IL BANANA È MORTO A CANNES E NON LO SA. SFILAVA SULLA CROISETTE CON IL CAPPOTTO APPOGGIATO SULLE SPALLE, COME FOSSE IL MANTELLO DI NAPOLEONE, E GLI ALTRI CAPI DI STATO RIDEVANO DI LUI. POI UNA VERA SIGNORA DI QUELLE CHE MAI LO FREQUENTEREBBERO, CHRISTINE LAGARDE, L’HA COMMISSARIATO CON UN COLPO SECCO (“L’ITALIA SOFFRE DI CREDIBILITÀ”) E CON IL SOLIDO AIUTO DI DRAGO DRAGHI, GEORGE NAPOLITANO E PERFINO DI JULIUS TREMOTINUM. IL RESTO LO FARANNO I MERCATI E LA PROSSIMA ASTA DEI BOT. LO HA CAPITO AL VOLO ANCHE GABRIELLA CARLUCCI. MA IL CAVALIER POMPETTA HA INCOLLATO LE CHIAPPETTE VIZZE A QUELLA TAZZA CHE CREDE TRONO SOLO PERCHÉ DORATA. LO ASPETTA UNA SETTIMANA INDIMENTICABILE

A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota

1 - CAVALIER POMPETTA, STACCATI DALLA TAVOLETTA...
Il Banana è morto a Cannes e non lo sa. Sfilava sulla Croisette con il cappotto appoggiato sulle spalle, come fosse il mantello di Napoleone, e gli altri capi di Stato ridevano di lui. Poi una vera signora di quelle che mai lo frequenterebbero, la bellissima Christine Lagarde, l'ha commissariato con un colpo secco e con il solido aiuto di Drago Draghi, George Napolitano e perfino di Julius Tremotinum.

Il resto lo faranno i mercati e la prossima asta dei Bot. Lo ha capito anche Gabriella Carlucci. Ma il Cavalier Pompetta ha incollato le chiappette vizze a quella tazza che crede trono solo perché dorata. Lo aspetta una settimana indimenticabile.

Il Corriere di don Flebuccio de Bortoli infila l'ennesima prima pagina sciatta ed equilibrista. Apre con il maltempo. Affida un editoriale polveroso a Panebianco, intitolato "Tutte le spine dell'emergenza" (parla sempre del maltempo?) e poi ecco il titolo politico a centro pagina: "Governo sempre più in bilico". La Repubblica degl'Illuminati invece apre così: "Maroni: inutile accanirsi, è finita. "La maggioranza non c'è più. La Lega verso il rompete le righe. Berlusconi resiste: ho i numeri, vado avanti".

Anche il Messaggero ha più coraggio del Pompiere della Sera, almeno in prima pagina: "La maggioranza non c'è più". Maroni: inutile accanirsi". E dentro, Marco Conti racconta bene "il pressing per le dimissioni subito dopo il Rendiconto" (p. 6).

Rivelatore è anche questo frammento del retroscena di Marco Galluzzo sul Corriere: "Alcuni ministri, nel tentativo di distrarre il Cavaliere dal pallottoliere parlamentare, si erano rivolti a Letta e avevano quasi litigato con il sottosegretario, che a giudizio di molti "sta subendo l'Aventino di Tremonti, senza fare quasi nulla e nessuno ha veramente capito perché" (p. 13). Facciamo una sola domanda: quanto si sta impegnando il Tesoro per la buona riuscita (SI RIDE) delle prossime due aste di titoli pubblici previste per il 10 e il 14 novembre?

Poi ci sarebbero anche le opposizioni parlamentari: "Una settimana di tempo, due strade per l'affondo. Pd e Udc accelerano per non ripetere l'errore del 14 dicembre. La sfida in Aula o il voto sull'assestamento di bilancio" (Corriere, p. 15). A occhio, fanno prima i mercati.

2 - PUGNALATORI, PUGNALATRICI, PUGNETTE...
Rimorchia sempre lui, il bel Pierfurby. "Vado da Casini, larghe intese via obbligata". La Carlucci nuovo "colpo" dei centristi. Esodo continuo, la maggioranza rischia quota 300" (Repubblica, p. 4). Sotto, meraviglioso pezzo di Filippo Ceccarelli che le rinfaccia l'iperberlusconismo spericolato: "Col paracadute sulle reti Mediaset. Ora giù dal treno degli ultrà di Silvio. L'ex showgirl si è fatta largo in tv con gesti spericolati. E due mesi fa difendeva il bunga bunga: "Per i miei figli adolescenti Berlusconi è un mito perché dicono: è simpaticissimo, è un politico che parla una lingua che loro capiscono, racconta le barzellette ed è anche superpotente da un punto di vista sessuale".

Sarà bellissimo vedere la Carlucci al prossimo Family Day, sfilare dietro a Casini dopo aver sobriamente parcheggiato la Ferrari sul sagrato di San Giovanni. Di sicuro ci sarà anche un altro grande simbolo del giornalismo Rai, il prosciuttoso Francesco Pionati, che oggi si dispera così con Antonello Caporale: "Potevo reclutare altri capponi, ma Silvio non ha creduto in me" (Repubblica, p. 6).

3 - SE PERFINO IL CAPO DEI TELEFONI PARLA DA STATISTA...
Fa abbastanza impressione leggere l'intervista che Franco Berna-bebè ha concesso a Mukka pazza Mucchetti sul Corriere delle banche creditrici (di Telecom). L'ex capoufficio studi dell'Eni, proiettato nell'empireo da Mani Pulite, dopo tanti anni è rimasto un bravo ragazzo socialista-roosveltiano. Fa notare che "quando c'è una domanda interna da salvaguardare" non servono battaglie stupide (su articolo 18 e dintorni) tra "sedicenti riformisti e presunti conservatori".

Alla domanda "Meglio la concertazione di Ciampi delle sfide di Marchionne?" risponde così: "Ciampi ha salvato l'Italia e l'ha portata nell'euro. L'Italia non ha bisogno di contrapposizioni ideologiche ma di un lavoro solidale di tutte le forze sociali". Il tutto dopo essersi vantato di aver fatto ottimi accordi anche con la Cgil".

Poi, il presidente di Telecom chiede una sacrosanta separazione tra banche d'investimento e istituti di credito: "La banca d'investimento deve lavorare come una finanziaria e poter fallire, se capita, senza problemi. Le banche commerciali sistemiche, invece, vanno garantite anche con la nazionalizzazione, salvo poi rimetterle sul mercato una volta risanate. Le tassazioni finanziarie vanno sottoposte a tassazione".

E dopo aver sposato la Robin Hood Tax come fosse il leader di Attac, ecco l'appello finale: "Questo momento difficile richiede una grande visione del futuro ma soprattutto una grande generosità nei confronti di tutti quelli che soffrono le conseguenze della crisi, caratteristiche queste di grandi leader che non vedo in circolazione. Le radici cristiane dell'Europa dovrebbero essere una guida" (Corriere, p. 19)

Intanto il povero Monteprezzemolo scrive l'ennesima pagina della sua personale "Histoire d'O". Dopo "O scendo in politica O sostengo qualcuno O me ne vado", l'ultima è sulla prima della Stampa: "O la terza auto O addio Formula 1". Poi guardi la foto a pagina 50 e non capisci se stia scendendo o salendo dalla Ferrari. C'è che Marchionne non ha ancora deciso. Come per la Stampa.

+++ SERVIZIO DI PUBBLICA UTILITA' +++ Elenco dei partecipanti italiani alla riunione 2011 del Club Bilderberg:
Bernabè Franco, CEO Telecom Italia SpA
Elkann John, Chairman Fiat S.p.A.
Monti Mario, President Università Commerciale Luigi Bocconi
Scaroni Paolo, CEO Eni S.p.A.
Tremonti Giulio, Minister of Economy and Finance

4 - FINCHE' C'E' FANGO C'E' SPERANZA...
"Ho quei morti sulla coscienza, ma lasciare adesso sarebbe vergognoso". Marta Vincenzi s'incolla alla sua lurida poltrona di sindaco di Genova, in una città dove 20 mila persone hanno spalato e messo a posto tutto da sole, con una solidarietà e una capacità di silenzio encomiabili (Repubblica, p. 15). Del resto i vertici di quel che resta del suo partito, Culatello Bersani in testa, le hanno detto di non dimettersi. E allora oggi si beccano tutti una perfetta invettiva di Francesco Merlo, in prima pagina su Repubblica ("Un sindaco inadeguato": è stata titolata da un bradipo, ma vale davvero la pena di leggerla).

5 - MA FACCE RIDE!...
"Stiamo annegando, ridateci Bertolaso. I veleni politici hanno distrutto la Protezione Civile. E ora contiamo le vittime del maltempo". Vittorio Feltri fa la raccolta differenziata dei cadaveri, a scopo di riciclo, sulla prima pagina del Giornale di Salò.

6 - NOTIZIE CON LA BAVA...
"Da fruttivendolo a Cl: la lunga maratona di Lupi. L'esordio da scrittore del vice presidente della Camera svela l'altra faccia della casta, al servizio degli altri" (Giornale, p. 5, firmato da Maurizio Caverzan)

7 - FREE MARCHETT...
Richiamo in prima pagina del Sole 24 Ore: "Banca del Sud, a gennaio aprono le prime 250 sedi". Si tratta in realtà di Poste Italiane che mette nuove insegne, le sue, alle filiali del Mediocredito centrale (per inciso il prezzo era giusto?). Ma il colpo di genio è mettere nella stessa prima pagina il "Manuale anti panico" che spiega: "come gestire i prodotti del risparmio postale".

8 - CARO, PRENDITI UNA VACANZA...
"Io so che Walter Veltroni è uscito di cotenna" (Corriere, p. 34).

 

CHRISTINE LAGARDE napolitano draghi GIULIO TREMONTI roberto maroniPIERFERDINANDO CASINI GABRIELLA CARLUCCI FRANCESCO PIONATI FRANCO BERNABE LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO John Elkann

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...