APPALTE-RAI: PROFONDO ROSSO DI 250 MLN, I CONTI NON TORNANO E INIZIA LA CACCIA ALLE STREGHE

Carlo Tecce per "Il Fatto Quotidiano"

Ci sono centinaia di metafore che potrebbero descrivere, chiosare e spiegare l'epoca che attraversa la televisione pubblica, strumento conteso per la vanagloria, la propaganda e la raccomandazione politica. In quest'epoca di palazzi deboli, però, la Rai è inchiodata ai numeri gelidi e non c'è spazio per la fantasia: il bilancio 2012 - presto ufficiale - segnala 250 milioni di rosso, di cui 50 investiti per le pensioni anticipate, per sfoltire un organico in sovrappeso e molto anziano.

La stagione di austerità ha smontato gli ombrelloni che coprivano affari sonanti: le serie televisive, i reality più o meno originali, l'immensa o piccola commessa all'amico di un amico. Ma più si affondano le mani e più la necropoli Rai mostra abitudini e malaffare che non faranno mai diventare rampante quel cavallo morente che accoglie i visitatori all'ingresso.

La salute finanziaria è ancora malandata e preoccupa il -20 per cento di pubblicità - in gioco un centinaio di milioni - che potrebbero far gonfiare i 37 già messi in rosso per il 2013. I conti non tornano non soltanto fra le entrate e le uscite - e un debito consolidato che sfiora i 400 milioni, 370 per l'esattezza - ma anche per le inchieste interne (e dei magistrati romani).

La prossima sostituzione di Andrea Lorusso Caputi, che l'azienda giustifica come un normale fine ciclo, ha scatenato i soliti rumori di viale Mazzini. Perché Lorusso Caputi, direttore di produzione, gestisce un sacco di appalti e la sua struttura sta per essere scandagliata dal controllo aziendale. A cominciare da un acquisto per quest'ultimo Festival di Sanremo.

Ecco che qui, di nome in nome, s'arriva a un nuovo debutto: da ieri mattina, Gianfranco Cariola (ex Eni) presiede l'audit - l'organismo che verifica le violazioni dei dipendenti - mentre Marco Zuppi andrà a occuparsi di canone. Anche su Zuppi la vulgata ufficiale precisa che si tratta di una promozione, ma appare bizzarro trasferire colui che ha appena esaminato il caso Tg1: stipendi gonfiati con notturni e festivi fasulli, comprese note spese un po' allegre.

La pratica Tg1 fu chiusa con un esposto alla Procura di Roma che ha aperto un fascicolo, ancora senza indagati e ipotesi di reato, ma che potrebbe contestare la truffa. Siccome le magie per arrotondare la busta paga erano (o sono) diffuse, la Procura potrebbe coinvolgere anche le restanti redazioni Rai, dislocate a Saxa Rubra, lontano dal cuore e lontano dagli occhi.

Senza dimenticare l'indagine sui diritti televisivi di Rai Cinema che si è allargata a Rai2 e il contenzioso con Augusto Minzolini: assolto in primo grado dall'accusa di peculato, si potrebbe andare in appello. Il futuro di viale Mazzini, e soprattutto di Luigi Gubitosi, si decide sul piano industriale.

Il gruppo di potenti e anziani (tanti berlusconiani), non soltanto in senso anagrafico, non gradisce questo direttore generale, che si voleva far approvare in Consiglio di amministrazione un progetto di oltre 300 pagine consegnato 48 ore prima. Tra i corridoi hanno persino minacciato la sfiducia.

Ma c'è chi ha smesso di lottare. Il vicedirettore generale Gianfranco Comanducci, simbolo del berlusconismo in viale Mazzini e fortunato vincitore di una polizza da mezzo milione di euro per un infortunio in bicicletta, ha firmato la resa con la pensione. E con lui, per diversi motivi, hanno firmato in 400: l'obiettivo di Gubitosi è 600. Queste cifre non sono marginali, però, per il momento, non riflettono la condizione di viale Mazzini: il bilancio continua a perdere milioni. Qui si rischia la morte per emorragia.

 

Gubitosi Luigi Andrea Lorusso CaputiAUGUSTO MINZOLINIGianfranco Comanducci

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO