IL CINEMA DEI GIUSTI - LA MAFIA SECONDO PIF: A PARTE IL TITOLO, UN’OPERA PRIMA NOTEVOLE, INTERESSANTE E DIVERTENTE

Marco Giusti per Dagospia

La mafia uccide solo d'estate di Pif

"Minchia, che cantante sticchiusa!", se ne esce Leoluca Bagarella al suo amico Totò Riina vedendo una foto di Spagna sulla copertina di un giornale. Poco più avanti, in una Palermo caldissima, un bravo picciotto cerca di spiegare l'uso del telecomando per azionare il condizionatore d'aria a un Riina poco tecnologicizzato. Ovviamente quando dovrà far saltare in aria Borsellino e la sua scorta, Riina avrà capito l'uso del telecomando.

La mafia, in un film italiano, come dimostrano esempi illustri da "L'onorata società" di Riccardo Pazzaglia con Franco e Ciccio a "Johnny Stecchino" di Roberto Benigni, può fare anche ridere. Più difficile far ridere con la mafia storicizzata, inquadrata cioè nel suo tempo e con azioni criminose e personaggi celebri della famiglia e della nostra politica ricostruiti alla perfezione come in questo notevole e interessantissimo "La mafia uccide solo d'estate", presentato in questi giorni al Festival di Torino, diretto e interpretato da Piefrancesco Diliberto, meglio noto come "Pif", la iena dell'omonimo programma, qui alla sua opera prima, che ha scritto assieme a Michele Astori e a Marco Martani per la Wildside di Mieli-Gianani-Brizzi.

L'idea di partenza è davvero buona. Vediamo come si cresce sotto la mafia a Palermo nascendo nel 1969 e procedendo in mezzo al trionfo sanguinoso di Totò Riina e dei suoi uomini con l'aiuto di un governo democristiano colluso che non sa o non vuole difendere i suoi uomini migliori, pronti a saltare in aria assieme alle loro scorte.

Proprio alle scorte di giudici e magistrati che hanno lasciato la vita per le strade di Palermo è dedicato il film, che trova la sua strada migliore non tanto nella ricostruzione dei rapporti Stato-mafia alla Marco Travaglio, quanto nell'unire la scrittura comica del quotidiano dei mafiosi e dei palermitani, per bene e non, alla scrittura della storia mafiosa e criminale della città.

Dove il film di Pif e dei suoi sceneggiatori funziona davvero è nella grande parte di descrizione della Palermo anni '70 e '80 dove il piccolo Arturo, interpretato dal miracoloso Alex Bisogni, impara a muoversi, a vivere, a innamorarsi, fra un padre cialtrone, Rosario Lisma, una madre poco attenta, Barbara Tabita, un prete colluso che farà una brutta fine, Ninni Bruschetta, un giornalista serio, Claudio Gioè, la ragazzina che gli fa perdere la testa, Flora, Ginevra Antona e mille personaggi della mafia e delle forze dell'ordine.

Pif sceglie benissimo gli attori che interpretano Riina, Antonio Alveario, Bagarella, Domenico Centamore, ma anche il giudice Rocco Chinnici, Enzo Salomone, e Boris Giuliano, Roberto Burgio, che insegnerà a Arturo l'importanza delle Iris, dolci ripieni di ricotta e cioccolato. Non solo sono tutti inediti e credibili, ma riescono a farci ridere e nello stesso tempo a farci paura, nella grande tradizione del Johnny Stecchino di Billy Wilder e poi di Benigni.

Il gioco funziona un po' meno quando ai bambini si sostituiscono Pif e Cristiana Capotondi, come Arturo e Flora adulti, forse perché si perde quella freschezza che portavano proprio i ragazzini rispetto alla storia di mafia, ma l'impostazione non cambia, anzi, visto che si mettono in scena con grande accuratezza prima tutta la dinamica dell'omicidio di Salvo Lima, presentato nel film come una macchietta (Totò Borgese), e poi quella che porterà alla morte di Falcone e Borsellino.

Se "L'ultima ruota del carro" di Giovanni Veronesi cercava di trovare una strada alla Luigi Zampa per raccontare gli ultimi quarant'anni di storia italiana visti attraversa la vita di un non protagonista che sembra sempre sfiorare gli eventi o incapparci per caso, "La mafia uccide solo d'estate" ha un progetto più ambizioso e meno bozzettistico, perché ricostruisce gli anni delle grandi stragi mafiose dal cuore di una città dove mafiosi, cittadini, collusi e tutori dell'ordine convivono.

Ne viene fuori un ritratto profondo e sentito sia di una città abbandonata dallo Stato che di una infanzia violenta dove si dovrà per forza di cosa aprire gli occhi e giudicare e dove niente avviene per caso. Il piccolo Arturo passerà così dalla venerazione per Giulio Andreotti, tipici di una certa piccola borghesia cattolica meridionale, alla protesta di piazza contro uno stato che non solo non ti difende, ma che sta proprio da un'altra parte.

Magari non è un film del tutto riuscito, ma in questa stagione è un'opera prima importante e pure molto divertente, perché Pif sembra sapere esattamente quello di cui sta parlando e che descrive. La sua non è la Palermo delle fiction e la sua storia d'Italia non è mai banale. In sala dal 28 novembre.

 

 

 

pif la mafia uccide solo d estate torino film festival PIF E CRISTIANA CAPOTONDI LA MAFIA UCCIDE SOLO D ESTATE La mafia uccide solo destate la mafia uccide solo d estate la mafia uccide solo d estate pif la mafia uccide solo d estate ninni bruschetta

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO