aspesi rai

UN TSO PER CDO - LA ASPESI RIBADISCE A CAMPO DALL’ORTO: ''FINCHÉ LA RAI INCASSA CENTINAIA DI MILIONI DI CANONE OBBLIGATORIO NON PUÒ APPELLARSI ALLE REGOLE DEL MERCATO. E SE DECINE DI STAR SCAPPERANNO (MA DOVE? DA CHI?), FARANNO LA FIGURA DEGLI AVIDI DAVANTI AI LORO FAN, E CHI RESTERÀ SARÀ ANCORA PIÙ AMATO''

1. RAI, IL SILENZIO DEI VIP

Natalia Aspesi per la Repubblica

 

NATALIA ASPESINATALIA ASPESI

Ho molto apprezzato la lettera che lei, Antonio Campo Dall' Orto, ha inviato al direttore di Repubblica per il modo gentile con cui ha replicato giustamente alle mie imprecisioni e forse stupidaggini. Ma io non sono un' esperta di televisione e devo ringraziare il giornale per aver ospitato le mie parole, non di giornalista ma di cittadina obbligata a pagare il canone Rai: che immagino alla fine, se l' azienda riuscirà davvero a eliminare gli odiosi renitenti, dovrebbe essere una bella somma.

 

Ecco io pago questa somma senza, se non molto raramente, passare una serata davanti a un programma Rai. E non perché pretenda chissà quali noiosissimi intellettualismi, ma perché vorrei trovare un intrattenimento che non mi immalinconisca: e per esempio ho apprezzato le quattro serate di Mika, ma poi basta negli ultimi mesi.

 

Ora è vero che a seguire le nostre star televisive ci sono milioni di persone, ma molti milioni non le sopportano più o non sono neppure riusciti, con tutta la loro buona volontà, a seguirli una sola volta per più di dieci minuti. Voglio dire che esiste una vasta fascia di possibili spettatori paganti che hanno raramente una serata in cui possano svagarsi soddisfatti. Radical chic?

 

CAMPO DALL ORTOCAMPO DALL ORTO

Può darsi, ma cosa ci possiamo fare? A una certa età non si cambia, né ci si adegua. Leggo che lei come direttore generale e altri grandi indispensabili manager della Rai avete meritoriamente tagliato i vostri stipendi secondo le direttive che riguardano l' editoria, assicurando un bel risparmio all' azienda del servizio pubblico che potrà impiegarlo nell' innovazione già in atto.

 

Allo stesso modo i grandi personaggi considerati indispensabili per assicurare alla Rai la posizione di prima e più importante fonte culturale e non commerciale del Paese, dovrebbero seguire un esempio che non li affama e che sarebbe molto apprezzato dai loro appassionati.

 

Se se ne andranno, ma io non capisco dove e comunque immagino non tutti, anche per eleganza oltre perché non richiesti, forse sarebbe una tragedia rimediabile, diciamo un po' come il cane che si morde la coda: cioè forse meno pubblicità, ma anche meno sperpero, quindi alla fine i conti potrebbero tornare. Non è questione di pauperismo o populismo, ma se ogni volta che si fa una legge poi la si adatta caso per caso, per via degli intoccabili, allora vuol dire che gli italiani hanno diritto di essere sfiduciati e arrabbiati.

 

Ciò che mi sorprende comunque è il silenzio crucciato dei nostri cari vip televisivi, e che nessuno di loro abbia sentito il bisogno, dopo tanto denaro percepito, di dire va bene, è un brutto momento per tutti, per molti anzi bruttissimo e seguiremo l' esempio, per ora unico, di Lucia Annunziata, assicurando di continuare a rallegrare il nostro popolo Rai; a cui con dispiacere io non appartengo.

MAGGIONI CAMPO DALL'ORTOMAGGIONI CAMPO DALL'ORTO

 

 

2. SONO I VOLTI CHE CREANO IL PUBBLICO

Lettera di Antonio Campo Dall'Orto a ‘la Repubblica’, pubblicata ieri

 

Caro direttore, sento la necessità di mandarle alcune precisazioni riguardo l' articolo di Natalia Aspesi apparso ieri su Repubblica. La legge relativa al tetto ai compensi degli artisti della Rai metterebbe oggettivamente la Media Company di Servizio Pubblico in una condizione di subalternità rispetto alle altre aziende presenti nel mercato, limitandone al contempo la libertà e la possibilità di svolgere appieno il compito assegnatole. Natalia Aspesi sostiene che il pubblico è contentissimo dell' attuale Rai solo perché altro non gli si dà.

direttori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodolidirettori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodoli

 

Questo a mio avviso non corrisponde al vero. Siamo nell' età dell' oro della produzione e della distribuzione dei contenuti. Ma se anche volessimo limitarci alla tv "generalista" dovremmo considerare il ruolo sempre più importante che vanno acquisendo operatori commerciali non italiani come Sky con il canale 8 e Discovery con il canale 9. Per non menzionare i due nostri concorrenti "classici" Mediaset e La7.

 

L' offerta è ricca e tutti gli editori televisivi mostrano capacità ideativa e solidità economica. Credere che nessuno sia disposto a fare offerte adeguate al valore dei nostri talenti non risponde alla realtà dei fatti.

 

Le cifre esposte accanto ai volti di chi le percepisce, come taglie sulle loro teste, non dicono che si è retribuiti in base al valore prodotto ovvero, almeno per quanto riguarda il servizio pubblico, per la qualità del contributo che si è in grado di offrire nell' ottica della mission della Rai e per il valore economico generato.

 

Nell' articolo si sostiene poi che al momento nessuno si "svenerebbe" per sottrarci i nostri talenti. Non credo sia così. Si tratta molto spesso di investimenti sicuri, non di "svenamenti". Le faccio un solo esempio, ma lo stesso si potrebbe dire per tutti gli altri talenti della Rai.

andrea fabiano selfie con maria de filippi e carlo contiandrea fabiano selfie con maria de filippi e carlo conti

 

Un professionista come Carlo Conti che conduce e assume il ruolo di direttore artistico di uno spettacolo come il Festival di Sanremo viene retribuito con 650 mila euro.

Il suo progetto è poi capace di generare, non solo - obiettivo centrale e decisamente più importante - il consenso di una parte larghissima dei cittadini intorno a un insieme di valori che li accomunano, ma anche una raccolta pubblicitaria di 26 milioni di euro. Questo si chiama valore.

 

Dunque non mi pare corretto il verbo "svenarsi"; se non stessimo parlando delle qualità professionali e umane di una persona di grande talento, userei il sostantivo "investimento", al quale aggiungerei per di più l' aggettivo "sicuro". E lo ripeto, vale per tutti gli altri volti pubblicati sui giornali e per i molti altri risparmiati dall' attenzione mediatica di questi giorni. Sono uno dei pilastri della Rai.

giancarlo leone andrea fabianogiancarlo leone andrea fabiano

 

Ci viene chiesto di sfruttare questa legge come una occasione per innovare. Forse non tutte le novità che abbiamo introdotto hanno avuto successo. Ma l' innovazione è stata l' elemento centrale della nostra azione fin dal primo giorno.

 

In un anno e mezzo abbiamo cambiato i direttori delle tre reti principali: Fabiano, Dallatana e Bignardi. Due donne (mai prima nella storia la Rai aveva avuto un direttore di rete donna) e il più giovane direttore della storia di Rai1. Abbiamo lanciato Raiplay, il servizio online che permette di fruire i nostri contenuti come e quando si vuole. I numeri dicono che il consumo di video sulla piattaforma si è più che raddoppiato rispetto all' anno scorso e sta cambiando il modo in cui milioni di italiani consumano i nostri contenuti.

 

In questa stagione abbiamo lanciato più di 40 nuovi programmi; abbiamo innovato la fiction, sia articolandone maggiormente i linguaggi che espandendone gli orizzonti nel mercato globale; abbiamo agito sul tono e sullo stile visivo delle reti, rinnovandone completamente il design. Questo solo per citarle gli esempi più visibili. E senza menzionare il nostro impegno nel progetto più rilevante ovvero nella riforma del modo in cui facciamo informazione.

 

Altre due idee di Natalia Aspesi mi paiono difficili da condividere. La prima: che questa legge sia una occasione per un ricambio generazionale. La seconda che la perdita di tante star della televisione italiana non creerebbe danno perché un programma non lo si guarda per chi lo conduce.

carlo conti mikacarlo conti mika

 

In anni di esperienza in questo campo ho maturato la convinzione che siano proprio i volti a stabilire un rapporto con il pubblico, in special modo per i cittadini meno avvezzi al cambiamento, cittadini che noi non possiamo né vogliamo lasciare indietro. Rai deve essere inclusiva - innovare da un lato ma anche soddisfare i bisogni di un consumo più classico e tradizionale. I volti affermati giocano un ruolo cruciale in questo.

 

Per scommettere sui giovani è necessario che imparino a guidare prima di dargli una Formula Uno. Un giovane che si perde prima di maturare non è un buon risultato. È proprio la solidità dei programmi storici e dei volti più affermati a darci lo spazio per innovare: senza di essi avremmo meno possibilità di farlo, sia in termini economici che di competizione dell' offerta.

 

DARIA BIGNARDI IN TRAMDARIA BIGNARDI IN TRAM

Non c' è modo di guardare a questa misura come ad una opportunità in quanto è proprio la solidità dei programmi e dei volti di grande successo che offre le risorse per innovare e sperimentare. Senza di esse l' innovazione è impossibile. Una buona squadra è composta anche da giocatori esperti che mettono a disposizione delle generazioni più giovani la propria competenza, il proprio talento, la propria esperienza.

 

E che per tutto ciò vanno adeguatamente retribuiti, se non in linea con il mercato nel quale competiamo, ma almeno non troppo lontano da esso. Ecco perché non vorremmo che alla fine tra populismo e pauperismo il risultato fosse la penalizzazione del merito. Con la conseguenza dell' esclusione del Servizio Pubblico dal ruolo guida che ha e deve avere, come principale industria culturale del Paese.

 

 

 

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