1. LA NOIA TELEVISIVA GENERA MOSTRI MA SOPRATTUTTO RILANCIA “ER DIBBATITO” SU QUANTO SIA CORRETTO PRODURRE FICTION CHE ABBIANO COME PROTAGONISTI I CATTIVI 2. FRECCERO SBERTUCCIA LA RAI CHE PRODUCE POLPETTONI BUONISTI PER FAMIGLIE, MOIGE E TELEMORENTI E ESALTA “GOMORRA” E “ROMANZO CRIMINALE”, CHE SONO POI TRA GLI UNICI PRODOTTI SERIALI CHE RIUSCIAMO, CON SUCCESSO, A ESPORTARE ALL’ESTERO 3. GUBITOSI E LUCA BERNABEI DI LUX VIDE S’INDIGNANO ESALTANDO IL RUOLO DIDASCALICO DI MAMMA RAI MA ALDO GRASSO LI SBERTUCCIA: “LA TV PUBBLICA ASSOLVEVA A COMPITI PEDAGOGICI NEGLI ANNI CINQUANTA, QUANDO SI RIVOLGEVA A UN PUBBLICO LARGAMENTE ANALFABETA E MINIMAMENTE ISTRUITO. OGGI, CON INTERNET, NON SERVE PIÙ” 4. GLI UOMINI DI CATTLEYA, ACCUSATI DI FAVOREGGIAMENTO VERSO IL CLAN GALLO DURANTE LA PRODUZIONE DI "GOMORRA", NON SONO UN CASO ISOLATO: NELLA STORIA DEL CINEMA CI SONO DECINE DI CASI IN CUI REGISTI E PRODUTTORI HANNO CEDUTO ALLE RICHIESTE DEI BOSS

GOMORRA LA SERIE - MARCO D'AMORE E SALVATORE ESPOSITOGOMORRA LA SERIE - MARCO D'AMORE E SALVATORE ESPOSITO

1 - SANTI O CAMORRISTI GLI EROI DELLE FICTION DIVIDONO IL PAESE

Carlo Freccero Carlo Freccero

Mattia Feltri per “la Stampa”

 

La fiction italiana - ha detto qualche giorno fa Carlo Freccero, neodirettore del Roma Fiction Fest - si esercita esclusivamente in serie di «puro divertimento, consumo, distrazione» e in serie edificanti «con eroi, giudici santi».  

 

Il relativo mondo, anche abbastanza suscettibile, ha aperto il classico dibattito che si è risolto con Freccero abbondantemente mandato a quel paese. L’ex direttore di Canale 5 e Raidue ha infatti aggiunto che le due specie di fiction «sono destinate ai circuiti delle reti generaliste», mentre la pay tv, e succede soprattutto in America, studia prodotti avveniristici, percorsi da linguaggi nuovi, e così via. Anche Sky, ha aggiunto, citando il recente caso di «Gomorra», ci sta dando dentro e porta a casa i risultati. 

 

luigi gubitosiluigi gubitosi

Luca Bernabei, direttore di Lux Vide (che produce «Don Matteo», «Che Dio ci aiuti» e miniserie su personaggi come papa Giovanni, madre Teresa e Karol Wojtyla) non l’ha presa bene. «Mi stupisce che Freccero, che ha lavorato tanti anni nella tv generalista, anche Rai, non conosca la differenza con la pay tv. La prima si pone l’obiettivo di raggiungere un pubblico più vasto possibile, la seconda si rivolge a nicchie di mercato».

 

Il discorso di Freccero è «molto elitario», e pertanto Bernabei afferma di sentirsi «insultato insieme agli otto milioni di persone» che seguono «Don Matteo». Bernabei ha aggiunto che un terzo dei fan di Terence Hill è laureato e che «le dieci fiction più viste nel 2014 dagli abbonati Sky, la pay tv magnificata da Freccero, sono stati dieci episodi proprio di Don Matteo». 

 

don matteodon matteo

Non è mica finita lì. È toccato poi al direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, il quale ha tenuto a spiegare la dottrina dell’azienda, e le ragioni per cui la Lux Vide di Bernabei vi si coniughi benissimo. «A volte ci accusano di buonismo, ma io trovo terribile una fiction in cui un criminale diventa un esempio figo, come direbbero i giovani (cosa che però non succede in Gomorra, ndr). Il ruolo della Rai è quello di aiutare a combattere la criminalità cercando di creare consenso attorno al lavoro della polizia e delle altre forze dell’ordine. Vedere un membro della banda della Magliana (“Romanzo criminale”, ndr) che ha successo è una cosa sbagliata».  

 

GOMORRA LA SERIE - MARCO D'AMORE E SALVATORE ESPOSITOGOMORRA LA SERIE - MARCO D'AMORE E SALVATORE ESPOSITO

Ora, a parte il fatto che il direttore generale attribuisce alla Rai un ruolo pedagogico forse non richiesto, e forse stridente con la natura attuale della tv pubblica, commerciale per qualità dei programmi e per introiti pubblicitari, il punto è che si tratta di un ruolo smarrito da tempo, come ci spiega il critico della Corriere della Sera, Aldo Grasso: «Non è colpa di Gubitosi né dei suoi predecessori. Ma la Rai assolveva a compiti pedagogici negli anni Cinquanta, quando si rivolgeva a un pubblico largamente analfabeta e minimamente istruito».  

 

aldo-grassoaldo-grasso

La Rai aveva conseguito un prestigio, dice Grasso, che si è per forza annacquato nel tempo, intanto che gli italiani si sono emancipati dall’ignoranza con la scuola, le collane economiche di letteratura, le enciclopedie in fascicoli, ora Internet. Difficile riconoscere alla Rai una caratura morale, sebbene per tradurre un messaggio non così complicato, e così ben diffuso, secondo cui essere mafiosi è condotta pessima (e comunque Marlon Brando e «Il Padrino» non hanno incrementato le affiliazioni) non sia poi così necessario averla. 

 

marco giallini in una scena del nel quarto episodio di romanzo criminale la serie marco giallini in una scena del nel quarto episodio di romanzo criminale la serie

Alla fine, più che la portata didattica, a fare la differenza - come giustamente dice Bernabei - è la bellezza della fiction, poiché esistono semplicemente «fiction fatte bene e fiction fatte male». E il punto è questo: il problema è che le fiction italiane all’estero non ci vanno così di frequente. Segnala Grasso che ebbero qualche successo in Francia le produzioni della Taodue («Ris», «Distretto di polizia»), per il resto la nostra roba resta qua.

 

«Mi piacerebbe che succedesse a noi quello che è successo in Israele, dove sono cresciuti tantissimo e hanno cominciato a esportare serie, la più famosa delle quali è «In Treatment» (in Israele si chiama «Be Tipul», ed è stata ripresa in tredici Paesi diversi)».  

romanzo criminale2romanzo criminale2

 

Di recente la Rai ha trattato «Una grande famiglia» della Magnolia con Cina, Spagna e Croazia, mentre «Gomorra» si vedrà un po’ in tutta Europa, comprese Germania e Regno Unito, intanto che i nostri canali sono invasi – evviva! – dal «Trono di spade» e da «Downton Abbey». 

 

2 - MAFIA-CINEMA, QUELI INCROCI PERICOLOSI

Federico Varese per “La Stampa”

 

Alcuni rappresentanti della società che ha prodotto la serie televisiva «Gomorra» sono accusati di favoreggiamento verso il clan Gallo. La vicenda prende le mosse dalla richiesta del pizzo per l’uso di una villa. Secondo la Dda di Napoli, i produttori hanno mantenuto un «atteggiamento omertoso», informando il clan dell’indagine nei loro confronti.

Marlon Brando ne Il Padrino Marlon Brando ne Il Padrino

 
Vi è costernazione e stupore tra i fan della serie ideata da Roberto Saviano, il quale per ora si è espresso con molta cautela. Tutti i diretti interessati sono ovviamente innocenti fino a prova contraria. Eppure non bisogna dimenticare che le produzioni cinematografiche, al pari di altre attività economiche, sono estremamente vulnerabili alla richiesta del pizzo, ed è una pia illusione credere che fare film sulla mafia sia sempre e comunque un modo di combattere il crimine organizzato. 
I rapporti tra la mafia ed il cinema sono almeno di due tipi, come ha mostrato a suo tempo il sociologo anglo-torinese Diego Gambetta.

 

Innanzi tutto, i film sono un prodotto culturale che può raggiungere un’audience mondiale. Non stupisce che i mafiosi siano estremamente interessati alla rappresentazione di se stessi sullo schermo. L’Fbi ha intercettato dei membri di Cosa nostra americana mentre discutono il casting de «Il Padrino», ognuno esprimendo un’opinione sull’attore da scegliere per il ruolo di Don Corleone. A maggioranza, si esprimono a favore di Paul Newman. 
 

Il Padrino oscar CoppolaIl Padrino oscar Coppola

Quando un film sulla mafia ha un enorme successo, boss e picciotti si appropriano dei comportamenti, delle espressioni e dei modi di vestire creati dal film. Anche le colonne sonore vengono utilizzate durante feste e pranzi, come racconta l’agente dell’Fbi Jo Pistone, infiltrato nella famiglia Bonanno di New York col nome di Donnie Brasco.
 

Gambetta spiega che i mafiosi non possono apertamente dimostrare la loro appartenenza al mondo del crimine organizzato, ma vogliono in tutti i modi far capire al pubblico chi sono veramente. Sono perciò costretti a copiare immagini tratte dalle fiction. Le richieste estorsive saranno poi più credibili e la reputazione filmica di violenza efferata aiuta l’organizzazione. Senza dubbio la serie «Gomorra» avrà lo stesso effetto nel contesto campano. 
 

Gli appassionati di semiotica filmica rischiano di dimenticare che produrre cinema è anche un’attività economica molto simile all’edilizia. Come un cantiere, un set cinematografico è fisso e spesso all’aria aperta, e quindi facilmente individuabile. I tempi di produzione sono strettissimi e il minimo ritardo può costare caro. Vi sono poi anche altri rischi per tutta la troupe, come ha capito benissimo il produttore di «Gomorra»,che sembra aver detto: «Che faccio? Metto a rischio 70 persone? Cioè qui non si parla di gente normale, eh!».
 

LA YAKUZA PRESTA SOLDI IN TUTTO IL MONDO LA YAKUZA PRESTA SOLDI IN TUTTO IL MONDO

La richiesta del pizzo a «Gomorra» è solo l’ultimo episodio di una lunga lista. Ad esempio, due mafiosi di Palermo hanno testimoniato che la produzione del film di Roberta Torre, «Tano da morire» (1997) pagò 30 milioni di lire al boss del quartiere della Vucciria (regista e produttori hanno sempre negato e non sono mai stati indagati).

 

Ovviamente c’è chi si ribella: quando nel 1971 Coppola fu sottoposto e richieste estorsive per le scene che voleva girare in Sicilia, spostò la troupe a Savoca, un paesino arroccato su un colle nella provincia di Messina, il quale ora è entrato nella storia del cinema: il matrimonio di Michael Corleone e il colloquio al bar Vitelli con il padre della sposa sono stati girati lì.

LA YAKUZA CONTA CENTOMILA AFFILIATI LA YAKUZA CONTA CENTOMILA AFFILIATI


Certo cambiare location è costoso e può far sballare i conti. Tristemente, alcuni produttori, come gli imprenditori dell’edilizia processati in Lombardia per aver accettato le richieste della ’ndrangheta, non sembrano percepire il costo sociale del monopolio mafioso sulla vita civile ed economica. 
Vi è poi un terzo tipo di interazione tra mafia e cinema, molto comune in Asia: la simbiosi. Il gruppo mafioso acquista la casa di produzione - attraverso cui ricicla il denaro -, impone i propri contenuti sulle opere, e i picciotti diventano gli agenti degli attori. 

antonkusters yakuza l antonkusters yakuza l


Ad esempio, molte fonti sostengono che la Yakuza giapponese a suo tempo comprò una della cinque maggiori case di produzione del paese, la Toei, specializzata appunto in film di gangster. Addirittura, Ando Noburu, un ex membro, divenne uno dei loro attori di punta. «Nella lingua giapponese, la differenza tra yakuza and yakusha (attore) è un solo carattere», ebbe a dire in un’intervista. 


Il grande regista Kinji Fukasaku, autore tra l’altro di «Lotta senza codice d’onore» (1973), racconta come i boss volessero vedere in anteprima i film prodotti dalla Toei, che organizzava per loro delle visioni private. In un caso che lo riguardava, «il capo arrivò e si guardò tutto il film», raccontò anni dopo Fukasaku in un’intervista. Il film passò il test, ma l’esperienza per il regista fu «piuttosto inquietante». 


Dopo l’arrivo dei veri yakuza, il pubblico smise di apprezzare i film prodotti dalla Toei poiché le storie erano diventate troppo edificanti. Si dovette aspettare i registi indipendenti negli Anni Novanta perché questo genere cinematografico rinascesse in Giappone.  Allo stesso modo, chi ha visto il film «I Grimaldi», una agiografia del boss di Cosa nostra Michele Greco, mi assicura che è altrettanto soporifero. Il regista è il figlio di Michele Greco. Quando la mafia si mette dietro la macchina da presa commette sempre dei crimini artistici. Quando invece si limita a chiedere il pizzo trova – a volte – registi e produttori disposti a vendere l’anima.

 

Ultimi Dagoreport

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…