“GRAZIE COMUNQUE” - SE FOSSE UN PAESE COERENTE, L’ITALIA QUESTA SERA TERREBBE PRONTE LE BANDIERE, SVENTOLANDOLE ANCHE SE LA FINALE DI KIEV LA VINCESSE LA SPAGNA – COMUNQUE VADA, L’EUROPEO DELLA NAZIONALE È GIÀ UN SUCCESSO. UN MESE FA SI DICEVA CHE IL CALCIO ERA MARCIO E C’È LA DIMOSTRAZIONE CHE ALMENO UNA PARTE È SANA. L’ITALIA DEL FARE SI È REALIZZATA NEL PALLONE…

Marco Ansaldo per La Stampa

Se fosse un Paese coerente, l'Italia questa sera terrebbe pronte le bandiere, sventolandole anche se la finale di Kiev la vincesse la Spagna. L'Europeo della Nazionale è già un successo. Un mese fa persino in casa nostra si diceva che il calcio era marcio e c'è la dimostrazione che almeno una parte è sana.

Piangevamo sulla crisi di una squadra eliminata nei Mondiali dalla Slovacchia e la ritroviamo a lottare contro chi quei Mondiali li vinse. In Europa non c'era un segno di italianità dal successo del Milan nel 2007 (l'Inter del Triplete aveva di italiano solo i soldi di Moratti) e all'improvviso troviamo chi strabatte nel gioco gli inglesi e i tedeschi, i protagonisti dell'ultima finale di Champions League.

L'Italia del fare, che qualcuno strombazzava a chiacchiere, si è realizzata nel pallone. «Abbiamo vinto 4 coppe del mondo affidandoci a uno stile ma viene il momento in cui bisogna essere così umili e intelligenti da cambiarlo», ha detto Buffon. Non è questione di accontentarsi di poco come gli irlandesi. È che in rare occasioni abbiamo visto l'ammirazione che circonda la Nazionale di Prandelli. Magari succedesse in altri campi. Napolitano l'ha capito.

La lettera fatta pervenire al ct e l'invito al Quirinale contiene questo messaggio, «grazie comunque», e dovremmo recepirlo tutti, sebbene le ultime esibizioni abbiano messo su il gusto del successo e la delusione sarebbe umanamente comprensibile se non arrivasse.

Sarà una finale in salita. Ce ne sono state soltanto due altrettanto squilibrate a sfavore degli azzurri. Una fu contro il Brasile di Pelè nel ‘70, l'altra nell'Europeo del 2000 con la Francia di Zidane campione del mondo che fino al 94' si trovò sotto di un gol.

La Spagna è di quel livello. Ha grandi giocatori e li amalgama in un modello unico che è entrato nella storia, come lo fu il calcio dell'Ajax e dell'Olanda negli anni 70. Gli manca il goleador che nel Barcellona è Messi e nel Real Cristiano Ronaldo però riesce a farne a meno, butta in attacco un centrocampista e la macchina funziona.

È un calcio con cui tutti fanno i conti e che invita all'imitazione: anche Prandelli ha ammesso di essersene ispirato nel costruire la Nazionale, questa «Spagnolina» che è la possibile base di un ciclo futuro, come quello spagnolo cominciò dall'Europeo di 4 anni fa.

Del Bosque ha dalla sua due fattori: giocatori abituati a vincere le finali con la Spagna e con i club e in più il vantaggio di uomini che praticano da anni quel gioco come la cosa più naturale del mondo. L'Italia ha dimostrato di funzionare quando controlla la partita, se la consegna agli altri è un disastro come nella ripresa con la Croazia e l'Irlanda: immaginiamo che oggi il possesso della palla lo terrà la Spagna e per questo prevediamo che saranno guai più che nel match pareggiato nel girone.

«Dovremo essere capaci di sfruttare le situazioni che ci concederanno», ha detto Prandelli e non saranno molte: se ne esalta l'offensivismo ma si trascura che gli spagnoli hanno subito solo un gol (da Di Natale) proprio come il Milan di Sacchi che lasciava quasi inoperoso il proprio portiere.

L'Italia dovrà azzeccare quasi tutto. Prandelli ha preparato la partita al video. «Come con la Germania non c'è stato il tempo nè la condizione fisica per fare il lavoro tattico sul campo: abbiamo simulato le situazioni tattiche studiando i filmati e trasferendoli al computer», ha spiegato Prandelli, aggiungendo «e non è una cosa facile».

Come non è semplice recuperare energie e salute. Ieri De Rossi e Barzagli sono stati fermi ma ci saranno nella formazione che ricalca quella con la Germania, con il ballottaggio tra Abate e Balzaretti. Al milanista era stata promessa la finale però la prestazione di Balzaretti ha rimescolato le carte.

Dalla parte degli azzurri ci sono l'entusiasmo di chi sta a un passo da un'impresa insperata e la convinzione di stare sulla strada giusta. In più c'è un centrocampo sontuoso, con Pirlo favorito per il premio al miglior giocatore e De Rossi poco lontano, e c'è Balotelli lanciato dai due gol ai tedeschi.

Supermario è su tutte le copertine, il polacco "Gazeta" ha in prima pagina il titolo «Finalotelli» per dire come sia diventato il personaggio dell'Europeo prima della partita più importante. Stavolta se arriverà davanti a Casillas, Balotelli non si impaglierà nell'indecisione. Ci fidiamo.

 

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