, a quel tipo di teatro, molto di più di quanto non tenesse al cinema, tanto bastò per dismettere per sempre i panni della signora Fantozzi».

Toccò alla Vukotic.

paolo elisabetta villaggio 2

«Mio papà la adorava perché veniva dai film di Buñuel e di Fellini. C’era anche una sorta di timore reverenziale, infatti le disse: “Non ti offendere se ti chiedo di fare questo personaggio e se ti chiedo di farlo in un certo modo. Fai finta che sia una specie di cartone animato, perché così dev’essere la signora Pina!».

 

È vero che all’inizio anche Anna Mazzamauro era stata provinata come possibile Pina?

«Sì ma non era adatta. Poi fece dei provini talmente belli che la presero per la parte della Signorina Silvani».

Bosisio, Vukotic, Mazzamauro, il mitico Filini interpretato da Gigi Reder: erano amici anche nella vita reale?

liù bosisio

«Lavoravano insieme ma fuori non si frequentavano mai. Credo che lontano dal set, in qualche rarissima cena, mio papà abbia incrociato solo la Vukotic».

 

Suo papà ha mai odiato Fantozzi?

«Non credo. Anzi, sono sicura di no. Certo, ha girato più Fantozzi di quanti avrebbe voluto e alcuni episodi, alla fine, sono un po’ tirati per i capelli. Però funzionava e aveva successo, per cui per fare le cose che piacevano a lui finiva per mettere la firma su contratti che prevedevano qualche Fantozzi in più».

La politica?

«Era di sinistra, interessato soprattutto ai temi legati alle libertà individuali. Da qui le due volte che decise di candidarsi, una con Democrazia proletaria di Mario Capanna, l’altra coi Radicali di Marco Pannella. I politici però non gli piacevano, non li considerava sinceri».

Il fatto che la sinistra lo snobbasse lo faceva soffrire?

«Non credo. Soffriva per il trattamento di molti critici, questo sì. 

elisabetta villaggio

 

(...)

È vero che invidiava a De Andrè il funerale?

«Verissimo. Quando morì Fabrizio, i suoi funerali gli erano rimasti impressi. Per l’affetto totale e incondizionato della gente presente a quell’ultimo saluto. Disse che anche lui avrebbe voluto dei funerali in quel modo».

Li avrebbe avuti.

«Sì, li avrebbe avuti. L’affetto della gente non l’ha abbandonato quand’era vivo. E da quello che vedo non l’ha abbandonato neanche ora che è morto da più di sei anni».

 

Le battute di Fantozzi sono ancora intergenerazionali, interclassiste, superano i confini regionali, le recitano ancora tutti. Immagino che anche voi figli...

paolo ed elisabetta villaggio

«Noi no, mai. Soprattutto in pubblico. Io e mio fratello ascoltavamo gli altri dire “mi faccia l’accento svedese”, “Ragioniere batti lei!” ma noi, per una ragione di pudore, trattandosi di nostro padre, ci siamo sempre astenuti».

Che cosa le ha lasciato?

«Tra le tante cose, anche qualcuna che non ho visto. C’è la bozza di un libro incompiuto, qualche appunto, con un titolo: “Il segreto di Ghirlando”. Lo custodisce mia mam ma, non mi ha mai permesso di dargli un’occhiata ».

luca cordero di montezemolo saluta elisabetta villaggiopaolo villaggio con i figli elisabetta e pieroliù bosisiola famiglia di paolo villaggio pierfrancesco elisabetta e maurai figli di villaggio pierfrancesco e elisabetta

 

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...