TIRAMIGIÙ – IL RISTORANTE DI TREVISO CHE CREÒ IL TIRAMISÙ GETTA IL CUCCHIAIO: ‘ORMAI ANCHE LE TABACCHERIE DANNO DA MANGIARE’ (MA IL DOLCE-SIMBOLO DELLA GASTRONOMIA ITALIANA È PIÙ POPOLARE CHE MAI)

Rocco Moliterni per "la Stampa"

È una di quelle notizie che è difficile mandar giù: il 30 marzo chiude i battenti le Beccherie, lo storico ristorante di Treviso dove è nato alla fine degli Anni 60 il tiramisù, il dolce al cucchiaio diventato simbolo della gastronomia italiana nel mondo non meno degli spaghetti o della pizza.

La crisi picchia duro e la famiglia Campeol che lo gestiva fin dalla sua nascita, nel settembre del 1939 (aprì proprio nei giorni in cui scoppiava la Seconda guerra mondiale), ha deciso di gettare la spugna (e il cucchiaio) e chiudere il locale. «Ormai - ha dichiarato Carlo Campeol, attuale titolare - anche i bar e tabaccherie danno da mangiare, non si può più andare avanti».

Le Beccherie non se la passavano molto bene già da tempo, nel senso che non erano più considerate come in passato un tempio della gastronomia, dove gustare non solo il tiramisù ma anche le altre prelibatezze della cucina trevigiana, dalla pasta e fagioli ai risotti e ai mille piatti con il radicchio rosso. Le guide che fanno il bello è il cattivo tempo in questo campo (dalla Michelin al Gambero Rosso) avevano smesso di segnalarlo e non bastava a tirarlo su la gloria di aver battezzato quel po' po' di dessert. Già alcuni anni fa il locale nel cuore della città aveva ridimensionato gli spazi, rinunciando a una delle più belle sale, ora la situazione si era fatta insostenibile.

Sempre più lontani appaiono così i giorni in cui la signora Alba, moglie di Ado Campeol (padre dell'attuale titolare) e il pasticcere Roberto Linguanotto, rielaborando l'antica ricetta della cosiddetta coppa imperiale, lanciarono il dolce al cucchiaio che avrebbe fatto il giro del mondo. La paternità fu a lungo controversa, perché anche un altro ristorante, El Toulà, allora famoso a Treviso, ne rivendicava la primogenitura.

Nessuno aveva brevettato la ricetta e le discussioni furono infinite. Ma le Beccherie non smisero mai di essere orgogliose di aver dato i natali a un'eccellenza del Made in Italy, proprio come l'Harry's Bar di Venezia (anch'esso non risparmiato di recente dai venti di crisi), culla del carpaccio e del cocktail Bellini.

Ma qual è il segreto del successo del tiramisù (anche l'accento sulla u è oggetto di diatriba, per i puristi non ci andrebbe)? Il mix di savoiardi, caffè, mascarpone, panna, zabaione sembra aver incontrato il gusto dei palati più lontani, da quelli rudi degli americani, che crescono a bistecche, a quelli dei giapponesi (del tiramisù fanno un vero e proprio culto) abituati alle delicatezze del sushi.

Un dolce «energetico», un dessert simile al tiramisù, era già conosciuto ai tempi della Serenissima, ne facevano uso i libertini tra una performance erotica e l'altra nei bordelli di Venezia. E una certa aura, legata alle vere o millantate capacità amatorie degli italiani, il tiramisù (il nome si presta a più di un'allusione) se la porta dietro. Anche in Piemonte c'è chi dice che Cavour si deliziasse con un dolce non molto diverso.

E siccome in Italia le cose sono sempre complicate, non bisogna dimenticare che in Toscana, a Siena, sostengono che ai tempi di Cosimo III, nel XVII secolo, i pasticcieri di corte avrebbero inventato una Zuppa del Duca che potrebbe essere considerata la nonna del tiramisù.

Peraltro proprio gli ingredienti sembrano un frullato di italianità: dai savoiardi che vengono dal Piemonte al mascarpone tipico della Lombardia, dal caffè che aveva a Venezia una delle sue capitali al Marsala che invece ci parla di Sicilia.

In altre parole il tiramisù è quasi un simbolo dell'Unità del nostro Paese e oggi della sua versatilità. C'è chi lo fa con i Pavesini e chi con il limoncello, chi non ci mette la panna e chi lo destruttura. Ma su una cosa sembrano tutti d'accordo, quelli che a Tokyo come a New York, a Johannesburg come a Stoccolma, non riescono a finire un pasto senza affondare il cucchiaio in questa delizia: proprio come recitava lo slogan di un famoso caffè, il bello del dolce inventato alle Beccherie di Treviso è che più lo mandi giù e più ti tira su.

 

 

TREVISO RISTORANTE LE BECCHERIE DOVE FU CREATO IL TIRAMISU TREVISO RISTORANTE LE BECCHERIE DOVE FU CREATO IL TIRAMISU

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...