1. MA ALLORA IL CICLISTA DEI SETTE TOUR ARMSTRONG HA PROPRIO RAGIONE: TUTTI "FATTI"! 2. ALTRO CHE CICLISTI: FARMACIA SU DUE RUOTE! IMPIETOSE LE CARTE CONTRO MARIO CIPOLLINI PUBBLICATE DALLA GAZZETTA DELLO SPORT: UNA TABELLA PER IL DOPING PROGRAMMATO PER L'INTERO ANNO 2002 DEL RE LEONE QUANDO VINSE ANCHE IL MONDIALE 3. CHISSA' ALLORA COSA C'E' ANCORA NELLE SETTEMILA CARTELLE DEL FALDONE SPAGNOLO ‘OPERACION PUERTO’ CHE HA PRESO DI MIRA IL MEDICO FUENTES. CHI E' IL PROSSIMO? 4. CIPOLLINI E’ LO STESSO ATLETA (PER MANCANZA DI PROVETTE) CHE QUERELO’ DAGOSPIA 5. NEL 2003 UN CICLISTA CAMUFFATO SI PRESENTO' A "STRISCIA LA NOTIZIA" RIVELANDO IL MARCIO DEL CICLISMO, IDENTIFICAMMO LA "TALPA" IN CIPOLLINI E FUMMO CONDANNATI

Luca Gialanella e Filippo Maria Ricci per La Gazzetta dello Sport

Da Super Mario a «Maria». E' la metamorfosi di Cipollini, come emerge dalle carte della Guardia Civil spagnola. «Maria», il codice che il medico Fuentes aveva scelto per il velocista lucchese. E dietro alle tabelle 2002 del doping c'è il numero di fax di casa sua, a Lucca, con tanto di prefisso.

I documenti che la Gazzetta dello Sport pubblica in esclusiva sembrano inequivocabilmente svelare, per la prima volta, il trattamento dopante mese dopo mese di una stella del ciclismo mondiale, con carichi impressionanti di Epo, ormoni e anabolizzanti (per la forza), più le indicazioni sui pagamenti a Fuentes. Il 2002, cioè l'anno indimenticabile per Cipollini, con quel ritiro a sorpresa a luglio al quale neppure i suoi compagni avevano mai creduto.

Un modo per togliersi dalla luce dei riflettori prima del grande rientro verso il Mondiale. Accompagnato, a quanto pare, dalle sacche di sangue.
Mario Cipollini, contattato, ha preferito non commentare e ha rimandato il suo giudizio: vuole prima vedere i documenti.

E per fortuna che il processo dell'Operacion Puerto a Madrid doveva essere inutile, dedicato a giudicare «delitti contro la salute pubblica» e non contro il doping. Quasi 7 anni dopo, la lunga scia dell'inchiesta sul traffico di sacche di sangue organizzato dal dottor Eufemiano Fuentes e dall'ematologo Merino Batres travolge il più forte velocista della storia. Vincitore, nel 2002, della Sanremo, della terza Gand-Wevelgem e soprattutto del Mondiale di Zolder. La più bella sinfonia della Nazionale.

Il processo sta permettendo di sollevare pietre sinora mai toccate. Nel 2007 e 2008 sono stati identificati e squalificati, tra gli altri, Basso, Scarponi, il tedesco Ullrich, lo spagnolo Valverde. Coinvolti 58 corridori, in gran parte della Spagna. Al centro, 206 sacche di sangue, conservate nei frigoriferi madrileni dell'ematologo Merino. Di queste, 99 da identificare.

Nei giorni scorsi ci si è avvicinati al calcio, con la sigla Rsoc e i pagamenti a Fuentes denunciati da un ex presidente della Real Sociedad: due milioni di euro pagati al medico, in 6 anni di doping, dal 2002 al 2007. Oggi tocca a Mario Cipollini. Ma le sorprese non sono finite. Nelle oltre 7mila pagine dei 23 tomi che compongono gli atti giudiziari ci sono documenti che in questi anni non sono mai venuti alla luce. I fogli di Cipollini dimostrano chiaramente l'attività dopante della banda Fuentes: il capo, «Asterix» Eufemiano, l'ematologo Merino Batres, detto «Obelix», e i vari collaboratori.

Alcuni imputati nel processo, uno suicida (l'ex biker Alberto Leon, uno degli addetti al trasporto delle sacche), altri ancora non riconosciuti ufficialmente e addirittura in attività. Merino consigliava di scegliere come nome in codice quello del proprio cane: così Basso (Birillo) e Valverde (Piti). Cipollini no: lui era Maria, o CP. Già Manzano aveva parlato sottovoce di Cipollini, anni fa, però non c'erano prove. Ora le carte dell'Operacion Puerto le prove le hanno portate al traguardo e sembrano inconfutabili: preparazione e programma dopante personalizzato.

Il 2002 è l'anno del Mondiale di Zolder. La chiave della vittoria per Cipollini sono anche tre sacche di sangue, ciascuna di 250 ml: dal 20 al 24 settembre procede a un prelievo, e nello stesso periodo si reimmette una sacca di sangue «ripulito» dalle scorie, solo parte corpuscolare. Nella tabella, Fuentes indica l'arco di tempo utile per questa operazione. Mancavano tre settimane alla prova iridata, Cipollini ha concluso il 14 settembre la Vuelta.

Si ritira all'8ª tappa: «Mi sento al massimo. Non voglio intaccare una condizione che è già ottima. Ormai penso di conoscermi, so come gestirmi. E so come allenarmi a casa, se ho saputo vincere dopo 100 giorni di assenza. Al Mondiale manca un mese. Ho bisogno di fare un certo tipo di allenamenti per quel percorso». E quella sera andò a cena a Madrid con il calciatore brasiliano Ronaldo, suo grande amico già dai tempi in cui giocava all'Inter.

Nella settimana del Mondiale, poi, Cipollini potrebbe essersi buttato dentro un'altra sacca di sangue: probabilmente il 9 ottobre, a Salice Terme, prima di partire per il Belgio, e dopo i controlli della Federazione previsti per il mattino alle 7. La corsa è domenica 13 ottobre. Anche in questo caso, Fuentes indica in tabella l'arco utile: dall'8 al 10 ottobre. Ma il 9, cerchiato, è la data più chiara: troppo pericoloso portare il sangue in Belgio.

In quella stagione, Mario Cipollini è all'Acqua& Sapone-Cantina Tollo. Maglia zebrata. Gli appuntamenti sono tre: il 23 marzo la Milano-Sanremo, mai conquistata; il 10 aprile la Gand-Wevelgem, l'unica classica del Nord per velocisti; il 13 ottobre il Mondiale, che si concludeva sul circuito di F.1. dove nel 1982 era morto Gilles Villeneuve.

Le indicazioni del dottor Fuentes sono chiare, sulla tabella usa lo stesso «Sanscrito», il codice, di centinaia di altri fogli. Il sistema-doping di Cipollini comincia in ritiro, dal 10 al 24 gennaio. Dal 10 al 21, prende anabolizzanti e, ogni due giorni, 1000 unità di Epo, l'eritropoietina, il più diffuso doping negli sport di resistenza. Allora, gli esami a sorpresa erano inesistenti. Il 18 gennaio, dopo una settimana di trattamento, si passa a 500 unità di Epo, sempre con un giorno di intervallo, fino al 3 febbraio. I numeri vicino (52, 50) sembrano indicare i valori di ematocrito.

Dal 26 gennaio, un'altra fase di «trattamento», associata per la prima parte ancora all'Epo: entrano in gioco le gonadotropine corioniche, ormoni (anche femminili) che accompagnano chi fa uso di anabolizzanti. La sigla «Hm» segue Cipollini per tutto il mese di febbraio: una dose ogni due giorni. Il debutto agonistico è il 13 febbraio al Giro del Mediterraneo, in Francia. Il doping con gli ormoni continua e il 17 febbraio c'è l'assunzione di 2000 unità di Epo.

Alla Vuelta Valenciana, il 26 febbraio, tradizionale breve corsa a tappe di preparazione per i velocisti, Cipollini passa all'IGF, cioè all'ormone della crescita. Tutti i giorni sino al 2 marzo, quando compare la sigla chiave del sistema Fuentes: «E», cioè il prelievo di sangue. Che verrà trattato, ripulito dalle scorie e conservato per i momenti-chiave.

Nella tabella che la Gazzetta dello Sport pubblica in queste pagine, Fuentes indica con 3 frecce verso l'alto le gare più importanti: per Cipollini, Sanremo e Mondiale. Con 2, la Gand-Wevelgem del 10 aprile. E tre giorni prima della Classicissima di primavera, il 20 marzo, «Cipo» si reimmette il suo sangue: nessuno potrà contrastarlo in volata.

Il doping continua la settimana dopo la Sanremo con unione di anabolizzanti e 2000 unità di Epo al giorno per 9 giorni, fino al 2 aprile. Il 10 aprile, l'altro trionfo: Gand-Wevelgem. Il 22, a conclusione del Giro di Aragona, in Spagna. la reinfusione di un'altra sacca di sangue, per il Giro.

Ma è il programma di luglio a svelare l'avvicinamento al Mondiale. Il 15 luglio annuncia a Firenze uno strano ritiro: però già da una settimana aveva iniziato due settimane di anabolizzanti. Il 26 si toglie due sacche di sangue, poi inizia una settimana di ormone della crescita, a giorni alterni. Il 12, ecco l'IGF, l'ormone che agisce sui tessuti e favorisce la crescita delle fibre muscolari. Il 24 e il 25 agosto, 2 prelievi di sangue e 2 reinfusioni, seguiti ancora da un trattamento di IGF.

La Vuelta, gara del rientro, inizia il 7 settembre: due giorni prima, Cipollini fa una reinfusione con una sacca di sangue e poi inizia, durante la corsa, l'ultimo trattamento di ormone della crescita. Si ritira il 14: a quel punto un prelievo ancora e poi due sacche finali. Per la maglia iridata.

2. "DAGOSPIA SPESSO CI AZZECCA"

http://usenet.it.rooar.com/showthread.php?t=1821979 - 21-11-2003

Mario Cipollini ha smentito la notizia divulgata dal sito "Dagospia" secondo cui il corridore toscano della Domina Vacanze sarebbe il "presunto" pentito nell'intervista mandata in onda giovedì sera nel programma Striscia la Notizia: "In merito alle notizie che riguardano
la mia persona - dice Cipollini - voglio precisare che esse sono prive di ogni fondamento. Sono sorpreso e profondamente amareggiato di dover fare delle precisazioni in merito a delle falsità assurde che mi hanno investito; preciso di aver dato mandato al mio ufficio legale a sporgere querela nei confronti di chi sarà ritenuto il responsabile".

3. IL PRESUNTO J’ACCUSE DI CIPOLLINI A “STRISCIA LA NOTIZIA”

Tratto da Dagospia. - 21-11-2003

http://www.hwupgrade.it/forum/archive/index.php/t-565469.html

Una confessione-shock sul doping, quella che ha proposto ieri sera "Striscia la notizia".
Davanti alla telecamera e al microfono dell'inviato di "Striscia" Max Laudadio, un professionista del ciclismo - per 4 lunghi minuti – ha riempito l’audio di rivelazioni clamorose. Soprattutto perché sparate da un mezzo di massa come la televisione. Libri e articoli, ne sono usciti a iosa sull’argomento. Ma i colpi su carta stampata, una volta che attraversano il tubo catodico, lo sappiamo bene, diventano cariche di tritolo.

Ad accendere la miccia, autentico kamikaze contro il ciclo-doping, è apparso un tipo di spalle, giubbotto jeans e cappuccio, anche l’identità della voce era contraffatta. “Striscia” non conferma né smentisce, ma Dagospia è in grado di rivelare nome e cognome del ciclista camuffato: Mario Cipollini. Soprannominato dai tifosi Re Leone oppure SuperMario, principe degli sprinter italiani, prima di chiudere la carriera – ha 36 anni, essendo nato il 22 marzo del 1967 a Lucca – ha deciso di vuotare il sacco della ciclo-farmacia.

IL J’ACCUSE DI CIPOLLINI
"Nel mondo del ciclismo almeno il 90% dei ciclisti si dopa. Io mi sono trovato nella condizione che se non faccio uso di prodotti dopanti non finisco le gare e non posso andare avanti".

"Mi sono trovato di fronte a dei ragazzi che si sono sentiti male per l'uso del doping, gente che è stata male durante la notte, che ha avuto problemi di respirazione, disturbi cardiovascolari e cose di questo genere. Mi sono anche trovato davanti a persone che tutte le sere prima di andare a cena, dovevano farsi iniezioni sulla pancia, sottocutanee di EPO e di GH perché altrimenti non sarebbero neanche potuti essere alla partenza della gara. Quest'anno sono morti 3 corridori per problemi cardiovascolari, gente molto giovane e vi posso assicurare che nel mondo in cui sono siamo controllatissimi per avere l'idoneità per partire alle gare. E quindi è molto strano che si muoia d'infarto a 23 o a 30 anni".

"Purtroppo tutti abbiamo paura di parlare, perché è un movimento che se ci sei dentro è difficile uscirne. E se parli e qualcuno sa chi sei, dopo è un problema ancora più grosso perché non fai vita, sei tagliato fuori per quanto riguarda il mondo del ciclismo e forse anche per il resto, perché noi corridori, per la maggior parte, non abbiamo studiato, non sappiamo far altro che andare in bicicletta".

"I prodotti sono tantissimi. Dall'EPO al GH, che sono i più conosciuti e che adesso pero' si usano un po' meno perche' con i controlli sul doping che ci sono ultimamente se si prende oltre 5 giorni prima della gara risulti positivo al test, sempre che lo facciano. Altrimenti ci sono prodotti come il GF1 che è un prodotto pericolosissimo perché è in fase di studio e non è ancora in commercio: lo usano spesso e volentieri sui cavalli e questo è un prodotto che racchiude tutti i prodotti dopanti messi insieme, EPO, GH, testosterone e via dicendo!

Lo puoi prendere anche il giorno della gara che nessuno ti trova niente! Non sei positivo assolutamente: però è molto rischioso perché non si sa neanche cosa provochi in futuro e quindi chi lo prende ha veramente fegato, non ha scrupolo di niente!".
"Ultimamente i prezzi sono anche saliti tanto perché la gente che lo vende ha paura, quindi per rischiare a vendere un prodotto ti chiedono molto di più. Si vall'incirca sui 5000 - 10000 Euro".

"Ci sono tanti miei colleghi che hanno amici farmacisti che se li fanno trovare direttamente da loro o gente che li va a prendere fuori Italia e rischia anche perché se viene trovato alla dogana è un problema. Prevalentemente, comunque, escono dagli ospedali".

"Dopo una corsa ciclistica i primi tre vanno al doping e di solito 2 o 3 vengono scelti per estrazione, ma sono tutti pilotati. Posso dire che sono stato al doping, sono stato estratto, mi sono presentato lì e quando toccava a me m'hanno detto: "no, no, vai pure, il doping non si fa!". E questa era una gara molto importante a livello internazionale!".

 

3. CIPOLLINI CONTRO DAGOSPIA: CONDANNATO ROBERTO D'AGOSTINO

Novembre 11, 2008

Mario Cipollini è stato ascoltato oggi come test dal giudice dottor Magi del Tribunale Penale di Milano, X sezione, nell’ambito del processo in corso nei confronti del sito www.dagospia.com, accusato di aver attribuito fatti determinanti a mezzo internet. I fatti risalgono al 21 novembre 2003 quando Striscia la notizia mandò in onda le dichiarazioni di un pentito che parlava di corridori dopati e faceva chiaro riferimento ad un noto professionista. Il giorno seguente il sito Dagospia “identificò” il professionista con Mario Cipollini.
Oggi Roberto D’Agostino, direttore di Dagospia, ha patteggiato con il Pm Piero Basilone una pena di 400 euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali di parte civile mentre Mario Pozzetti, amministratore unico di Dagospia, ha scelto di affrontare il processo penale, che si celebrerà il 13 gennaio del 2009. Proprio in questa ottica Cipollini, assistito dall’avvocato Giuseppe Napoleone, è stato interrogato. «Sono soddisfatto di come sono andate le cose - ha detto Re Leone - e ora spero che sia fatta giustizia fino in fondo».

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