campo dallorto rai

LA NUOVA RAI? CAMPO CAVALLO! - “100 AUTORI”, LA PIU’ GRANDE ASSOCIAZIONE DI REGISTI, AUTORI E SCENEGGIATORI DI CINEMA E TV (DA SORRENTINO A BELLOCCHIO, DA COMENCINI A PURGATORI) SCRIVE A CAMPO DALL’ORTO: “ORA CHE HAI FATTO LE NOMINE, TI DEDICHERAI A FILM E FICTION?”

Da “la Repubblica

 

campo dall'orto renzi nomine raicampo dall'orto renzi nomine rai

Repubblica anticipa il testo della lettera aperta al direttore generale della Rai, inviata da “100autori”, la più grande associazione che rappresenta registi e sceneggiatori cinematografici e televisivi, autori di documentario, film d’animazione e autori legati al mondo dei nuovi media, da Paolo Sorrentino a Marco Bellocchio, da Cristina Comencini ad Andrea Purgatori.

 

tony servillo con paolo sorrentinotony servillo con paolo sorrentino

 Gentile dottor Campo Dall’Orto, nei sette mesi trascorsi dalla sua nomina abbiamo seguito con grande interesse il suo percorso di ridefinizione dell’azienda pubblica che è stato chiamato a gestire nell’interesse collettivo. Abbiamo apprezzato il suo stile parco, riservato e prudente.

 

Marco Bellocchio Marco Bellocchio

Abbiamo condiviso le intenzioni che ha espresso nelle rare interviste e dichiarazioni pubbliche e compreso la necessità di attendere che la nuova legge le conferisse prerogative appropriate a mettere in atto quelle intenzioni. Infine abbiamo perfettamente compreso la priorità di inaugurare il suo corso attraverso le nomine dei direttori di rete (e analoghi ruoli apicali).

 

Ora però ci paiono maturi i tempi per dare seguito e concretezza alle sue intenzioni anche per quanto riguarda la narrazione audiovisiva — documentaria e di finzione, live action e animata, pensata per la distribuzione sui canali televisivi o progettata per l’ambiente digitale. Un comparto che impegna una percentuale rilevantissima del fatturato della Rai e quindi del denaro pubblico che permette alla Rai di esistere.

 

CRISTINA COMENCINI CRISTINA COMENCINI

La Rai ha una straordinaria tradizione e in molti ambiti è tuttora capace di assoluta eccellenza. Tuttavia da molti anni, come lei ha più volte rilevato, sembra aver rinunciato a parte della sua missione. Da tempo infatti, Rai ha smesso — salvo rarissime eccezioni — di proporsi come motore di innovazione; ha rinunciato a parlare con larghissima parte del suo pubblico potenziale;

 

ha rinunciato all’ambizione di affermarsi come produttore di contenuti globali di qualche rilievo e ha rinunciato a sperimentare sia sul piano dei linguaggi che su quello dei processi, di scouting, di sviluppo e di produzione.

 

andrea purgatori  ludovica rampoldiandrea purgatori ludovica rampoldi

I contenuti Rai hanno in larga parte perso qualunque rilevanza, quasi mai riescono a segnalarsi in termini di identità estetica o linguistica. Dei prodotti Rai non c’è quasi mai molto da dire: per questo restano sostanzialmente invisibili al pubblico e alla critica internazionali, incapaci di competere con i contenuti di paesi e sistemi talvolta anche più piccoli e di minore tradizione, ma consapevoli delle ragioni profonde di una missione editoriale.

 

campo dall'orto raicampo dall'orto rai

Tutto questo in un momento nel quale il mercato internazionale chiede con forza contenuti europei concepiti e sviluppati per competere col grande prodotto globale, americano in particolare.

 

Ridefinire la missione industriale ed editoriale della Rai è necessario dunque non solo per cogliere la straordinaria opportunità di questo momento storico ma anche per restituire un significato all’esistenza del servizio pubblico e al suo ruolo di motore delle dinamiche industriali, culturali e di mercato oltre che naturalmente editoriali ed estetiche.

 

Ma perché tutto questo sia possibile è necessario un ripensamento radicale dei processi decisionali, dei modelli di sviluppo e produttivi, oltre che delle strategie di scouting di nuove idee e nuovi talenti.

 

Tutto questo non perché lo diciamo noi autori, ma perché non si vede come si possano raggiungere gli obbiettivi che lei ha dichiarato con una cultura del prodotto e un modello operativo e decisionale come quello che la Rai insiste a conservare.

 

MAGGIONI CAMPO DALL'ORTOMAGGIONI CAMPO DALL'ORTO

Confidiamo dunque di vedere finalmente all’opera le strategie necessarie per trasformare in prassi le sue dichiarazioni di intenti. Affinché la “nuova stagione” non si risolva ancora una volta in una banale questione di nomi e di nomine, facendo annegare noi e il pubblico nel solito mare di chiacchiere e noia.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…