
“DA QUANDO LASCIAI 'BUONA DOMENICA', PIER SILVIO BERLUSCONI NON MI HA PIÙ RICEVUTO. È DAL 2006 CHE NON RIESCO A PARLARE CON LUI” – CLAUDIO LIPPI, A 80 ANNI, SI CONFESSA - IL CAZZIATONE DI FIORELLO, LA FRATTURA CON PAOLO BONOLIS, LE FAKE NEWS SULLA SUA MORTE, LA SEPARAZIONE CON LUANA RAVEGNINI E L’AMORE RITROVATO CON LA EX MOGLIE: “HA AVUTO IL CORAGGIO DI DIRE: "ME LO RIPRENDO QUESTO ROMPICOGLIONI” – L’APPELLO: “FATEMI TORNARE IN TV. NON PRETENDO COMPENSI MILIONARI COME QUELLI DI STEFANO DE MARTINO O DI AMADEUS. MI RIAMMETTETE NEL CIRCOLO? NEL GRUPPO DI QUELLI CHE HANNO IN TESTA COSA VOGLIA DIRE UNA TELEVISIONE NON TRASH?”
Estratti da fanpage.it
Claudio Lippi ha compiuto 80 anni lo scorso 3 giugno. Il conduttore televisivo continua ad avere una granitica certezza: "L’unica dote che ho è che quando sono davanti alla telecamera mi si accende il gusto di comunicare qualcosa che faccia sorridere o riflettere". Vorrebbe tornare al suo lavoro:
"Non pretendo compensi milionari come quelli di Stefano De Martino o di Amadeus, ma di essere ancora riconosciuto come una risorsa". Quando lo intervisto per Fanpage.it, mi chiede di dargli del tu e si racconta con grande generosità.
Il risultato è un ritratto intimo e inedito del grande professionista che tutti conosciamo: l'amicizia con Fabrizio Frizzi cementata da "dolori" e "delusioni comuni", la lite con Fiorello, le partite di calcio con Raimondo Vianello, la frattura con Paolo Bonolis e il coraggio di lasciare Buona Domenica per opporsi a una deriva trash e volgare che lo metteva in imbarazzo: "Pier Silvio Berlusconi non mi riceve da allora".
E poi il pubblico che per lui è vita e che rispetta a tal punto da avere attacchi di panico per il timore di deluderlo. Nella sua vita privata c'è l'amore ritrovato con l'ex moglie Kerima Simula su cui ironizza: "Ha avuto il coraggio di riprendersi questo rompico**oni. Noi uomini moriamo prima, la sto deludendo perché sono ancora vivo". Poi il ricordo della relazione con Luana Ravegnini. Per concludere un appello: "Fatemi tornare a fare una televisione che mi appartenga, da condividere con la gente comune".
Il 3 giugno hai compiuto 80 anni, che bilancio tracci? Sei un uomo sereno oggi?
Non credo di poterlo essere. La serenità non mi sembra che sia di questi tempi e la felicità è il battito d’ali di una farfalla, non dura, è qualcosa che non mi appartiene. Se hai un minimo di sensibilità, non puoi svegliarti al mattino, accendere la televisione, vedere le immagini delle stragi e delle guerre e essere sereno. Però mia figlia mi ha regalato la gioia di sentirmi chiamare nonno.
È capitato anche a te di leggere fake news sulla tua morte?
Sì, fanno il giochino: “Lutto in Rai, è morto Claudio Lippi”. Ma se si permettono di farlo è perché non si fa nulla per contrastarli. E allora io rispondo: "È vero, sono morto però sono sempre rinato. Se credete di ammazzarmi così, vi invito a farlo quotidianamente, mi allungate la vita”.
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Ho avuto un infarto, ho quattro bypass. Poi ho avuto una pleurite essudativa. Insomma, non mi sono fatto mancare niente.
Sono problemi che hanno lasciato degli strascichi?
Ci convivo più che normalmente. Certo, ci sono stati dei tempi di recupero considerevoli soprattutto dopo i bypass. È difficile tornare ai ritmi di prima. Io giocavo a tennis singolo. Correvo da una parte all’altra. Ero una pippa, però non mollavo la palla. Sai, io ho anche giocato a pallone con Raimondo Vianello.
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Anche Silvio Berlusconi ebbe un ruolo decisivo nella tua carriera. Fu tra i primi a riconoscere le tue potenzialità.
fiorello paola barale lippi costanzo
All’epoca c’era solo mamma Rai, con lui è arrivato il papà. Mi sentii onorato di essere chiamato in Via Rovani. Mi disse: "Guarda che io ti sto seguendo, ho delle idee per te". Mi fece un’offerta generosissima. Credo che se fossi rimasto in Rai da allora a oggi ancora non avrei raggiunto quelle cifre. Per carità, non è stato l'unico motivo per cui ho accettato, però non diciamoci bugie. E poi credo che il ritorno economico a fronte di un valore professionale riconosciuto non sia reato.
Sei stato protagonista dell’iconica Buona Domenica con Fiorello, Maurizio Costanzo e Paola Barale.
Maurizio Costanzo è stato il creatore di Fiorello. Ha visto in lui un grandissimo talento ma che andava un po’ inquadrato. Quindi lo ha aiutato tantissimo. Ho lavorato con Fiorello, talvolta faticosamente.
Perché?
Un giorno mi fece un cazziatone: “Io volevo farlo da solo questo programma”. Ho subito una serie di offese.
Riusciste a chiarire?
Sì, quella notte stessa mi chiamò e si scusò: “Scusami per oggi, sai ho avuto un momento”. Devo dire però che ha sempre rispettato Maurizio Costanzo. Oggi trovo che Fiorello abbia dimostrato di essere una mente geniale.
Nel 2006 hai fatto un gesto estremamente coraggioso. Hai lasciato Buona Domenica perché non approvavi la deriva trash e volgare.
Conduceva Paola Perego, capoprogetto era Cesare Lanza. Pensarono di introdurre il ring. Alla prima puntata i due contendenti erano Vittorio Sgarbi e Alessandra Mussolini. Due caratterini omologhi nel perdere il controllo. Fu imbarazzante. Anche Paola Perego mi sembrò imbarazzata, perché era impossibile intervenire. Io ho un’ammirazione smodata per Sgarbi e la sua cultura, ma quando prendeva un cachet, era un gettone messo in un jukebox, partiva in quarta.
Quindi cosa accadde?
Non aprii bocca per tutta la durata del ring. Sgarbi e Mussolini, poi, chiesero di non essere più invitati se c’era l’altro. Alla seconda puntata, invece, li invitarono, li misero in camerini separati e quando entrarono in studio si accorsero di essere di nuovo presenti entrambi. Si scatenò un inferno.
Come maturasti la decisione di andartene?
Sapevo che se fossi rimasto avrei taciuto per tutta la durata della trasmissione. Allora mi proposero: “Tu arrivi, fai la presentazione poi vai in camerino, ti guardi la puntata e 10 minuti prima che finisca, scendi e saluti”. Decisi di andarmene e di rinunciare al contratto.
Dissi ai responsabili: "Io non sono capace, lo ammetto, di fare questo tipo di televisione. Per rispetto del pubblico”. Non l'avessi mai fatto. C'è chi si è imbestialito diffondendo voci che credo abbiano sensibilizzato Pier Silvio Berlusconi che non mi ha più ricevuto. È dal 2006 che non riesco a parlare con lui, anche se poi ho smesso di cercarlo.
Da qualche anno, Pier Silvio Berlusconi ha messo un freno al trash a Mediaset. Tu avevi indicato la strada vent’anni fa.
Visto che lo riconosce lo stesso Pier Silvio, quasi quasi, timidamente, mi viene da dire: “Mi riammettete nel circolo? Nel gruppo di quelli che hanno in testa cosa voglia dire una televisione non trash?”
Mi farebbe piacere fare una chiacchierata con lui anche per chiarire se creda ancora a quanto si è detto 19 anni fa. Poi, per carità, io sono resiliente. Un infarto e quattro bypass non sono uno scherzo. Sono caduto e mi sono rialzato da solo perché odio la raccomandazione politica. Mi sentirei un fallito se fossi raccomandato.
(...)
Hai dichiarato che non ti presentasti all’ultima puntata dell’edizione 2003-2004 di Domenica In perché non ti trovasti bene con Paolo Bonolis.
In realtà non ho problemi con nessuno dei miei colleghi. Quella volta accadde che per tutta l’estate Paolo mi chiese di partecipare a Domenica In: “Tu sai come si fa un programma con 5 ore di diretta. Potresti fare il maestro, il Grillo Parlante”.
Gliene fui grato e dissi di sì. Poi non successe nulla di quello che era previsto. Io, Heather Parisi e Giancarlo Magalli eravamo dei figuranti, dei cartonati. All’ultima puntata dissi: “Non vengo, non sto bene”, ma non come gesto contro Paolo Bonolis, ma contro un meccanismo. Paolo, che è una persona di grandissima cultura e intelligenza, secondo me ha capito perché non stavo bene.
Ne avete parlato?
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Dopo quattro puntate gli dissi: “Uno che fa il mestiere da più anni di te, può ridursi ogni domenica a non sapere se viene chiamato in causa o no? Se ho a disposizione 10 minuti, dammeli e fammeli fare”. Ma non è cambiato un cavolo (ride, ndr). Un mese fa l’ho incontrato in treno. Era seduto davanti a me. Ci siamo salutati ed è finita lì. È chiaro che è rimasta una frattura.
Tra te e Fabrizio Frizzi una grande amicizia.
Era un complice di dolori e di ingiustizie subite. Non ha mai ceduto alle sirene berlusconiane, anche quando è stato estromesso dalla Rai. Ha detto no a offerte milionarie. Io e lui siamo stati i conduttori più sorridenti, più rispettosi del pubblico da quando non ci sono più Corrado, Tortora e Bongiorno.
Stefano De Martino è tra i nomi di punta della Rai di oggi. Ritieni sia destinato a restare come te e i grandi nomi del passato?
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I presupposti sono positivi, ma sarebbe sbagliato fare previsioni legate a un futuro che non conosciamo. De Martino di oggi è, nell'accezione popolare, un po’ l'erede di Corrado, di Frizzi, è una persona alla mano come loro. Ha avuto due momenti magici per chi ha talento.
Ha ereditato Stasera tutto è possibile e Affari tuoi da Amadeus, facendolo dimenticare. Gli riconosco l’onestà, è rimasto con i piedi nella sua Napoli. A chi non nasce in una famiglia ricca, spesso scatta una molla di rivalsa per cui passettino dopo passettino riesce a dimostrare di avere talento.
(...)
La tua ex compagna Luana Ravegnini ha dichiarato di esserti grata e ha spiegato che tu la lasciasti perché consapevole di non poterle dare la famiglia che desiderava.
Lasciarci fu una scelta sofferta, forse più da lei che da me. Ma ciò non significa che non abbia sofferto anch’io. Tuttavia erano passati alcuni anni e la mia figura sarebbe stata più vicina a quella del nonno che del padre. Inoltre, non avevo questo istinto così forte di paternità.
Le dissi che avevo già una famiglia, avevo disseminato due figlie con due madri diverse. Già ho avuto difficoltà a essere padre della prima. Poi con la separazione e il divorzio, ho avuto il senso di colpa della seconda. Non potevo farne un terzo, sarei morto di sensi di colpa.
Oggi vivi con Kerima, la tua ex moglie. Vi siete ritrovati.
Ha avuto il coraggio di dire: "Me lo riprendo questo rompicog**oni”. Abbiamo deciso di tornare a convivere. Il divorzio mi era pesato molto, mi sono accusato di tutto. Abbiamo ancora due caratteri totalmente opposti, ma mi sono reso conto dell’importanza dell'accettazione di un carattere irritante. E io lo sono più di lei, perché sono metodico, preciso, un rompiballe. E poi russo come un orso. Mia moglie ha rasentato la nevrosi totale. Adesso non mi sente più perché abitiamo su due piani diversi.
(…)
Hai chiarito di non avere alcuna intenzione di andare in pensione.
Io non avrei neanche nessuna intenzione di finire in una bara (ride, ndr). In questo momento sto lavorando su un concetto sul quale costruire una serie di progetti radiofonici e televisivi. È un’analisi su quanto sia doloroso rinchiudere – senza nulla togliere alle RSA – dei genitori anziani che vorrebbero esercitare il sacro diritto di morire nel loro letto. Nonostante i miei 80 anni, credo ancora che ci siano iniziative positive e importanti da portare avanti.
Vuoi affidarmi un’ultima riflessione?
Vorrei fare un appello a chi ritenga di poter valutare una risorsa inutilizzata in questo momento perché il rapporto con il pubblico per me è vita. La mia vera ambizione è tornare davanti alla gente. Che sia Rai, Mediaset, Discovery o la piazza. Dove c'è una telecamera per me è televisione.
Certo, non pretendo compensi milionari come quelli di Stefano De Martino o di Amadeus, ma che mi si paghi l'esperienza e che si consideri che sono ancora una risorsa. Non è la carta d'identità che dichiara le capacità. È il cervello che conta, non l'età. Quindi quello che io chiedo è di fare una televisione che mi appartenga e che possa condividere con la gente comune che per me è più importante dei cosiddetti vip.
CLAUDIO LIPPI
claudio lippi e sua figlia a ruota libera
CLAUDIO LIPPI MEME
CLAUDIO L'HIPPY - MEME BY EMILIANO CARLI