ANNOZERO (IN GRAMMATICA) PER LA VISPA INNOCENZI: CHE STRAFALCIONI ALL’ESAME DA GIORNALISTA - IN COMPENSO LANCIA LO “STILE TELEGRAMMA”!

Giuseppe Pollicelli per "Liberoquotidiano"

La notizia della bocciatura di Giulia Innocenzi (giovane collaboratrice di Michele Santoro e, ormai, volto noto della tv italiana) all'esame per diventare giornalista professionista ci aveva lasciati sostanzialmente indifferenti. Non ci era neppure passata per la testa l'idea di schierarci con una delle due fazioni a cui l'evento ha dato origine, quella di chi, tramite Internet, ha infierito sulla ragazza e quella dei difensori d'ufficio, i quali hanno colto la palla al balzo per dir male di un ente, l'Ordine dei giornalisti, che non ha mai riscosso troppe simpatie.

Poi, nella giornata di ieri, è accaduto che la Innocenzi abbia messo on line, per mezzo del suo profilo Facebook, sia il testo della prova scritta da lei sostenuta sia le valutazioni formulate dalla commissione. Ed è stato un po' come se un condannato per omicidio che fino al momento prima si protestava innocente avesse inopinatamente fornito al mondo intero le prove inconfutabili della propria colpevolezza.

Già, perché gli elaborati prodotti da Giulia sono obiettivamente indifendibili e, ci si creda, lo asseriamo con il massimo distacco possibile, come se ci avessero chiesto un parere intorno al compito di un anonimo. I giudizi contenuti nella «valutazione complessiva finale» sono così drasticamente negativi da autorizzare, in prima battuta, il sospetto che possano in effetti essere il frutto di accanimento, invidia o antipatia personale. Li riportiamo tutti e tre. Quello sulla sintesi è il seguente: «Esposizione sciatta e a tratti scorretta ».

Quello relativo all'articolo recita: "Sciatta l'esposizione, linguaggio inappropriato ed errore di sintassi". Infine quello concernente il questionario: "Risposte nel complesso superficiali e approssimative, senza alcuno sforzo di approfondimento". Apprezzamenti tanto sferzanti, dicevamo, da far temere un pregiudizio verso la candidata. Ma ogni timore di tal genere viene subitaneamente fugato dalla lettura degli elaborati della Innocenzi, circa il cui modo di scrivere si potrebbe dire (non sappiamo se a parziale discolpa o come aggravante) che è uno stile giornalistico di fatto inedito: lo «stile telegramma». Le frasi concepite da Giulia Innocenzi, difatti, possiedono la sincopata lapidarietà di quelle che uno detta al telefono per inviare auguri o condoglianze.

Un esempio: «È di una settimana fa il messaggio del presidente della Repubblica alle Camere per chiedere di rispondere con urgenza al problema delle carceri. È la prima volta che Napolitano si avvale dello strumento previsto dalla Costituzione e lo fa dopo aver visitato il carcere di Poggioreale. Napolitano ha ricordato che l'Italia detiene il triste primato europeo sul sovraffollamento carcerario».

Ma questo è davvero il meno. Giulia mostra un amore viscerale nei riguardi delle frasi fatte, cui ricorre con inquietante frequenza. E a volte, forse, se ne stanca pure lei, tanto da decidere di stravolgerle dando così vita a irresistibili effetti comici. Come quando si occupa di Matteo Renzi, il quale, secondo la Innocenzi, è stato accusato di voler «solleticare la pancia dell'elettorato».

Una roba da ridere, appunto. Increscioso anche l'errore di sintassi, non a caso sottolineato in blu dalla commissione, contenuto nel periodo «Immediate le critiche da parte dei ministri Zanonato, Lupi e Bonino. A cui hanno fatto seguito quelle dei dirigenti del Pd...», con quel pronome relativo piazzato subito dopo un punto fermo. I passaggi più imbarazzanti, tuttavia, sono quelli in cui l'aspirante giornalista professionista tenta la strada della rievocazione storica. «Sono trascorsi settant'anni dal rastrellamento nazista del ghetto di Roma, ma Lello Di Segni, l'unico sopravvissuto ancora in vita insieme a Enzo Camerino, ricorda ogni attimo con memoria vivida».

È convinzione di Giulia Innocenzi, evidentemente, che a meritare l'attributo di «vivido» non debbano essere i ricordi bensì direttamente la memoria. Ma andiamo avanti: «La mattina del 16 ottobre 1943 irruppero alla sua porta le SS con i mitra in mano...». Erano dei mitra molto piccoli, si vede, quelli imbracciati dalle SS, se potevano essere tenuti in mano alla stregua di una rivoltella. E come non restare colpiti, poi, dall'irrompere delle milizie naziste non nell'abitazione di Di Segni ma «alla sua porta »?

L'elenco di brutture potrebbe proseguire a lungo ma lo spazio è terminato. E, del resto, si è ben capito come stiano le cose. Noi comprendiamo il dispiacere della Innocenzi per l'esito infelice della sua prova ma, visto che vive da molti anni a Roma, Giulia non faticherà a comprendere l'esortazione che le stiamo per fare. Ovvero: a Giulie', stacce! E questo non è un errore di grammatica.

 

giulia innocenzi Giulia InnocenziGiulia Innocenzi resizer jsp jpegGiulia Innocenzi resizer jsp jpegELABORATO DI GIULIA INNOCENZI ALL ESAME DI GIORNALISMO ELABORATO DI GIULIA INNOCENZI ALL ESAME DI GIORNALISMO ELABORATO DI GIULIA INNOCENZI ALL ESAME DI GIORNALISMO ELABORATO DI GIULIA INNOCENZI ALL ESAME DI GIORNALISMO

Ultimi Dagoreport

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)