TODA NOIA, TODA TRISTEZZA – LO SFOGO DI RAFFAELE LA CAPRIA: “L’ITALIA? INTRIGHI, IMBROGLI E UNA NOIA INFINITA: SANTORO SEMPRE INCAZZOSO, ‘BALLARÒ’ COL TEATRINO, ‘LA GABBIA’ (DI MATTI) E ‘CHE TEMPO CHE FA’. PIOVE A DIROTTO SULL’ITALIA, ECCO IL TEMPO CHE FA”

Raffaele La Capria per il "Corriere della Sera"

 

raffaele la capriaraffaele la capria

Le pantofole, la vestaglia, il bagno, il cesso, lo specchio, la barba (la faccio o non la faccio?), le abluzioni, il caffè, i giornali, Alfano Renzi Grillo Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi... Anche oggi sarà una di quelle giornate in cui «il sole batte senza possibilità di alternative sul nulla di nuovo» (Beckett).

 

Risvegliarsi e ricominciare è faticoso quando la noia dell’Italia invade il tuo privato. La noia dell’Italia è come un’alluvione, ha quella invadenza, ha quella violenza, una noia irresistibile distruttiva, che entra nelle tue stanze, le sconvolge con l’acqua e il fango, così. Una nuova giornata uguale alle altre, Dio mio, ce la farò? La ripetizione rende più pesante ogni gesto, la trafila quotidiana si ripete con la lettura dei giornali fino alla pausa pranzo, ed è faticoso ogni tuo movimento, ogni tuo pensiero.

 

Spaghetti fettina insalata la frutta, un dito di vino, il riposino e rintontito risveglio a mezza giornata: come farò a passare l’altra metà? C’è la televisione a tua disposizione quando sei costretto alla poltrona, ed è anche la televisione e non solo l’età che moltiplica i tanti aspetti della ripetizione. Gli scandali i disastri e le «figuracce» che ci umiliano, annunciati come vittorie, con la stessa soddisfazione, dal presentatore di turno.

raffaele la capria (3)raffaele la capria (3)

 

La pubblicità, inesorabile, controproducente — ahimè il caffè, oh il caffè, la Citroen, la Mercedes, la scatola di tonno, i biscotti — la pubblicità ormai non si distingue dalle altre trasmissioni. Un libro come rifugio? Tutte le storie quando c’è la noia si rassomigliano, l’amore e il dolore e via dicendo, trame diverse, ma intercambiabili, le più belle sono state già raccontate, ora una vale l’altra, come quelle che vediamo alla televisione.

 

Un tale è scomparso, un altro è stato inseguito, e c’è una mano con la pistola, la pistola spara, spara sempre, e uccide. Le trame, gli intrecci, sono come le caramelle, le sciogli in bocca, ognuna ha un gusto diverso, ma sempre caramelle sono. E la gara? Centocinquantamila euro se indovini qual è la capitale d’Italia.

 

Cento-cinquanta-mila. E poi le facce, quelle facce. Vivono tranquilli con la loro pensione, i loro vitalizi, e parlano sempre di quelli che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Tizio dice che Caio sbaglia, Caio dice che Tizio non sa quello che dice, pettegolezzi, il garbuglio degli imbrogli che continuamente si sbroglia, e sono già le otto e mezzo della Gruber. Poi Santoro sempre incazzoso, Ballarò col teatrino inconcludente, o La Gabbia , gabbia di matti, e Che tempo che fa . Piove, ecco il tempo che fa, piove, piove a dirotto sull’Italia, malacque.

MASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONIMASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONI

 

E tutti alla tivù che promuovono i già promossi, Fazio, la Bignardi, Vespa. Vengo anch’io? No tu no. E perché? Perché no. L’ovvio sì, quello può venire, fa esplodere l’applauso. L’applauso televisivo. Ognuno dei parlanti è bravo nella travagliata travagliesca ricostruzione della piccola piccolissima storia patria di questi anni, gli intrighi, i sospetti la falsa complessità della storia di partiti e partitini.

 

GIULIANA DE SIO LINA WERTMULLER RAFFAELE LA CAPRIA GIULIANA DE SIO LINA WERTMULLER RAFFAELE LA CAPRIA

Ognuno ha la sua memoria dei fatti, miserabilmente funzionante, e sa quel che disse nell’89 D’Alema nella tale occasione, un altro sciorina la sua versione di un evento di qualche anno prima, e nel 1997 Berlusconi l’aveva detto, e un altro sa chi vi si oppose. Chi ha la responsabilità, chi non impedì, chi provocò, chi fallì, chi non colse l’occasione? Questa loro memoria gli occupa la mente, totalmente, ed è la punizione che essi meritano.

Sarebbero tante le memorie possibili, una canzone, il verso d’un poeta, il bacio di una ragazza, o un tramonto, un bel mare limpido, perfino le fusa di un gattino.

 

RENZI BOSCHI MADIA ALFANO RENZI BOSCHI MADIA ALFANO

Ma loro no, sono obbligati a ricordare quel che disse un politico insignificante in un’occasione insignificante. È proprio il caso di ripetere (con Garboli): «Se c’è un luogo in cui non vorrei entrare per tutto l’oro del mondo quello è la loro mente», la loro memoria. Ma ci risiamo, si chiude il giorno, e riecco Alfano, riecco Renzi, riecco Grillo sempre più arzillo e Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, seguono interviste forzose, inseguimenti col microfono puntato come un’arma sul politico reticente, disperanti reportages di corruzioni, tumulti, rivoluzioni, rivelazioni, dimostrazioni, tutti contro tutti e buona notte.

 

recalcati da fazio recalcati da fazio

Chi mi legge deve capire che io non sono così, sono le cose dell’Italia che mi fanno diventare così, non scriverei così se le accettassi, se la noia dell’Italia inconcludente non mi sommergesse, se non mi costringesse, la noia del Paese della politica che in certi giorni è come la nebbia che confonde tutte le cose e le rende, appunto, indecifrabili e noiose, anche quando le scrivo. No, non ce la faccio a sopportare la noia italiana, non posso abituarmi. E non voglio.

floris a palazzo chigi da renzi floris a palazzo chigi da renzi

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit

IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)