la capannina

1. “COSI’ HO SEDOTTO LA NOTTE”, PARLA GHERARDO GUIDI CHE DA 40 ANNI GESTISCE A FORTE DEI MARMI, “LA CAPANNINA” 2. "RAY CHARLES MI RACCONTO' DI QUANDO AVEVA PERSO LA VISTA, MENTRE IL FRATELLO AFFOGAVA IN UNA PROFONDA POZZA” - LE CONFIDENZE DEGLI AGNELLI, I SEGRETI, GLI AMORI, I TRADIMENTI 3. IL CAPODANNO CON BENIGNI “RESTÌO AI LOCALI” E POI SAPORE DI MARE, IL FILM DEI FRATELLI VANZINA, LE NOTTI DI RENATO ZERO E GRACE JONES. BRIATORE CHE BALLA SU UN TAVOLO E UNA DELLE ULTIME USCITE DI ORIANA FALLACI

 

Gianluca Tenti per Sette - Corriere della Sera

 

LA CAPANNINALA CAPANNINA

Quando parli di Forte dei Marmi la memoria corre ai luoghi del piacere, agli indirizzi del divertimento di qualità, alle atmosfere da Sapore di mare. E lì, nell’infinito mondo delle sabbie nobili, lo sguardo sfuma nella quieta bellezza di un indirizzo che si è fatto storia: la Capannina, meta irrinunciabile del divertimento da tutto esaudito.

 

Intere generazioni sono cresciute nelle sue serate fatte di aperitivi, sala per il gioco del bridge, cene pasteggiate a champagne, musica dal vivo, orchestre e stelle. Un capanno per gli attrezzi dei pescatori che Achille Franceschi, nel 1929, volle trasformare in una metafisica casa sulla spiaggia per aristocratici e industriali.

 

Qui si sono scritti tratti indelebili e segreti inconfessabili. E se la Capannina è di fatto il più antico locale da ballo del mondo, l’anno che verrà porta con sé un altro primato. Quello delle quaranta primavere alla tolda di comando da parte di Gherardo Guidi, il signore della notte. «Sembra ieri e in un amen eccomi qui», sorride sornione mentre culla con lo sguardo questo tempio della musica danzante.

GHERARDO GUIDIGHERARDO GUIDI

 

«Ho preso la Capannina nel 1977. In realtà il mio obiettivo era la Bussola, la mitica Bussola di Bernardini (che pure si assicurerà all’alba degli anni 80, ndr). Ma la sorte ha voluto così e certo non posso lamentarmi. Un caro amico dice che così ho sedotto la notte». Il mare d’inverno è una poesia fatta di ricordi. Protetta dalle Apuane, accarezzata dal Maestrale, la terra di Versilia vive di spazi che si allungano all’infinito, i silenzi ispirano gli artisti e i ricordi si uniscono a tradizioni fatte di ospitalità e irrinunciabile mercatino del mercoledì. Le biciclette tracciano la rotta del benessere tra il Quarto Platano caro a Carlo Carrà e Leonida Repaci, le vette candide dei marmi michelangioleschi e il pontile più fotografato d’Italia.

PATTY PRAVOPATTY PRAVO

 

Nel mezzo lei, la signora del mare. «È forse la stagione dell’anno che amo di più», racconta Guidi che, per inciso, è anche un Grande Ufficiale della Repubblica. «È il periodo che dedico alla ricostruzione di una storia personale che è diventata di tutti, un lungo racconto che vorrei destinare ai più giovani perché sappiano apprezzare meglio il divertimento e le regole di una gestione». Se cerchi informazioni su questo non-luogo finisci sempre con il ripartire da racconti che parlano dell’idrovolante di Italo Balbo che ammarava al largo del Forte, mentre un bagnino si affannava a raggiungerlo sul pattino per fargli servire una bevanda fresca preparata dal barman della Capannina.

 

LITTLE TONYLITTLE TONY

Ricordi il simpatico derby sulla paternità del Negroni, il cocktail più famoso del mondo che l’omonimo conte si inventò mettendosi a giocare con gin, bitter e vermouth nella cambusa della Capanna, dopo averlo sperimentato a Firenze. Il Duce impose la chiusura di questa sala in tempo di guerra (la linea gotica dista un paio di chilometri) che venne poi riaperta nel ’45 quando la ricca borghesia tornò a impossessarsi delle ville immerse nella pineta cara a d’Annunzio. Certo, oggi sono sempre più rari i testimoni dell’era del fasto, quando Peppa del Drago e Nicky Pignatelli entravano nude a cavallo nella sala da ballo, quando Gianni Agnelli e Niccolò Theodoli sfidavano a poker due bari noti frequentatori del jet set internazionale, perdendo sistematicamente al tavolo da gioco sul piano nobile della Capannina.

 

BOSCHI ALLA CAPANNINA CON IL FORZISTA MARTINELLIBOSCHI ALLA CAPANNINA CON IL FORZISTA MARTINELLI

Storia con la S maiuscola obietterà qualcuno, nota, anzi risaputa. Quello che pochi conoscono è invece il secondo capitolo di questa magnifica avventura. Che vede Gherardo e Carla Guidi protagonisti di un cammino più longevo persino di quello dei Franceschi: «Appena arrivai decisi, senza esitazione, che il nome sarebbe rimasto quello originale: la Capannina di Franceschi, perché a quella famiglia tutti noi dobbiamo molto e l’intera Versilia ha un debito di riconoscenza per la visione che seppero imprimere negli anni 30 e che ancora oggi fa grande questa terra».

 

Guidi arrivava da una discreta esperienza maturata nella provincia pisana, in una località poco conosciuta come Castelfranco di Sotto, dove aveva debuttato nella gestione dei dancing all’alba degli Anni 60, alla Sirenetta, riuscendo a portare nel bel mezzo del niente i grandi della musica italiana, da Gino Paoli a Don Backy e finanche artisti come Alighiero Noschese.

DE SICADE SICA

 

Poi c’era stata la parentesi del Carillon di Marina di Pietrasanta, ai tempi delle gemelle Kessler. Una significativa presenza a Firenze al dancing I Tigli, poi al Tiffany, infine lo Sporting di Bologna nei sotterranei della palazzina dove abitava Lucio Dalla. Prima di approdare, definitivamente, a Forte dei Marmi. «La Capannina usciva da un periodo difficoltoso. C’era stata una gestione che aveva incontrato criticità. Sapevo che i bei nomi dell’Italia industriale volevano acquistarla, ma riuscii a convincere i vecchi proprietari e mi gettai, ventre a terra, nell’avventura» rivela Guidi.

 

LA CAPANNINA SAPORE DI MARELA CAPANNINA SAPORE DI MARE

Scritturando Ray Charles («ricordo il toccante racconto che mi fece di quando aveva perso definitivamente la vista, mentre il fratello affogava in una profonda pozza») e Roberto Benigni («un ultimo dell’anno, con questo incredibile artista restìo ai locali»), cavalcando l’onda del teatro – dal Bagaglino a Gigi Proietti -, al ritmo della musica dal vivo delle  migliori orchestre e con una lista pressoché infinita di protagonisti dei cartelloni musicali d’Italia. Non si tratta di uno sterile elenco di nomi. Ma di memorie che tagliano, come un diamante, la nostra storia. «Esplodeva il fenomeno dei Bee Gees e della Febbre del sabato sera. Ero andato a New York a cercare un gemellaggio con il Regine. Lo Studio 54 era una terra del peccato…

 

FORTE DEI MARMI AGNELLI MORATTI SAPORE DI MAREFORTE DEI MARMI AGNELLI MORATTI SAPORE DI MARE

Portai in Versilia i primi disc jockey e fui subito criticato perché, secondo qualche commentatore, stavo svilendo l’immagine del locale. La realtà che avevo trovato era ben diversa. Perché quando entrai in Capannina scoprii un ambiente che doveva essere cambiato, lentamente nel rispetto di antiche tradizioni, senza procurare strappi o destare scandali». Gherardo Guidi non lo dice apertamente, ma ai tavoli da bridge dove le signore della Milano bene e dell’aristocrazia fiorentina giocavano sin dalla metà del pomeriggio, a sera la sceneggiatura cambiava. Da anni certe sfide finivano a chiusura di mano. Non si limitavano al pagar pegno con una bottiglia di champagne. Proseguivano fino all’alba con ben altra posta in palio.

sapore di mare sapore di mare

 

Nessuno se la sentiva di disturbare certi giocatori: «Dissi a un mio collaboratore, Pasquale Casiello, di accompagnare certi ospiti all’uscita. Mi guardò pensieroso, dicendo con gli occhi quello che a parole era difficile esprimere». In tutta la Versilia dilagavano puntate leggendarie. C’erano montagne di soldi in palio, proprietà che passavano per le carte. Le sfide si spostarono in qualche albergo e a villa Rosina. Mentre ben altre ville, terreni e società mutavano proprietario. In sala si sussurravano presenze da brividi.

 

Nessuno osava neppure pronunciare i nomi di avventori che da anni sedevano ai tavolini a bordo pista, un altro tipo di onorata società. «Modificai l’atmosfera della sala. Accesi più luci, misi al centro della serata uno spettacolo di richiamo, migliorai la qualità del ristorante e puntai su un servizio impeccabile, dall’aperitivo al cuore della notte. Senza mai perdere di vista valori come serietà, rispetto e qualità» spiega il patron.

 

In sala si alternavano Peppino di Capri, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Patty Pravo. Ma i giovani volevano la discomusic. E lui portò il mito delle nuove generazioni: Gloria Gaynor, poi habituée. Aprì ai festeggiamenti del 50° compleanno della Capannina. Mantenne la consuetudine di ospitare il Premio satira del Forte proprio nella sala da ballo, esteticamente immutata nel tempo, con i suoi tavolini e il tricolore del divertimento: verde, avorio e arancione. Guidi era nella giuria del premio, con la creme degli intellettuali. Così era in principio, così tornò ad essere. E soprattutto tra il pubblico tornarono a farsi vedere i Moratti (da Angelo a Massimo), i Borromeo, i Rizzoli, i Rossi di Montelera. Arrivarono i presidenti del Consiglio, Giulio Andreotti, Giovanni Goria e Giovanni Spadolini. Certo non era più la terra delle extravaganze di d’Annunzio e della Duse che si amavano lussuriosamente nel parco della Versiliana.

 

ornella vanoniornella vanoni

O quelli di Vestivamo alla marinara, il libro verità di Susanna Agnelli che raccontava l’innamoramento di donna Virginia con Curzio Malaparte e che l’Avvocato non volle trasformare in sceneggiato televisivo quando mamma Rai già aveva acquisito i diritti di quella storia. «Gli Agnelli qui sono venuti con una certa frequenza», certifica Guidi. «Edoardo e Giovannino in particolare. Recentemente ho avuto l’onore di ospitare John Elkann e Lavinia Borromeo».

 

Con loro i nomi più importanti d’Italia. «Ai tavoli del bridge c’erano una dozzina di signore alla fine degli anni 70. Le loro famiglie rappresentavano una fetta consistente della finanza italiana. Qui si concludevano accordi con la stretta di mano». Segreti, amori, tradimenti. Gherardo Guidi ha sempre mantenuto uno stretto riserbo su certi scandali al sole. Ma non è rimasto silente. Non quando ad esempio la grande Mina lo attaccò frontalmente, dalla prima pagina della Stampa, per come gestiva la Bussola. «Ho rilevato la Bussola nel 1983, quando i bei tempi di Sergio Bernardini erano tramontati. Lui, un grande.

 

Ho imparato molto frequentandolo. Prima da avventore e poi da giovane collega alle prime armi. Me lo presentò Aldo Valleroni, il giornalista e compositore musicale che portò Louis Armstrong a Sanremo… Sergio si era concentrato su Bussoladomani, alle spalle aveva la Rai, i cachet dei grandi artisti internazionali si erano fatti ormai impossibili. Sarebbero serviti gli stadi o le grandi piazze, come fa Mimmo D’Alessandro oggi.

RAY CHARLES RAY CHARLES

 

Con mia moglie pensai di offrire al pubblico Patty Pravo, Fred Bongusto, Peppino Di Capri. Lanciai, con Vittorio Cecchi Gori, i talenti toscani di Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni con la trasmissione Aria Fresca proprio dalla Bussola prima su una tv regionale, poi su Telemontecarlo oggi La7», ricorda Guidi. Ci sono anche altre produzioni che portano la firma di Gherardo Guidi. Il Festival delle orchestre per la Rai, le prime trasmissioni con la sfida tra Tirreno e Adriatico, il ballo in prima serata. E che dire di Sapore di mare, il film dei fratelli Vanzina ambientato nel 1982 proprio nella Capannina, l’embrione dei cinepanettoni. «Quando mi presentarono il progetto storsi un po’ il naso» chiosa Guidi. «Il cast iniziale non era secondo me completo.

 

C’era Jerry Calà, bravo e simpatico. C’era Christian De Sica ancora da valorizzare. Chiesi un nome più robusto. Tornarono con una grande Virna Lisi. Mi sciolsi. E ho voluto ricordare quel film, unitamente al seguito dell’83, con serate a tema che ho affidato a Jerry Calà, costruendo con lui una festa nel locale che ha appena festeggiato i venti anni di attività continuativa». Un altro record, ineguagliato. «Ho molti ricordi con i personaggi dello spettacolo, da Mike Bongiorno a Pippo Baudo.

VIRNA LISI VIRNA LISI

 

Ma uno in particolare con Virna Lisi quando venne a trovarmi con Ettore Scola e con Armando Trovajoli. Avevo chiesto al maestro di suonare in Capannina, ma lui aveva declinato l’invito per motivi di età. Poi una sera mi chiamano e mi informano che proprio lui era entrato in sala. Mi precipito e vengo investito da critiche perché l’orchestra suonava musica da ballo per i giovani. Intervenne Virna Lisi per evitare che dalle parole, che si erano fatte grosse, la situazione prendesse un’altra piega. E pensare che per il 50° compleanno della Capannina qui ho fatto incidere un Lp al maestro Augusto Martelli… Il mondo cambiava, ma qualcuno faticava a capirlo».

 

A proposito di compleanni. Da sempre la serata clou d’agosto è quella dedicata a questa signora del mare. E per festeggiare la Capannina, pasteggiando a champagne, Guidi si è inventato una serata con la bellezza italiana. Negli anni ha sempre cambiato le madrine, alternando Alba Parietti, Valeria Marini, Luisa Corna, fino al lancio di Belen. Mille gli aneddoti che il patron delle notti versiliesi snocciola.

PIETRASANTA TWIGA BRIATOREPIETRASANTA TWIGA BRIATORE

 

Come quando l’esuberanza di Flavio Briatore che si era messo a ballare su un tavolino, venne smorzata da un invito a mantenere uno stile consono al locale. Non la prese bene Briatore. E neppure Guidi quando, un anno più tardi, l’avventore fidanzato all’epoca con Naomi gli aprì a un chilometro il Twiga. Le mode passano, i locali si alternano, ma resiste una sola costante: la Capannina. «Difficile dire quale sia stata la stagione migliore. Una battuta banale potrebbe essere ‘la prossima’, ma credo che in tutti questi anni le nostre serate abbiano fatto sognare ad occhi aperti. E in fin dei conti non puoi dire di essere stato in Versilia o al Forte se non hai passato una notte in Capannina».

RENATO ZERO -3RENATO ZERO -3

 

Gherardo Guidi ricorda i suoi clienti più affezionati («il conte Gianluigi Zucchini che teneva testa ai Ferrajoli e al principe Orsini, con eleganza…»), gli artisti che si presentavano con richieste non adatte allo stile della casa («al solo sentir sussurrare esigenze… stupefacenti, li invitavo ad andarsene, anche se avevo la sala piena»), i compleanni dei nomi dello sport: solo negli ultimi anni Adriano Galliani, Francesco Totti e Paolo Rossi. Le notti di Renato Zero e Grace Jones che finivano all’alba sul parquet della Capannina. Di cose ne ha da dire.

 

Seduto al tavolo di legno del Bagno Roma di Levante dove per anni si è fatto il calciomercato e dove sono stati presentati Pato e Allegri. E dove, soprattutto, in una calda sera d’estate Gherardo e Carla Guidi hanno ospitato Oriana Fallaci, in una delle sue ultime uscite, esaudendo i suoi desideri: mangiare le acciughe e toccare l’acqua del Tirreno. Ma questa è già un’altra storia.

SAPORE DI MARESAPORE DI MAREGALLIANI FORTE DEI MARMI 1GALLIANI FORTE DEI MARMI 1

 

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…