chiara ferragni soldi

“HO INIZIATO CON LE FOTO IN RETE PER DARE UNO SCOPO ALTRO ALLE MIE GIORNATE DI UNIVERSITARIA” - CHIARA FERRAGNI: “TORNAVO A CASA, FOTOGRAFAVO I MIEI LOOK, LI PUBBLICAVO ONLINE E GUARDAVO AVANTI. ED ERO FELICE - HO CAPITO CHE POTEVO GUADAGNARCI NEL 2010: EBBI UNA MINI ONDATA DI SUCCESSO E ARRIVARONO PARECCHIE PROPOSTE ECONOMICHE. ANCHE DALLA TV. MI CHIAMARONO IN TANTI - ANDARE A SANREMO? MI DICONO DI DIRE NO COMMENT…”

Maria Elena Barnabi per “il Messaggero”

 

IL PISOLINO DI CHIARA FERRAGNI

Quando è uscito nelle sale Chiara Ferragni - Unposted, il documentario di Elisa Amoruso che celebra la potenza mediatica e la vita della 32enne imprenditrice digitale di Cremona, ha battuto ogni record italiano: 1.601.499 euro in tre giorni, dal 17 al 19 settembre.

 

Fra pochi giorni, il 29 novembre, il film sarà online su Amazon Prime Video in 200 Paesi, e anche lì si aspettano record, visti i numeri della Ferragni: 17,6 milioni di follower su Instagram, un brand valutato 36 milioni di euro, un matrimonio - celebrato il primo settembre 2018 - con il rapper Fedez che ha avuto un impatto mediatico superiore a quello tra il principe Harry e Meghan Markle (il 19 maggio 2018).

 

chiara ferragni

Nata come blogger di moda quasi 15 anni fa, Chiara ha saputo cavalcare come nessun altro in Italia l'onda dei social media e del web. Oggi è testimonial di brand importanti, ogni suo post vale migliaia di euro, le superstar della moda la elogiano (Maria Grazia Chiuri di Dior, Silvia Venturini Fendi, Alberta Ferretti etc.) ed è in prima fila a ogni sfilata che conta.

 

Sul lato imprenditoriale, i numeri delle società di cui Ferragni è socia sono meno entusiasmanti: Tbs (acronimo di The Blonde Salade) Crew nel 2018 ha fatturato 5,75 milioni di euro con un utile di 98 mila, Serendipity 1,64 milioni con un utile di 193 mila, Sisterhood, la neonata di cui Ferragni ha il 99 per cento, nel suo primo bilancio ha dichiarato 5,28 di fatturato con un utile di 2,5 milioni (di quest'ultima non ha voluto parlare).

chiara ferragni

 

L'abbiamo raggiunta a New York al telefono insieme al suo general manager Fabio Maria Damato, che nel documentario si vede spesso nei panni di assistente personale mentre accompagna Chiara ovunque, la aiuta a vestirsi, le scatta fotografie. La blogger ha appena presentato a New York il suo film alla stampa americana e farà altrettanto con quella europea dopodomani a Roma, all'Auditorium della Conciliazione.

 

Le critiche italiane non sono stati clementi...

«È normale. Hanno detto che è promozionale: ma se sto raccontando la mia storia, penso sia normale. Però è piaciuto a tantissimi, e questa è una bella ricompensa».

 

chiara ferragni

Anche il mondo della moda all'inizio della sua carriera di blogger aveva reagito male: perché?

«Ero la novità: spaventavo e non venivo compresa. A 22 anni andavo alle sfilate e c'erano persone con il triplo dei miei anni che davanti a me diceva: Questa non dura sei mesi, lasciala stare».

 

E invece.

«Le stesse persone si sono scusate e ora sono le prime che vengono da me per farsi i selfie».

chiara ferragni 4

 

Piaggeria o sincerità?

«Alcuni pensano solo alla foto figa con me, altri hanno davvero capito. Dieci anni fa non era facile comprendere quello che facevo».

 

Come reagiva alle critiche?

«È stata durissima. Avevo due strade: farmi abbattere o tirare fuori gli attributi per dire: Ok, ce la posso fare. Dimostrerò a tutti che ho ragione».

 

chiara ferragni 2

Così sicura?

«Sapevo di avere per le mani qualcosa di speciale. Ho iniziato a mettere le mie foto su internet a 16 anni, il mio nick era diavoletta87. A 19 anni le vedevano 30mila persone in media ed avevano sempre 100-200 commenti».

 

Cosa pensava allora?

chiara ferragni e il narghile' 7

«Mi ripetevo: Wow, questi sono numeri grossi. Sono istintiva e ho capito subito che quello che stavo facendo aveva una portata enorme. Avevo una marea di haters, quelli ne ho sempre avuti tanti, ma suscitavo interesse. Dovevo andare avanti».

 

Perché lo faceva?

«Per dare uno scopo altro alle mie giornate di universitaria: tornavo a casa, fotografavo i miei look, li pubblicavo online e guardavo avanti. Ed ero felice».

 

chiara ferragni a venezia

Quando ha capito che poteva guadagnarci?

«Con le prime offerte di lavoro: nel 2010 ebbi una mini ondata di successo e arrivarono parecchie proposte economiche. Anche dalla tv. Mi chiamarono in tanti, mi creda».

 

Perché non accettò?

«Non volevo diventare solo un personaggio televisivo italiano, non mi interessava. Puntavo a fare qualcosa nella moda a livello internazionale. Viaggiavo molto, abitavo a Chicago: se avessi accettato avrei dovuto fermarmi».

 

Rimpianti?

«Mah! Rifiutare a 22 anni non è stato facile: erano molti soldi e una notorietà immediata».

 

Ora le interessa diventare un personaggio televisivo italiano? A Sanremo va o no?

chiara ferragni

«Mi dicono di dire no comment su Sanremo».

 

Vabbè, lo guarda?

«In passato, sì».

 

Nel documentario ci sono molte donne influenti della moda che la elogiano. Come le ha scelte?

«Le ha scelte la regista, le ha intervistate senza che io fossi lì. Io ho visto tutto dopo, al primo montaggio».

 

Cosa ha pensato?

«Mi sono emozionata, è stato bello. La regista ha anche cercato qualche hater, ma si sono tutti tirati indietro».

 

Spesso nel film si chiede: Come reagirebbe la Chiara che vorrei?. Che vuol dire?

«Ho sempre avuto questa ossessione, spero sana, di diventare la migliore versione di me stessa. Nel 2016 ero a un punto fermo. E quindi ho cominciato a pensare a questa Chiara che vorrei, a comportarmi come avrebbe fatto lei. Funziona in tante situazioni: pian piano, poi, diventi la versione migliore di te stessa».

 

Un altro suo motto è: Se vuoi, puoi.

chiara ferragni

«Sì, ci credo».

 

Non tutti ci riescono, però.

«È più un'attitudine».

 

Lei ora cosa vuole?

«Serenità e continuare a fare quello che voglio, a essere trasparente, a parlare di tutto».

 

Nel documentario dice che decide sempre cosa mostrare: cioè?

«Abbiamo una nanny per il bambino che viaggia sempre con noi. Però non la postiamo per la sua privacy».

 

chiara ferragni

Frasi così starebbero bene in un libro motivazionale. Mai pensato di farlo?

«Mi piacciono i libri, ora ne sto leggendo uno in inglese».

 

Quale?

«Non ricordo l'autore... Si intitola Everything is fucked, a book about hope (è del consulente per lo sviluppo personale Mark Manson, ndr) e descrive come funziona la mente. Io adoro la mente. E anche i libri, ma...».

 

Ma?

chiara ferragni a ibiza

«Non sono proprio la mia cosa, il mio modo di comunicare. Io sono più veloce. Molto di più».

chiara ferragni fa vedere i capezzolichiara ferragni cannes 2019chiara ferragni a cannes con taglio nuovoCHIARA FERRAGNI IN INTIMOCHIARA FERRAGNI IN INTIMOchiara ferragni cannes 2019FEDEZ LEONE E CHIARA FERRAGNI

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...