LA CANNES DEI GIUSTI – CON "GRIGRIS" SI BALLA, CON "LES SALAUDS" SI DORME
Marco Giusti per Dagospia
Cannes ottavo giorno. Dai che non manca molto e c'e'il sole. E' un personaggio incredibile questo Souleymane Deme' detto Grigris che vediamo nel film, molto atteso, di Mahamat-Saleh Haroun, "Grigris" appunto, proveniente dal Ciad e presentato in concorso ieri sera per la stampa e da molti considerato uno dei possibili vincitori del festival.
Grigris e' un incredibile ballerino di 25 anni, originario del Burkina Faso, con la gamba sinistra morta, un corpo strano, braccia lunghissime, la gamba sana arcuata, che si muove in maniera meravigliosa sulla scena. Su di lui, sulla sua grazia e le sue performance, e' costruito gran parte del film, che ha poi una storia, anche molto elementare, ma che non vale il piacere di vedere Grigris muoversi nelle feste o da solo sul palco esaltando una fisicita' che trova sfogo solo nel movimento e nella musica.
Grigris si arrangia come fotografo, quando, alla ricerca di soldi per pagare l'operazione del marito della madre, entra in una banda di trafficanti di benzina. Contemporaneamente si innamora di Mimi, la bellissima Anais Monory al suo primo film, una prostituta malvista dal suo boss, Moussa. Come se non bastasse, per dare i soldi al patrigno, ruba la benzina a Moussa.
Scoperto scappa con Mimi in un villaggio, dove saranno proprio le donne del posto e Mimi a salvarlo accorrendo con dei mattarelli belli pesanti. Costruito con grandi e studiatissime inquadrature, e' un film che vive più sulla novita' del personaggio protagonista che sulla storia, abbastanza ovvia.
Mahamat-Saleh Haroun, che ci aveva dato film importanti come "L'homme que cria", illumina tutto con amore e sa come fare uscire le corde migliori del suo eroe e della sua buffa compagna. Non e' il capolavoro che dicevano, ma un gran bel film.
Molto meno riuscito l'ultima opera di Claire Denis presentata a Un Certain Regard, "Les salauds", un thriller oscuro e non del tutto sviluppato, fin troppo cerebrale, che aveva pretese di concorso ma che deve essere scivolato nella sezione minore per l'affollamento di film francesi e la non completa riuscita.
Vicent Lindon e' Marco Silvestri, un capitano di marina che lascia tutto quando lo chiama la sorella per risolvere un brutto intreccio di sesso e morte. Non solo suo marito si e' buttato dalla finestra, ma sua figlia Justine, la bella Lola Creton di "Apres mai", sta nelle mani di una banda di depravati.
Il colpevole e' un potente del posto, Edouard Laporte, cioe' Michel Subor, amante di Raphaelle, Chiara Mastroianni, vecchio amore di Marco. Lindon funziona ancora bene e Chiara Mastroianni ha il suo fascino, ma il film lascia troppi punti oscuri in sospeso e non lo seguiamo quasi mai con attenzione.







