BISI & RISI – ‘’DA QUANDO C’È RENZI LA SINISTRA NON C’È PIÙ. MA A PALAZZO CHIGI C’È UN UOMO SOLO - ELEZIONI AD OTTOBRE, ALTRIMENTI SE LO MANGIANO” - LA PALOMBA VOLA SUL LIBRO DI BISI SUL “CORRIERE”

Barbara Palombelli per "Il Foglio"

Quando ci sei dentro - io per diciotto anni complessivi, fra via Solferino e piazza Indipendenza - il grande quotidiano non ti sembra un vero e proprio centro di potere. Anzi. Vedi i limiti, i "buchi", le notizie imprecise, pensi sempre che si potrebbe fare di meglio e di più. Ho visto direttori scherzare su grandi intrighi, arresti, verità sconvolgenti che poi finiscono sempre con la domandina dell'uomo di macchina: quante righe?

Cinismo o professionalità, se cade un aereo prima della chiusura addio intervista lecca lecca al grande politico, si rifanno le pagine e si ricomincia. Forse sarò stata ingenua, ma il vero potere mediatico l'ho visto in tv, non in tipografia. Da fuori, invece, l'ombra del Potere forte sopravvive ancora, a dispetto delle continue smentite, del calo della pubblicità e delle vendite. Nell'ultimo romanzo di Luigi Bisignani - personaggio molto addentro ai meccanismi della finanza e della politica - il protagonista è proprio il grande quotidiano milanese.

Si sussurra infatti che a bloccare la presentazione de "Il direttore" (Chiarelettere) all'annuale festa del libro di Torino sia stato proprio quel banchiere che nell'intreccio va sotto il nome di Lodovico Bogani. Un romanzo giallo ambientato nelle redazioni - Milano e Roma - può spaventare a tal punto, nonostante la precisazione dell'editore che recita "Ogni riferimento a fatti, nomi e persone reali, viventi o scomparse, è assolutamente casuale"?

E' la storia a fare del Corriere un'ossessione. Da Mussolini a Craxi, passando per Licio Gelli, Bruno Tassan Din, il Pci, la massoneria, il terrorismo che uccide l'adorato Tobagi, vittima del suo riformismo, il sindacato interno che ai tempi di Fiengo contava più di direttore ed editore messi insieme, la suggestione e la volontà di mettere le mani su quei titoli, quelle note politiche, quelle paginate affascinanti (ormai solo per noi anziani?) arrivano fino ai nostri giorni. Il consiglio d'amministrazione del giornale, nonostante i problemi e i bilanci, si sente ancora investito di una missione salvifica nei confronti del paese.

E i direttori ne pagano - in bene e in male - le conseguenze. Bisignani, giornalista dell'Ansa da ragazzino e poi consigliere di grandi personaggi come Andreotti, Letta, Scaroni, nonostante qualche guaio con la giustizia, è ancora un punto d'incontro fra lo stato laico e il Vaticano. Rapporti stretti e di fiducia, evidentemente ancora attivi. Basti pensare che la sua famiglia ha un altare dedicato e consacrato nella chiesa di piazza Buenos Aires, casualmente la chiesa dove andava a dire messa l'attuale Papa Bergoglio quando veniva in Italia da semplice cardinale.

Il suo romanzo si nutre perciò di dettagli e di minuzie che solo un autore che sa molto di più di quello che scrive può raccontare. La finanza delle grandi banche, dietro le quinte dello scontro editoriale, si muove e uccide senza pietà. Perfino un sacerdote di quelli che evidentemente "arrampicano", come dice Papa Francesco, cercando la strada giusta per insinuarsi nelle segrete stanze e nella extraterritorialità della chiesa.

Fra morti e intercettazioni che non vengono pubblicate - fra un illustre imputato, Luca Alessandri, e il direttore del grande quotidiano - Bisignani lancia qualche avvertimento ma per fortuna scrive bene e non esagera nell'immaginare poteri talmente invisibili da sfuggire al lettore normale.

2. BISIGNANI SUSSURRA A MATTEO: "AL VOTO A OTTOBRE O SEI FINITO"
Franco Bechis per "Libero quotidiano"

L'occasione è stata naturalmente quella del suo ultimo libro: «Il direttore, un romanzo sul potere» che ancora una volta ha portato alla ribalta Luigi Bisignani. Così l'ex giornalista, expr, lobbista, uomo al centro delle più importanti relazioni di potere in Italia, l'uomo «che sussurra ai potenti» (come si è autocelebrato in un fortunato saggio), il personaggio al centro di molte vicende giudiziarie di questi anni, è entrato ne L'Abitacolo, la web trasmissione di Libero, che oggi sarà on line su www.liberoquotidiano.it.

Per parlare del suo libro, che ha fatto notizia perchè in extremis il Salone del Libro di Torino ne ha rifiutato la presentazione (il romanzo è inventato, ma sembra davvero parafrasare le vicende del Corriere della Sera). Avendo Bisignani a bordo, non potevamo farci scappare l'occasione per parlare dei potenti di oggi. Iniziando dal premier

Anche lei è convinto che Renzi sia l'uomo che ha cancellato la sinistra?
«Vero, da quando c'è Renzi la sinistra non c'è più. E speriamo che lui trasformi questa sua capacità mediatica in una forza di governo. Al momento questo non è avvenuto. C'è un uomo solo...»

Cosa vuole dire?
«Che è difficile fare la rivoluzione copernicana che vuole Renzi senza una maggioranza parlamentare e senza avere uomini suoi nei posti rilevanti dell'apparato di governo. Né puoi fare ciò che vuoi senza avere dalla tua il Ragioniere generale dello Stato, il direttore generale del Tesoro, chi dirige le politiche di coesione...».

Non li ha dalla sua, anzi. Quindi è destinato al fallimento secondo lei?
«Fino adesso abbiamo visto tante buone enunciazioni un po' velleitarie. Lui denuncia, però poi bisogna mettere in pratica. E poi anche questa ossessione sugli stipendi... Stiamo attenti, perché non vorrei nascesse qui un disagio sociale che di fronte all'assenza di risultati concreti ci può portare a una deriva molto brutta».

Lei che sussurra ai potenti, che sussurrerebbe a Renzi?
«Secondo me deve passare il prima possibile dalle elezioni. Ad ottobre, per avere una sua maggioranza e un suo Parlamento. Adesso fingono tutti di essere renziani, ma non è così. Per dargli fiducia bisogna che un suo Parlamento lo legittimi. Secondo me questo tema lui stesso lo comincia a sentire, e lo sente con forza perchè altrimenti se lo mangiano».

Eppure piace alla gente la rottamazione di Renzi. Come - lo dico a lei che conosce bene il Vaticano - piace la rottamazione di Papa Francesco.
«Non sono così simili. Papa Francesco parla ai poveri del mondo, semmai il suo limite finora è stato parlare poco ai giovani, a chi ha bisogno di sentire la speranza. Eppure i giovani sono fondamentali per la Chiesa. Io sono praticante. Ho 61 anni. La domenica mi giro durante la funzione e sono uno tra i più giovani. I giovani hanno bisogno della Chiesa, e la Chiesa di loro, più ancora che dei poveri...».

È vero che Rizzoli ha impedito la presentazione del suo romanzo al Salone del libro?
«Giulio Andreotti che è sempre stato il mio punto di riferimento diceva che a pensare male spesso ci si indovina...».

Diceva però che si faceva peccato...
«Sì, però ci si indovina. Io non credo che la Rizzoli sia intervenuta sul Salone del Libro per impedire la mia presentazione, che l'8 maggio sarebbe coincisa con una importante loro assemblea. Il direttore di Chiarelettere, Fazio pensa che possa essere intervenuto il Vaticano...».

E lei cosa crede?
«Aveva ragione Nanni Moretti a dire "mi si nota di più se ci vado o se non ci vado?"...».

 

 

BISIGNANIFERRUCCIO DE BORTOLI FERUCCIO DE BORTOLI ANGELINO ALFANO MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA A PALAZZO CHIGI FOTO LAPRESSE la copertina del libro di luigi bisignani il direttore

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…