di maio la mantia

“DI MAIO? MI STA SULLA MINCHIA" – LO CHEF LA MANTIA SERVE A FREDDO LA SUA VENDETTA: “ANNI FA I 5S FECERO UNA LISTA DI LOCALI DA NON FREQUENTARE A ROMA. C' ERA ANCHE IL MIO. IL PERCHÉ NON L'HO MAI CAPITO. NON CUCINEREI MAI PER LORO. DEVONO ANDARE A ZAPPARE” – SALVINI? E’ UN CAMPAGNOLO. GLI FAREI UN ARROSTO PANATO. A RENZI, INVECE…'' - E POI PARLA DEI GIOVANI ITALIANI CHE NON VOGLIONO FARE I CAMERIERI...

filippo la mantia

TIZIANA LAPELOSA per Libero Quotidiano

 

Ad elezioni concluse, cosa preparerebbe a Matteo Renzi?

«Il tiramisù. L' Italia lo aveva identificato come l' erede di tutto. E invece...».

 

A Luigi di Maio?

«Mi sta sulla m..... Anni fa il M5S fece una lista di locali da non frequentare a Roma. C' era anche il mio. Il perché non l' ho mai capito. Non cucinerei mai per loro. Devono andare a zappare».

 

A Silvio Berlusconi?

«Gli piace la cassata».

 

E a Giorgia Meloni?

«È caciarona. Un bel carciofo alla giudia»

di maio

Matteo Salvini?

«È campagnolo. Gli farei un arrosto panato».

 

Pietro Grasso?

«Un timballo di anelletti».

 

Laura Boldrini?

«Un pesto di lime e zenzero, molto light».

 

Maurizio Martina, traghettatore del Pd?

«Una pasta alla Norma, piena di profumi».

 

lo chef la mantia

E a Sergio Mattarella che si trova a dover sbrogliare una bella matassa?

«Uno stracotto di fave decorticate con finocchietto fresco, caciocavallo e pan tostato».

Filippo La Mantia, 58 anni, tante vite, da poco papà per la seconda volta, oste e cuoco, nel suo ufficio-bonsai del ristorante milanese in Piazza Risorgimento che porta il suo nome, non ha timore a parlare del rapporto del cibo con la politica. Anzi. «Ho cucinato per tanti governi, ma il cibo con la politica non c' entra nulla».

 

Non si direbbe...

«Ho incontrato tutti, dalla estrema destra all' estrema sinistra. Intorno al tavolo loro ci si mettono con la scusa del cibo, ma del cibo non gliene frega assolutamente niente. Non è come ai tempi della Dc. In Sicilia, ad esempio, tutto avveniva intorno al cibo».

Eppure oggi sembra che ci sia più attenzione...

SALVINI TOTI PORTOFINO 1

«Ma sono tutti esasperati, stressati, non parlano la stessa lingua dei propri elettori. E, siccome la gente si nutre, non ci sarebbe niente di male a puntare di più sul cibo».

Nell' attesa, lei frulla. Ha una vera e propria passione per la "frullata"...

«In questo momento mi fa pensare ad una vacanza estiva. Vorrei frullare pomodorini, capperi, basilico e olio, friggere melanzane e trovarmi con gli amici a Pantelleria e togliermi questa scorza da cuoco che ho addosso. Dei cuochi non se ne può più».

 

Addirittura?

«Si dà troppa importanza ad un ruolo antico. Da anni si parla di questo essere che non si capisce più cosa faccia. Anche se intorno a lui sono nati un sacco di mestieri».

Lei ha trovato anche l' amore (Chiara Maci, foodblogger, ndr)...

«L' ho trovato a prescindere.

Lei ha il suo lavoro, produce, fattura con una cosa che si è inventata da sola».

Anche lei fattura...

«Ho 40 persone, ma ogni mattina entro qui e smetto di fare il cuoco. Ho il capo cuoco, lo invidio, fa felice la gente. Ho i miei bravissimi ragazzi che fanno quello che amano».

 

Ristorante Filippo La Mantia Milano

Lei invece?

«Al mattino devo sbrigare diecimila "pippe" che questo lavoro crea: personale, permessi, malattie, quello che non viene, quell' altro che...».

 

E quando va in cucina?

«Dalle 17.30 alle 20.30».

 

E dopo?

«Faccio il manager di sala. A Milano non se ne riesce a trovare uno. Si guadagna dai 3 ai 5mila euro al mese».

Ma niente...

«Milano è una città con il virus del fighettismo. Tutti gli anni incontro gli studenti degli istituti alberghieri. Il 90 per cento studia da cuoco, il resto da cameriere. Colpa della tv».

 

Che le ha fatto?

«Lo dico da otto anni, bisognerebbe fare "MasterMaitre" e non "MasterChef"».

Evviva i camerieri...

«Certo. Ho analizzato la situazione: allora, il ragazzo italiano di 18-20 anni non ha l' ego di servire qualcuno. Servire in Italia è vista come una cosa brutta. Lo stesso vale per il lavapiatti, sono tutti stranieri perché gli italiani sono fighetti del mengha».

mara venier filippo la mantia

Aperitivo e fighettismo...

«Eh, in Italia mancano 28mila posti di lavoro nelle sale. E tutti a pompare i cuochi... Eppure il cameriere è un lavoro dignitosissimo. Ma qui non si scomodano il sedere. Ecco, riporterei il militare, li prenderei a calci nel sedere».

 

Vorrebbe tornare a fare il reporter?

«Vorrei tornare ad essere quello di 18 anni fa. Oggi sono stanco di risolvere le pippe degli altri».

Allora chiuda...

«Impossibile. A Milano c' è tanto lavoro. Ci sono tutti, è la capitale europea del food».

Bisogna esserci...

«Sì. Qui il concetto della Sicilia funziona. Piace la mia cucina che è un po' di casa, e l' ambiente curato. Sono elementi che qui stanno funzionando».

Intanto frulla...

«"Iofrullo tutto" è nato 20 anni fa quando a San Vito lo Capo avevo il Cous Cous Bar. C' era una vasca enorme di cous cous e accanto i contenitori con i pesti a crudo che facevo con un Braun 700 combimax.Quando ho incontrato Vladimiro Carminati (direttore per l' Italia del brand) mi sono detto: "perché non dialogare con l' azienda che mi ha aiutato a diventare quello che sto facendo oggi?". Da qui è nato il progetto. Che mi causa benessere».

La vedremo alla spazio De Longhi di Milano Cosa farà esattamente?

«Farò vedere (gli showcooking in programma a maggio e giugno sono gratuiti previa prenotazione al sito Delonghistore.it, ndr), come ottenere ottimi condimenti freschi con il minipimer».

giorgia meloni giancarlo magalli filippo la mantia

 

Ingredienti?

«Limoni appassiti, acciughe con olio rinsecchito, cose che si butterebbero. Ne viene fuori una salsina che è una delizia».

 

Cosa c' è nel suo frigo casalingo?

«Non mancano mai arance, limoni, capperi, acciughine, origano, formaggi, ne vado pazzo. Salumi artigianali fatti da contadini».

 

Ma mangia a casa?

«Sì, la notte. Con l' adrenalina ancora in circolo apro il frigo e mangio formaggi».

 

E se ha fame fame?

stefania scarampi filippo la mantia

«Frullo peperoncino piccante fresco, acciughe, capperi, origano, limone e olio. Con questa salsa densa ci condisco gli spaghetti e aggiungo del caciocavallo stagionato. È il piatto che preferisco in assoluto.

Quando ho fame penso a questo piatto»: Quello preferito dai clienti?

«La caponata di melanzane».

 

Ho un carciofo, che ne faccio?

«Mi rifiuto di parlare del carciofo. Lo offenderei»

E perché mai?

«Giorni fa ero a Licata da Pino Cuttaia, due stelle Michelin. È il genio assoluto. È il ricordo vivo di tutto quello che noi siamo in cucina».

 

Quindi?

A ristorante chiuso, mi ha preparato 14 portate. Col carciofo mi ha sconvolto».

filippo la mantia marco mezzaroma cristina mezzaroma

 

Com' era?

«Un capolavoro. Mi sono inginocchiato».

 

E se non si è Cuttaia?

«Mai buttare via il gambo. Si pela, si cuoce al vapore o al tegame. Olio, limone e già lo si può mangiare».

 

Con le uova?

«La frittata coi rimasugli di pranzo e cena. Ho la carta delle frittate da almeno 17 anni».

 

Col sedano?

«Sbollentato e via nella caponata».

 

Oltre l' Italia cosa c' è?

«La cucina asiatica».

 

E gli insetti?

Antonia Klugmann a Masterchef

«Non li mangerò mai. Quando rappresenteranno una parte importante della catena alimentare io non ci sarò più».

 

Un programma tv di cucina che salverebbe?

«Nessuno. È vero, ho partecipato ai provini per Masterchef, ma non amo fare cose che non mi rappresentano. Amo la diretta, le cose registrate mi fanno uscire pazzo».

filippo la mantia francesco de gregori max tortoracatia polidori filippo la mantiaCraxi Testa e La Mantia giudici masterchefLa Mantia Filippo Craxi Testa e La Mantia Giovanni Malago Filippo La Mantia Filippo La Mantia Saverio Ferragina e Filippo La Mantia

 

Ultimi Dagoreport

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – GIAMPAOLO ROSSI IERI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI NON HA INCONTRATO SOLO I FRATELLINI D’ITALIA, MA TUTTI I PLENIPOTENZIARI PER LA RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI). TUTTI SI SONO LAMENTATI CON L’EX FILOSOFO DI COLLE OPPIO, MA IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOTENENTE DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI ALLEGRI DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO DI LARIANO…

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....