ALTRO CHE CANI DA GUARDIA: LA FAZIOSITA’ DELLA STAMPA ITALIANA HA TENUTO A GALLA BERLUSCONI

Caterina Soffici per "Il Fatto Quotidiano"

Perché Berlusconi è ancora lì nonostante quello che i giornali hanno scritto su di lui. Questa cosa, vista dall'estero, è incomprensibile. Per un giornalista inglese, "quando una bugia, un comportamento moralmente inaccettabile o un crimine vengono raccontati su un giornale, queste rivelazioni devono avere delle conseguenze". Perché questo non succede in Italia? L'anomalia italiana è analizzata e vivisezionata da due giornalisti del Financial Times, autori di ‘'Eserciti di carta''.

‘'Come si fa informazione in Italia'' appena uscito per Feltrinelli (pagg. 283, euro 18). Ferdinando Giugliano (tipico cervello in fuga, 27 anni, dottorato in Economia a Oxford, scrive gli editoriali non firmati per il Ft) e John Lloyd (collaboratore di Repubblica, tra i fondatori e direttore del Reuters Institute for Study of Journalism all'Università di Oxford) scrivono un intero volume per raccontare come si costruiscono le notizie in Italia, eppure alla fine ci si rende conto che hanno prodotto un libro su Berlusconi e sulla domanda iniziale: come è possibile che sia ancora lì?

Nessun politico del mondo democratico civile (non parliamo di dittatori o di paesi totalitari) avrebbe resistito un giorno al potere se i giornali del suo paese avessero pubblicato anche solo un decimo di quanto è uscito in Italia su B. L'anomalia italiana si chiama conflitto d'interessi, ma non solo.

Nell'analisi, Giugliano e Lloyd dicono che il giornalismo è stato plasmato e intrappolato nella radicalizzazione berlusconiana "con me o contro di me", la dicotomia che ha caratterizzato l'ultimo ventennio di vita politica. E quindi di conseguenza la società e l'informazione.

Venti anni di giornali (e soprattutto televisione) ai tempi di B. hanno profondamente cambiato il volto di un giornalismo che comunque aveva i suoi bei vizi e le sue magagne anche prima. Colpisce la rivendicazione dei giornalisti italiani che essere di parte sia una cosa buona. In fondo, è il ragionamento, perché essere ipocriti?

Nessun giornalista è libero e quindi più ci si schiera più si è onesti con i lettori, che almeno sanno da che parte stai. Il cinismo di questa tesi è perfettamente sintetizzato dal campione dei cinici e dei trasformisti italici, Giuliano Ferrara, il quale intervistato nel libro dichiara:
"Non sono un commentatore indipendente, sono un essere umano, sono un cittadino, una persona. Il giornalismo, per me non è una professione, è un aspetto della vita politica... Non credo nel giornalismo professionale".

Dichiarazioni di questo genere non sono concepibili da uno che guarda dalle sponde del Tamigi. Scrivono Giugliano e Lloyd: "Vista dall'estero, l'informazione italiana sembra fondata sul presupposto che l'obiettività e l'equidistanza non siano possibili, che la neutralità rispetto a interessi e fazioni politiche sia irraggiungibile e che i giornalisti non possano evitare di assumere posizioni di parte".

Non che i giornali inglesi possano permettersi di fare lezioni di morale, visto quello che è successo negli ultimi anni. Non si capisce dove nasca l'idea molto diffusa in Italia che la stampa britannica sia un modello da seguire. Nel gruppo Murdoch è successo di tutto e di più, si sono dimessi direttori, è stato chiuso un giornale storico, grappoli di giornalisti sono finiti in carcere perché intercettavano illegalmente i telefoni dei vip.

Alla faccia dell'equidistanza e dell'imparzialità, uno di questi campioni di giornalismo indipendente anglosassone, Andy Coulson, è stato addirittura assunto da David Cameron come portavoce, per poi dimettersi nell'ignominia quando il bubbone è scoppiato. Quindi, non è necessario farsi fare la lezione. Ma Eserciti di carta è utile perché ha uno sguardo distaccato e spiega che alla fine il cinismo italico enunciato da Ferrara - non si può non essere di parte - si ritorce contro i giornalisti stessi che lo professano e lo praticano.

A cosa serve tendere all'imparzialità? "Chi fa informazione deve riuscire a raccontare quanto accaduto in modo da convincere il lettore o il telespettatore, indipendente da quale sia la sua fede politica, a fidarsi della sua tesi e delle sue conclusioni" scrivono i due del Ft. Ma c'è di più: anche il pubblico deve fare la sua parte e credere nella funzione civile del giornalismo. Se il giornalista da cane da guardia diventa cane da compagnia, il gioco non funziona più. Ecco come si è rotto in Italia il rapporto di fiducia tra stampa e società civile.

Nel libro si passano in rassegna il caso Noemi e le dimissioni di Boffo, le 10 domande di Repubblica a Berlusconi e la casa di Fini a Montecarlo, il Tg1 di Minzolini e il caso Ruby. Tutte le notizie e gli scandali sono stati masticati, deglutiti e diluiti negli infiniti botta e riposta dell'informazione "bipolare" creata dal berlusconismo.

Le conclusioni di Lloyd e Giugliano sono sconfortanti: "Nel mondo dell'informazione bipolare qualsiasi fatto diviene opinabile. In questo clima di relatività assoluta è difficile che un'inchiesta giornalistica possa portare a delle conseguenze, perché il politico colto sul fatto avrà gioco facile ad appellarsi alla parzialità, vera o presunta, dei giornalisti che lo accusano". Il giornalista in un paese normale dovrebbe essere un arbitro. "In Italia ci sono sempre due arbitri, ciascuno portato da una delle due squadre. Chi andrebbe mai a vedere un match del genere?".

 

GIORNALI QUOTIDIANI mm017 berlusconi giornalisti 18 08 06DAVID CAMERON ALLA CERIMONIA DI INSEDIAMENTO DEL NUOVO ARCIVESCOVO DI CANTERBURY JUSTIN WELBY Andy Coulson Andy Coulson Comes Under Pressure k K mpMZvsl AUGUSTO MINZOLINIRUBY INCINTA IN MESSICO DA CHI DINO BOFFO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI, BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO

matteo salvini alberto stefani luca zaia

DAGOREPORT - LUCA ZAIA MINACCIAVA DI DIVENTARE UN SERIO “PROBLEMA” PER MATTEO SALVINI E FORSE LO SARÀ: NON POTENDO IL “DOGE”, PER ORDINE DI SALVINI IN COMBUTTA CON MELONI, GUIDARE UNA LISTA A SUO NOME, UNA VOLTA SBATTUTO A CAPOLISTA IL SUO ENTUSIASMO POTREBBE SCEMARE E LA LEGA IN VENETO CORRE IL RISCHIO DI UN SORPASSO DI FRATELLI D'ITALIA - EVENTUALITA' CHE METTEREBBE DI NUOVO IN DISCUSSIONE LA LEADERSHIP DEL "CAPITONE" - I RAS LOCALI HANNO CRITICATO PER ANNI SALVINI, SENZA MAI AVERE IL CORAGGIO DI SFIDUCIARLO. QUESTA VOLTA, TRA UN VANNACCI CHE SI PRENDE I PIENI POTERI NEL PARTITO E I MALUMORI PER LA "CESSIONE" DELLA LOMBARDIA A FDI, UN FLOP IN VENETO POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO - SE SALVINI NON RIDE IN VENETO, ELLY SCHLEIN POTREBBE PIANGERE IN CAMPANIA: IL GRILLONZO ROBERTO FICO NON ENTUSIASMA E FA INCAZZARE DE LUCA CON LE SUE LEZIONCINE ETICHE SUI CANDIDATI. TANT'E' CHE TRA I FEDELISSIMI DI DON VICIENZO È PARTITO IL FUGGI FUGGI VERSO LE SIRENE DELLA DESTRA DI POTERE...

orcel messina

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: ALLA CHIUSURA DELLA GIORNATA BORSISTICA DI OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO DI UNICREDIT REGISTRA 98,20 MILIARDI, E' SUPERIORE A QUELLA DI BANCA INTESA CHE SI SI ATTESTA A 97,67 MILIARDI – CON L’ARRIVO DI ANDREA ORCEL A UNICREDIT È INIZIATO IL CAMMINO DI SORPASSO SULLA PRIMA BANCA ITALIANA GUIDATA DA CARLO MESSINA – A PIAZZA GAE AULENTI, MENTRE SI AVVIA LA RICERCA DEL SOSTITUTO DEL PRESIDENTE PADOAN, ORCEL STA PREPARANDO I “BOTTI” DI NATALE, RICCHI DI SORPRESE…