autostrade benetton soldi

BENETTON, PUBBLICITA’ E SOTTOMISSIONE - TRAVAGLIO REPLICA A EZIO MAURO: “SE UN'AZIENDA È MONOPOLISTA, COME LE AUTOSTRADE, NON C'È MOTIVO DI CONCORRENZA CHE GIUSTIFICHI I SUOI SPOT, INSERZIONI E SPONSORIZZAZIONI (SE NON QUELLO INCONFESSABILE DI COMPRARSI LA BUONA STAMPA COI SOLDI DEI CITTADINI) - SE 'REPUBBLICA' CONTINUERÀ A TENERE LE SUE FESTE ANCHE SENZA LA SPONSORIZZAZIONE DI BENETTON, BUON PER LEI”

Marco Travaglio per Il Fatto Quotidiano – Estratto

…………………….

 

DI MAIO E TRAVAGLIO

Il recente annuncio del ministro Di Maio sui limiti alla pubblicità delle società partecipate dallo Stato (Eni, Enel, Leonardo, Poste, Rai) è il minimo sindacale: i criteri di destinazione dei budget pubblicitari devono essere trasparenti e uguali per tutti, altrimenti si entra nella corruzione e negli scambi di favori. 

 

Di Maio sbaglia a sostituirsi al ministro dell' Economia e a limitare l' annuncio alla carta stampata: il grosso degli investimenti promozionali va alle tv e al web (la sede più adatta per la pubblicità di prodotto - sconti, nuove tariffe, nuovi servizi - perché il potenziale cliente può passare dall' inserzione all' acquisto con un clic; sui giornali è rimasta la pubblicità "istituzionale", che presenta il nuovo logo, ricorda l' esistenza di una certa azienda o presenta nuovi testimonial).

ezio mauro con matteo renzi e carlo de benedetti

 

Se poi un'azienda è monopolista, come gli acquedotti municipali o le Autostrade, non c' è motivo di concorrenza che giustifichi i suoi spot, inserzioni e sponsorizzazioni di qua o di là (se non quello inconfessabile di comprarsi la buona stampa coi soldi dei cittadini); se invece ha concorrenti privati e deve comunicare un nuovo servizio, è tenuta a farlo nella massima imparzialità per non turbare vieppiù il mercato editoriale.

 

L' ha spiegato Gad Lerner, ex firma di Repubblica, al Fatto dopo la tragedia di Genova: "L' eccesso di zelo con cui si è protetta la famiglia Benetton - e cito anche lo spirito acritico con cui era stata valutata l' esperienza di Sergio Marchionne - ha confermato un riflesso automatico dei media a difesa dei grandi imprenditori, che poi spesso sono stati (o sono) nei gruppi editoriali". 

gilberto benetton

 

LA PARTNERSHIP TRA AUTOSTRADE E LA7

E l' ha ribadito a La Verità: "I grandi giornali si sono dimostrati reticenti perché, in tempi di penuria di pubblicità, sono stati condizionati dagl' investimenti degli azionisti di Autostrade Altra prova che, per molti anni, direttori di testate e protagonisti dell' informazione sono stati confidenti di grandi capitalisti e allo stesso tempo consiglieri dei dirigenti della sinistra".

 

LA PARTNERSHIP TRA AUTOSTRADE E LA7

Perciò leggiamo con grande sorpresa l' editoriale di Ezio Mauro su Repubblica, che accusa Di Maio di voler sottomettere la stampa più sottomessa d' Europa con "l' ordine alle partecipate dello Stato di non fare più pubblicità sui giornali", con una "ritorsione per quelle poche fonti di informazione che le forze di governo non controllano direttamente o indirettamente", dopo che "la Rai si è allineata", anzi è stata "addomesticata" e "gli imprenditori comprati con un semi-condono" (vuoi mettere invece Renzi che anticipava a De Benedetti il decreto Banche popolari, facendogli guadagnare 600 mila euro in Borsa senza muovere un dito).

 

MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze

Anzitutto siamo curiosi di sapere quali media "controllano direttamente o indirettamente" i giallo-verdi, visto che hanno contro il 95% della stampa e non posseggono neppure l' 1% di un giornale o di una tv (a parte il Blog delle Stelle e la Prova del cuoco); che gli attuali direttori di rete e di tg della Rai li ha nominati Renzi e quelli di Mediaset li ha scelti B.; che del "semi-condono" non c' è traccia normativa; e che gli imprenditori sono talmente comprati che minacciano di scendere in piazza contro il governo, furibondi per il divieto di spot al gioco d' azzardo, il dl Dignità, il Daspo a vita per i condannati, la revisione delle concessioni ad Autostrade &C. e i limiti alle aperture domenicali per la grande distribuzione.

campagna pubblicitaria autostrade per l italia

 

Lo stupore aumenta quando Mauro scrive che l' ordine di Di Maio "non cambierà nulla per i giornali", però ci precipiterà in un plumbeo "mondo senza giornali, dominato dalle prediche impartite ai seguaci dal pulpito dei social". Ora, se per i giornali vendere o non vendere pagine alle società pubbliche non cambia nulla, in che senso Di Maio vuole "neutralizzare i giornali, convinto che tutto si compri e si venda"?

 

Se Repubblica continuerà a tenere le sue feste anche senza la sponsorizzazione di Autostrade-Benetton, e anche senza la presenza di Monica Mondardini nel Cda di Atlantia-Benetton e alla vicepresidenza del gruppo Repubblica- Espresso-Stampa-Secolo XIX , buon per lei.

 

monica mondardini carlo de benedetti

Semmai, a protestare contro Di Maio, dovrebbero essere i manager e i direttori della comunicazione delle partecipate, allarmati dalla rinuncia forzata a un' importante leva di marketing. Ma Mauro che c' entra? É un giornalista, che per vent' anni ha diretto Repubblica, celebre per meritorie battaglie contro i conflitti di interessi (degli altri, tipo B., un po' meno contro quelli di De Benedetti). 

FIORELLO REPUBBLICA DELLE IDEE

 

Anziché sostituirsi agli uffici marketing, un giornalista che teme ritorsioni dal governo dovrebbe chiedere ai lettori di acquistare più spesso il giornale, per trovare nel pubblico - cioè sul libero mercato - le risorse finanziarie che verrebbero meno. Invece Repubblica, curiosamente, tra i lettori e gl' inserzionisti di Stato, sembra preferire i secondi.

 

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