1. IL MARTIRE PREACOX DI ARCORE GARANTISCE CHE NON ANDRÀ MAI VIA DELL’ITALIA ANCHE SE I GIUDICI LO VOGLIONO UCCIDERE. IN EFFETTI, SENZA PASSAPORTO, DOVE VA? NON SOLO, MA A ROVINARGLI LE FESTE DI NATALE CON DUDÙ E PASCALONA ARRIVA ANCHE ‘’REPUBBLICA’’, CHE SCRIVE: “E IL CAVALIERE RISCHIA IL BRACCIALETTO ELETTRONICO. PRONTO IL PIANO CANCELLIERI: COSÌ IL PROVVEDIMENTO DIVERRÀ OBBLIGATORIO” 2. ECCO: NONNA PINA HA ALLO STUDIO UN MODELLO DI FASCIA LUXURY, AFFIDATO AI MIGLIORI GIOIELLIERI, PER LE FIGLIE ANORESSICHE DI LIGRESTI. MA IL SULTANINO DI HARDCORE POTREBBE SFANGARLA GRAZIE AI RISCHI DI UN’INTERAZIONE SCORRETTA TRA BRACCIALETTO ELETTRONICO E POMPETTA IDRAULICA, ASSOLUTAMENTE DA SCONGIURARE

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1. ARMI DI DISTRAZIONE DI MASSA
"Blitz di Letta, via i soldi ai partiti", spara a tutta prima la Repubblica dei renziani. "Basta fondi pubblici ai partiti. Letta: promessa mantenuta, ora decidono i cittadini" risponde il Corriere della Stabilità. In realtà non è per nulla così. Nei prossimi tre anni "transitori" la spesa a carico dello Stato sostanzialmente invariata, mentre dal 2017 dovrebbe scendere dagli attuali 91 milioni di euro a 72, con il sistema del 2 per mille volontario ai partiti. Insomma giusto una pettinatina. Ma basta e avanza ad ammaliare i giornaloni di Lor signori, tutti presi a cantare le lodi dell'improvviso decisionismo di Lettanipote e il suo derby virtuoso con il Principino Matteo.

Il vero derby però è un altro ed è quello che da anni manda in vacca questo Paese: è lo scontro Demagogia-Truffa. Ovvero tra il populismo più becero dal lato della "domanda" e l'arte del raggiro con artifici come risposta statuale. Populismo e truffe, due storiche eccellenze italiane.

Fateci caso, giusto qualche esempio in ordine sparso: privatizzazioni in stile Telecom-Alitalia ("il privato funziona meglio"), finanziamenti ai partiti (aboliti per referendum secoli fa), leggi elettorali più "rappresentative" (ed esce il Porcellum), federalismo fiscale (più tasse con la scusa di maggior autonomia), numero chiuso all'università ("meno disoccupati, dopo"), contratti d'ingresso e altre amenità perché "c'è bisogno di flessibilità" (e nessuno fu più assunto a tempo indeterminato), tetto al 30% per l'obbligo di Opa "così le grandi aziende saranno più contendibili e il mercato ne guadagnerà" (e tutti si fermarono al 29% con vari giochetti).

Forse sarebbe il caso di cominciare a studiare, anche in termini statistico-scientifici, la relazione diretta tra la cosiddetta battaglia anti-Casta e la produzione di leggi-truffa. A essere gentili, si potrebbe intanto osservare che dibattiti di basso profilo producono risposte di basso profilo.

2. QUEI BRAVI RAGAZZI
Dunque, la concorrenza è come lo sport, rende più sani e più belli. Il Corriere commenta: "Parte subito la competizione. E Renzi progetta il rilancio. Dal premier un colpo di avvertimento al sindaco. La partita si gioca sulla legge elettorale" (p. 3). Ancora più esplicita la Repubblica dei proto-renziani: "La competizione tra Enrico e Matteo. ‘Non ti lascio il campo'. ‘Arrivi tardi'.

Il premier: ‘Basta aut aut'. La partita della legge elettorale. Il segretario: abolizione fittizia dei soldi ai partiti, sul dopo Porcellum maggioranza divisa. Franceschini: ‘Il sistema di voto è nelle mani di Renzi. Noi ci occupiamo del finanziamento" (p. 4). La Stampa di Mariopio Calabresi, invece, celebra "Enrico-Matteo, l'asse dei decisionisti" (p. 1).

Dio benedica quel toscanaccio di Maurizio Bianconi, tesoriere di Forza Italia, che a Repubblica racconta: "Questa riforma è una presa per il culo. La legge costava allo Stato 91 milioni. E questa nuova norma 76 per i partiti più 15 di cassa integrazione per i dipendenti. Il totale fa sempre 91". Non solo, ma per Bianconi "hanno messo in piedi un meccanismo per cui un partito per essere riconosciuto tale e accedere ai finanziamenti deve iscriversi a un registro. Come in Iran, né più né meno. Gestito per di più in modo discrezionale da cinque magistrati. Tanto per cambiare" (p. 6).

4. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Se anche voi siete cultori del genere "notizie a babbo morto", non perdetevi questo pezzo del Corriere: "Bankitalia rifà i conti della ricchezza degli italiani. Persi 800 miliardi di euro. Nel risparmio sale la quota dei depositi bancari. La casa vale meno ma scendono anche i debiti" (p. 11). Già solo nella titolazione, evidenti tracce del suddetto binomio Truffa & Demagogia.

Lo stesso vale per quest'altra perla, ascrivibile al Rigor Montis e ora nelle mani di Paccomanni: "Tobin tax, flop da 900 milioni, gli speculatori non la pagano. Entrate scarse, esente il 98% delle transazioni finanziarie. Un emendamento alla manovra cerca di estenderne l'applicazione ma la resistenza è forte".

Spiega Marco Panara su Repubblica (p. 28), che in pratica "hanno pagato solo coloro che hanno acquistato azioni per tenerle in portafoglio per un periodo medio lungo, ovvero la parte più sana del mercato".

E infine, ecco un altro saggio di paraculaggine estrema dal fronte Alitalia. Lo racconta la Stampa: "Torna la tassa per Alitalia, un sovrapprezzo di tre euro per allungare la cig ai dipendenti" (p. 6). Dai Capitani coraggiosi ai Capitani sussidiati, ancora una volta.

5. AZIONISTI DEL GOVERNO
Impegnato in continue marchette alle banche, il governino di Lettanipote non può certo esimersi da qualche aiutino anche alle assicurazioni. E allora "Assicurazioni, ecco il regalo di Natale. Palazzo Chigi ha deciso: in caso di sinistro si può andare solo nelle carrozzerie ‘convenzionate'. L'esecutivo vorrebbe imporre uno sconto sulle polizze Rca, ma le compagnie già sono pronte a ricorrere in tribunale" (Cetriolo Quotidiano, p. 2).

6. CAMERATI, A CHI I DENARI? A NOI!
Com'era bella l'epoca delle fondazioni. Erano il futuro della nuova politica, ci spiegavano gli Amato, i Dalemoni e i Fini, dopo aver campato per un ventennio sui vecchi partiti. Nei primi anni Duemila, a un certo punto, una fondazione se la sono fatta tutti, perfino Matteoli e Alè-danno. Ora restano le macerie e ci si litiga sopra, come accade in casa ex Alleanza Nazionale.

Racconta il Corriere: "Simbolo di An e tesoretto. Battaglia tra i mille eredi. Intesa Fratelli d'Italia-Alemanno: Europee, a noi il marchio. Oggi l'assemblea. No di Storace e Gasparri, pronti ad azioni legali. La Russa: presenteremo una mozione per l'utilizzo del logo nel 2014".

E intanto si (ri)muove la magistratura romana: "Sospetti su 28 milioni, il giudice rilancia l'inchiesta. No del Gip alla richiesta di archiviazione: servono altre verifiche su bonifici e assegni. Accertamenti sull'eventuale sottrazione illecita di fondi dal patrimonio di Alleanza nazionale" (p. 9).

7. NANO DECADENCE
Il Banana fa la vittima come al solito, ma garantisce che non andrà mai via dell'Italia anche se i giudici lo vogliono uccidere (Repubblica, p. 9). In effetti, senza passaporto, espatriare può essere un problema. Non solo, ma a rovinargli le feste di Natale con Dudù arriva anche Liana Milella, che scrive: "E il Cavaliere rischia il braccialetto elettronico. Pronto il piano Cancellieri: così il provvedimento diverrà obbligatorio" (p. 9).

Nonna Pina ha allo studio un modello di fascia alta, affidato ai migliori gioiellieri, per le figlie di Ligresti. Ma il Sultanino di Hardcore potrebbe sfangarla grazie ai rischi di un'interazione scorretta tra braccialetto elettronico e pompetta idraulica, assolutamente da scongiurare.

8. ESPOSITO, UN ALTRO ARCI-ITALIANO
E' un personaggio davvero estroverso quel buontempone del giudice Antonio Esposito, al quale andrà sempre il merito di aver certificato in modo definitivo il sofferto rapporto del Banana con le tasse. Oggi, per questa sua estroversione, viene colpito dalla famosa "Macchina del Fango": "Le telefonate del giudice al legale in cella per mafia. ‘Tuo figlio bocciato in magistratura? Fallo venire'.

Esposito chiamato come teste a Cosenza. E' il presidente di sezione della Cassazione che ha condannato Berlusconi per frode fiscale". Esposito chiede all'avvocato Nocito dei suoi rapporti con il sindaco di Scalea, "che sta compiendo delle scorrettezze". E il sindaco Pasquale Basile - il comune calabrese verrà poi sciolto per mafia - dice al telefono: "Il presidente ha detto che neanche Ionta può fare niente, bisogna parlare con Alfano". Questa storia la trovate a pagina 22 del Giornale. Anzi, no, del Corriere della Sera. Vabbè, sulla "Macchina del Fango" si stava scherzando.

9. TELECOM TRUFFA(TA)
Per chi crede che si rubi solo nel pubblico, ecco un'edificante storia scovata da Luca Fornovo e Gianluca Paolucci per la Stampa (p. 17): "Telecom, la truffa delle false vendite. Prestiti alle aziende mascherati da acquisti di materiale informatico. Un sistema costato almeno 120 milioni al gruppo. I finanziamenti erano utilizzati per sostenere imprese in difficoltà o acquisti impropri. Soldi per sms usati per comprare una cucina d'albergo. L'audit interno ha rilevato carenze anche al livello di direzione generale. Indagini penali in carie procure, licenziati una ventina di dipendenti". I fatti sono relativi al periodo 2007-2011.

10. IL CETRIOLO AUMENTA
La crisi morde, signora mia. Da domani anche il Cetriolo Quotidiano aumenta di prezzo e costerà un euro e trenta centesimi. "Un piccolo sacrificio per la nostra libertà" spiega in un bell'editoriale Cinzia Monteverdi, direttore del giornale. Pardòn, amministratore delegato.

 

MATTEO RENZI NELL UFFICIO DI LETTA A PALAZZO CHIGI napolitano letta renzi MAURIZIO BIANCONIcolaninno alitalia wan38 gasparri storaceSalvatore Ligresti e Silvio Berlusconi antonio espositoCinzia Monteverdi con Selly

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