
“CI SONO GIORNI IN CUI MI ODIO E ALTRI IN CUI MI VOGLIO BENE” - LA RICONOSCETE? L’ATTRICE DICE DI AVER UN RAPPORTO "ALTALENANTE" CON IL SUO CORPO: "NELL’ULTIMO FILM INTERPRETAVO UN PERSONAGGIO A CUI NON INTERESSAVA MINIMAMENTE COME APPARIVA AGLI ALTRI. AVEVO QUATTRO COLORI DI CAPELLI IN TESTA, I BRUFOLI IN VISTA. HO VISTO IL MIO CORPO PER QUELLO CHE ERA: VULNERABILE. È STATO LIBERATORIO” – E SULLE PAROLE DI ELIO GERMANO SULLA SITUAZIONE DEL CINEMA…
Arianna FInos per la Repubblica - Estratti
Matilda De Angelis, è al Festival di Cannes in un film in concorso come Fuori, con un grande autore come Mario Martone e due colleghe come Elodie e Valeria Golino: cosa rappresenta per lei?
“È un po’ l’epilogo perfetto di questo viaggio assurdo che abbiamo fatto insieme. Abbiamo avuto la sensazione, mentre facevamo questo film, di star vivendo qualcosa di molto speciale, di molto raro nel panorama cinematografico. E quindi c’è da un lato il sogno, perché comunque il Festival di Cannes è aspirazionale. Io non avrei mai pensato di arrivare fin qui undici anni fa, quando ho cominciato.
Ero piccola e non capivo niente. Quindi da un lato è un po’ un punto di partenza per me. Mario mi ha regalato forse uno dei ruoli più belli della mia vita, è stato il primo regista d’autore a darmi fiducia e a volermi in un film. In più, sono qui con due mie carissime amiche: una che mi portavo già da prima, che è Elodie, e una che è diventata una mia amica, Valeria Golino. Loro mi tolgono anche quel senso di angoscia, di paura o di preoccupazione, perché io mi sento in gita con le mie amiche”.
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Cosa pensa di Elio Germano e di ciò che ha detto sulla situazione del cinema?
“Elio ha detto la verità. E la verità non è bella o brutta, giusta o sbagliata: è la verità, punto. Ha sollevato un problema che esiste, concreto, che riguarda centinaia di migliaia di persone nel cinema – non solo registi e attori, ma tecnici, elettricisti, macchinisti, truccatori.
È un’industria, anche se in Italia spesso si finge che non lo sia. Non possiamo essere ipocriti o mediocri davanti a un problema così serio. E poi Elio è responsabile di quello che dice, non di come gli altri lo interpretano. Se qualcuno lo ha travisato, il problema è degli altri”.
Lei in passato ha dichiarato di avere un rapporto difficile con il suo corpo. Oggi com’è?
“Altalenante. Come tutti. Ci sono giorni in cui mi odio e giorni in cui mi voglio bene. Ma in questo film credo di aver avuto il rapporto più bello col mio corpo. Perché era diventato secondario. Interpretavo un personaggio a cui non interessava minimamente come appariva agli altri.
Tutte quelle preoccupazioni superflue e superficiali non c’erano più. Avevo quattro colori di capelli in testa, i brufoli in vista. Ho visto il mio corpo per quello che era: vero, vulnerabile, umano. Ed è stato liberatorio”.
Matilda De Angelis
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