NON BASTAVANO I SOCIAL, CHE PERMETTONO A TUTTI DI SPARARE MINCHIATE, ORA ARRIVA ANCHE “TWITCH”, LA PERSONAL-TV ONLINE CON CUI CHIUNQUE POTRÀ TRASMETTERE SE STESSO IN UNA GRANDE DIRETTA DI MASSA

Jaime D’Alessandro per “la Repubblica

 

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La TV del futuro ha un nome breve che suona come uno schiocco, Twitch, ma significa “spasmo”. È un mosaico fatto da un milione di canali, tutti apparentemente uguali e tutti in diretta. È un mondo sconosciuto dove chiunque e senza alcuna competenza tecnica può mettere se stesso in onda.

 

È una serie infinita di finestre aperte su stanze in penombra sparse per il mondo, volti rischiarati dai monitor inquadrati da una webcam, cuffie e microfono d’ordinanza. Spesso lo spettacolo consiste in qualcuno che gioca per ore con un videogame. I più noti vengono seguiti da centinaia di migliaia di persone che li guardano per giornate intere e commentano sulla chat posta a destra.

 

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Valori, modi, cultura e gerarchie sono altri rispetto a quanto visto finora. Perché la tv del futuro, semplicemente, non è quella che abbiamo sempre immaginato: non ha a che fare i palinsesti tradizionali ovviamente, ma nemmeno con il mondo dell’on demand e dei serial cresciuti sul web di Netflix come House of Cards.

 

Ed è distante anche dai professionisti di YouTube, che ormai hanno alle spalle studi di produzione di prima grandezza. Eppure è un fenomeno che sta crescendo a un tale ritmo da non consentire più dubbi sul peso che avrà. Questione di numeri, tre anni fa nemmeno esisteva e oggi ha sessanta milioni di utenti unici al mese, e questione di soldi: quelli spesi da Amazon a fine agosto, 970 milioni di dollari per l’esattezza, per accaparrarsela.

 

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Nata nel 2011, Twitch oggi rappresenta il 43 per cento del traffico video in streaming. La differenza con YouTube sta nella diretta di massa che, strano a dirsi, Google non riesce a gestire. Secondo il New York Times , questa piattaforma ha picchi di ascolto che umiliano network come la Cnn e Mtv. Ma è un paragone scorretto. Da una parte ci sono gli spettatori della tv via cavo americana, dall’altro quelli di un servizio video globale.

 

Ciò nonostante, considerando che parliamo di circa ottocentomila persone collegate in contemporanea, la notizia ha una sua rilevanza. Soprattutto considerando che un anno fa erano la metà e che si tratta di un nuovo paradigma anche dal punto di vista tecnologico: il passaggio dall'upload, tipico di un gigante come YouTube allo streaming individuale, quello che chiunque può fare con la sua telecamerica connessa al computer.

 

«Non è il pubblico di oggi, è quello di domani. Per questo Amazon ha speso un miliardo di dollari», spiega da Londra Tommaso Valletti, professore di economia all’Imperial College Business School e all’Università di Tor Vergata a Roma. Uno che segue da anni tutto il settore delle telecomunicazioni ed è membro dell’Ofcom, l’autorità competente per la regolamentazione del settore televisivo in Inghilterra.

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«Quella di Twitch è una comunità che si riconosce nel farne parte», continua Valletti. «Un passaparola in un mondo del genere ha un potere enorme. In prospettiva Amazon potrebbe sfruttarlo sia per le sue produzioni televisive sia per vendere prodotti e servizi».

 

E pensare che è nato tutto per gioco e per gioco è diventato il sistema più facile e immediato per andare in onda in diretta. Justin Kan ed Emmett Shear, i due fondatori di justin. tv( anch’esso un servizio streaming), si resero conto che la categoria dedicata ai videogame stava cannibalizzando tutte le altre.

 

Diedero vita quindi a Twitch che pian piano ha preso il sopravvento su tutti gli altri concorrenti, UStream che dello streaming era il progenitore, compreso, poco importa il genere di video trasmessi. Ora l’app di Twitch è scaricabile su tablet, smartphone, pc e soprattutto console. E basta la telecamera di Kinect o quella del Play-Station Eye, da collegare alle due ultime Xbox o alla PlayStation 3 o 4 che integrano sensori e webcam, per trasmettere.

 

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Su pc, usando una serie di software, si può ambire a una qualità professionale. Ma a non tutti interessa, anzi. Il bello sta proprio nell’accessibilità spontanea. Nel semplice premere il pulsante di un joypad per aprire la porta della propria stanza a milioni di persone. Potendo interagire con loro, grazie alla chat, in tempo reale. Con buona pace di chi pensa che far vedere in tv i tweet dei telespettatori sia una innovazione.

 

«Il mondo dello streaming è la tv del XXI secolo», taglia corto Daniel Schmidhofer. Amministratore delegato di Esl Italia, azienda tedesca legata al mondo dei giocatori di videogame professionisti, gestisce la vendita di spazi pubblicitari su Twitch qui da noi. «Il digitale terrestre è vecchio.

 

Avrebbero dovuto andare sullo streaming fin da subito. Perché in un mondo dove tutti cercano contenuti esclusivi, un servizio che ha una base immensa di utenti che trasmettono è oro. A luglio 2013 erano seicentomila, adesso più di un milione. E fra questi ci sono semplici privati ma anche aziende importanti che mandano in onda grandi eventi con dirette in trentadue lingue dei tornei di League of Legends ».

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Videogame online gratuito, quest’ultimo, che può contare su una comunità di settanta milioni di persone e su dodici milioni di giocatori al giorno. Il torneo internazionale del 23 Agosto su Twitch ha sfiorato i quattrocentomila spettatori contemporanei. Insomma, il successo dello streaming e quello esplosivo di questo nuovo genere di videogame gratuiti, dei quali fa parte anche Dota2 , sembrano essere strettamente legati.

 

Ora però il cerchio si sta allargando. A luglio il dj Steve Aoki, fra i cinque più pagati al mondo, ha suonato su Twitch in diretta. È stato un esperimento, ma ne seguiranno altri. Perché, stando a un’indagine della stessa Twitch, l’80 per cento dei suoi utenti è interessato alla musica live. E domani a chissà a cos’altro.

 

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