eva cantarella guido martinotti

AMORI E BOLLORI DI EVA CANTARELLA - "QUANDO CONOBBI GUIDO MARTINOTTI A TUTTO PENSAVO FUORCHÉ A SPOSARMI. ANDAI ANCHE DA UN PARENTE VESCOVO DICENDO CHE LUI NON ERA CREDENTE ED ERA SCONVENIENTE SPOSARE UN “INFEDELE” - LA NOSTRA PIU' EMINENTE GRECISTA A 85 ANNI RACCONTA ANCHE DELLA PARENTESI IN CUI FURONO DIVORZIATI: “DI NASCOSTO DAI RISPETTIVI AMANTI CI VEDEMMO IN GRECIA. CI SCOPRIRONO: CHE SCENATE!” - OGGI VEDO UNA CERTA RITROSIA DA PARTE DEI PIÙ GIOVANI NEI CONFRONTI DEL SESSO: SI FANNO UN SACCO DI PROBLEMI, BOH”

Roberta Scorranese per corriere.it

 

Eva Cantarella

Elegantissima, Eva Cantarella porta i suoi 85 anni con la stessa leggerezza delle collane colorate che indossa e del misto lino bianco che abbina alle scarpe di corda. Che fascino, professoressa. «Una volta, forse. Eravamo eleganti davvero a Milano. Ma lo sa che io e Miuccia (Prada, ndr) siamo andate a un mucchio di feste assieme?»

 

Una generazione di donne sfolgoranti. Belle e consapevoli, forse controcorrente.

«Può dirlo forte. Papà era un grecista, da Messina andò a insegnare a Napoli e poi Milano. Lo seguimmo. Un giorno dissi in casa che volevo fare Legge. Mamma sgranò gli occhi: “Ma non puoi, alcuni giorni al mese tu stai male”».

 

Pochissime donne a Giurisprudenza, alla Statale?

«Una manciata. E peraltro fino al 1963 le donne non potevano entrare in Magistratura. Figuriamoci ambire a una cattedra universitaria. E infatti, non appena mi laureai, nel 1961, era libero un posto di assistente ma mi venne candidamente detto che sarebbe stato assegnato a un collega, perché tanto “Eva, tu ti devi sposare”. Si rende conto?».

Nasce qui la sua allergia diffusa al matrimonio?

guido martinotti

«Forse. Ma quando conobbi Guido Martinotti a tutto pensavo fuorché a sposarmi. Lui era sociologo, affascinante, arguto. Ci siamo lasciati e ripresi ma allora si faceva così. La fedeltà era una scelta, si discuteva dei valori e, soprattutto, si faceva l’amore. Io adesso vedo una certa ritrosia da parte dei più giovani nei confronti del sesso: si fanno un sacco di problemi, boh».

 

Ma alla fine con Martinotti vi siete sposati, no?

«Ho tentato di tutto fino all’ultimo per evitarlo. Andai anche da un parente vescovo dicendo che Guido, in gran segreto, non era credente, che era sconveniente sposare un “infedele”. Non mi credette. E la mia suocera la ebbe vinta».

 

Che matrimonio è stato?

«Divertente, allegro, senza figli. Lo seguii a Berkeley, dove lui aveva vinto una borsa di studio. Arrivammo poco dopo che avevano ucciso Kennedy. Fu nella biblioteca di quella università che mi appassionai al diritto greco. Lì ho incontrato Allen Ginsberg e Gregory Corso. Una stagione felice, ma sentivo di dover intraprendere una strada mia».

libro eva cantarella ettore miraglia cover donne sport

 

incarichi accademici a Milano, siamo alla fine degli anni Sessanta, vero?

«Ma in parallelo scrissi due libri che fecero scandalo, L’ambiguo malanno e Secondo natura. Il primo era un trattato sulla discriminazione millenaria delle donne e il secondo osava parlare della bisessualità nel mondo antico».

 

E che cosa accadde?

«Accadde che mi spedirono a Camerino, Pavia e Parma. Quindici anni prima di poter tornare a Milano. E allora non c’erano mica i treni veloci. Ricordo che un pezzetto di strada fino a Camerino lo dovevo fare a bordo di un camioncino che consegnava i giornali, quando tornavo da Milano. Il punto era che parlare di certi temi, anche nella liberale e apertissima Milano era complicato. Specie se eri donna».

 

Meno male che c’era l’amato Guido.

«Ma poi divorziammo».

Eva Cantarella

Ah.

«Ma non perché non ci amassimo più, anzi. Divorziammo per posizione ideologica, per difendere la legge sul divorzio quando fecero il referendum abrogativo nel 1974. Ci sembrò un’assurdità, un insulto alla libertà di tutti. Lui nicchiava, ma io lo convinsi: “Guido dobbiamo farlo”. Alla fine prendemmo due testimoni, dicemmo che eravamo separati da due anni e ce la facemmo. Manco a dirlo, io e Guido continuavamo a vederci. Ogni tanto io gli dicevo “Ma non sarebbe ora di risposarci?”. Lui si mise a nicchiare anche quella volta. Alla fine però ci risposammo».

 

Eva Cantarella

Formidabili quegli anni.

«Pensi che nella parentesi in cui eravamo “divorziati”, di nascosto dai rispettivi amanti ci vedemmo in Grecia. Ci scoprirono: che scenate!».

Come si vivevano gli anni della ribellione a Milano?

«Io li ho vissuti certamente da un’angolazione particolare, cioè da donna che frequentava circoli intellettuali, ma c’era di tutto. E di ogni colore. Mario Capanna e Ignazio La Russa. Ma c’erano anche uomini come Francesco Micheli che in testa avevano altro, cioè si stavano costruendo una carriera basata sì, sulla finanza, ma anche sull’arte e sulla cultura. Era questo il tratto caratteristico di molti miei coetanei: ogni professione era sempre accompagnata da un profondo interesse per le arti. Medici, avvocati, banchieri: il mito del palco alla Scala o del biglietto al Piccolo era parte della formazione. Molti erano infervorati dalla politica: c’era pure Achille Occhetto, che noi prendevamo in giro dicendo che ogni mattina baciava la bandiera rossa del traffico. C’era Carlo Basso, il figlio di Lelio, un amico».

 

Alla fine per Eva Cantarella era arrivata la cattedra a Milano. Lei è stata la prima professoressa a Legge?

«No, credo che prima ci sia stata Luisa Riva Sanseverino, ma guardi, non che è la mia memoria sia perfetta. Quel che è certo è che ho insegnato Istituzioni di diritto romano e di Diritto greco fino al 2010, ho scritto numerosi libri di divulgazione. Ora, molti in Italia storcono il naso davanti a questa parola, ma io sono convinta che se si facesse migliore divulgazione, sia la scuola che il mondo del lavoro starebbero meglio».

 

Lei frequentava i circoli femministi di Milano?

cantarella

«No, al massimo andavo a qualche riunione di autocoscienza. Penso questo: il femminismo è stata l’unica vera rivoluzione riuscita in Italia, perché ha cambiato — almeno in parte — sia gli uomini che le donne. Io non dimenticherò mai che cosa era l’Università Cattolica ai miei tempi: si entrava con il grembiule, c’era un rigore insostenibile. Oggi non è più così, però manca un tassello: il mondo rimane degli uomini e, al massimo, le donne vengono inserite, “accettate”».

 

Nella mitologia greca Pandora, essere femminile, è il simbolo dell’origine di tutti i mali. Crede che ci sia ancora molta strada da fare?

Eva Cantarella

«Il mito di Pandora è una sciagura che la dice lunga su come ci hanno viste per millenni. Aristotele diceva che una donna non possiede il logos. Oggi per fortuna molte battaglie le vinciamo, ma ora tocca a quelle più giovani».

EVA CANTARELLA - SPARTA E ATENE, AUTORITARISMO E DEMOCRAZIAEVA CANTARELLA - GLI INGANNI DI PANDORAEva CantarellaEva CantarellaEVA CANTARELLA eva cantarellaEVA CANTARELLAEVA CANTARELLAEva CantarellaEva CantarellaEva CantarellaEva Cantarella

 

Ultimi Dagoreport

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

FLASH! – LUCA ZAIA, ABBAIA MA NON MORDE: SONO IN MOLTI A CHIEDERSI PERCHÉ IL GOVERNATORE USCENTE DEL VENETO ABBIA ACCETTATO DI FARE DA CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI, ALLE PROSSIME REGIONALI, MALGRADO NON ABBIA OTTENUTO NÉ IL TERZO MANDATO, NÉ LA POSSIBILITÀ DI PRESENTARE UNA LISTA A SUO NOME (CON CUI AVREBBE POTUTO PESARE LA SUA FORZA ELETTORALE E SOTTRARRE CONSIGLIERI REGIONALI A FRATELLI D’ITALIA) - PERCHÉ ZAIA SI È PRESTATO A UN’OPERAZIONE DI COSÌ PICCOLO CABOTAGGIO? UNA MOSSA CHE AVVANTAGGIA SOLO SALVINI E FA FELICE LA MELONA, CHE NON CORRONO IL RISCHIO DI FARSI FREGARE I VOTI DA UNA LISTA ZAIA...

giorgia meloni donald trump al sisi tony blair

DAGOREPORT - COME MAI LA MELONISSIMA TROVA IL TEMPO PER SCAPICOLLARSI IL PRIMO NOVEMBRE IN EGITTO PER L’INAUGURAZIONE GRAND EGYPTIAN MUSEUM DI GIZA? - LA SCAMPAGNATA HA COME OBIETTIVO DI AMMALIARE IL LEADER EGIZIANO AL SISI PER AVERE UN POSTO AL TAVOLO DEL “CONSIGLIO DI PACE” CHE DOVRÀ GESTIRE LA DIFFICILE RICOSTRUZIONE DELLA PALESTINA – SE CONVINCERE IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, PER LA “BELLISSIMA GIORGIA” (COPY TRUMP) NON È UN GRAN PROBLEMA, PER STREGARE IL MONDO ISLAMICO, UNA GITARELLA IN EGITTO CADE COME IL CACIO SUI MACCHERONI – E DOPO IL RIFIUTO ARABO COME “GOVERNATORE” DI GAZA DI BIGLIET-TONY BLAIR, LA NEFERTARI DER COLLE OPPIO COVEREBBE ADDIRITTURA IL SOGNO DI…

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - IL CLAMOROSO VIDEO MAGA, CHE DONALD TRUMP HA “CONSACRATO” RILANCIANDOLO SU TRUTH, IN CUI SI AFFERMA CHE L'ITALIA SI ACCINGEREBBE A ROMPERE CON L’UNIONE EUROPEA SUI DAZI PER NEGOZIARE DIRETTAMENTE CON GLI STATI UNITI E CHE IL NOSTRO PAESE SAREBBE INTERESSATO A TAGLIARE IL SUO SOSTEGNO ALL'UCRAINA, È UN FATTO GRAVISSIMO, BENCHE IGNORATO DAL "CORRIERE", PERCHÉ È ESATTAMENTE L'OPPOSTO DELLA LINEA PORTATA AVANTI UFFICIALMENTE DALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA IN QUESTI ANNI - UNA TALE MAGA-SCONCEZZA AVREBBE DOVUTO SPINGERE LA DUCETTA A UN SEMPLICE COMMENTO: TRATTASI DI FAKE-NEWS. INVECE, LA TRUMPETTA DI PALAZZO CHIGI, CHE FA? ZITTA! - PARLANO INVECE TAJANI E LOLLOBRIGIDA CHE GARANTISCONO: “ABBIAMO SEMPRE LAVORATO CON L'UNIONE EUROPEA, MA CHIARAMENTE PARLIAMO ANCHE CON GLI AMERICANI…” - VIDEO

stefano de martino caroline tronelli roberto vaccarella michelle hunziker nino tronchetti provera

DAGOREPORT - L’ESTATE FA SBOCCIARE GLI AMORI, L’AUTUNNO LI APPASSISCE – LA STORIA TRA BOSCHI E GIULIO BERRUTI È FINITA IN...VACCARELLA! L'EX MINISTRA RENZIANA DA TRE SETTIMANE SI È AVVICINATA ALL’AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, “COGNATO” DI GIOVANNINO MALAGÒ – NONOSTANTE IL RESTAURO DEL VILLONE DA 700MQ A MILANO, E L'INTERVISTA RASSICURANTE A "VERISSIMO" (“HO RITROVATO LA SERENITÀ”), A MILANO DANNO AL CAPOLINEA ANCHE LA STORIA TRA MICHELLE HUNZIKER E NINO TRONCHETTI PROVERA - FATALE FU IL SEX-TAPE? DOPO SETTIMANE DI ROBANTE PASSIONE E PRIME PAGINE PATINATE, IL DECLINANTE STEFANO DE MARTINO (IL SUO "AFFARI TUOI" E' FINITO SOTTO "LA RUOTA DELLA FORTUNA") E CAROLINE TRONELLI SI SONO LASCIATI. DA UN MESE NON SI VEDONO PIÙ INSIEME IN PUBBLICO...

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”