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LE CONFESSIONI DI ALBA PARIETTI: ''SONO VITTIMA E CARNEFICE DI AMORI SADOMASO. HO SUBITO DUE CHOC, UN INCIDENTE IN AUTO E LA MORTE DELLA FIDANZATA DI MIO FIGLIO. MI È VENUTA UNA FORMA DEPRESSIVA FORTISSIMA CHE HA SCARDINATO LA MIA VITA SENTIMENTALE'' - ''MI SONO MESSA A CERCARE IL PERICOLO E RAPPORTI SADOMASO, COME DROGHE CHE TI ALLONTANANO DALLA REALTÀ''

 

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Alessandra Menzani per ''Libero Quotidiano''

 

«Con le interviste risparmio con l' analista, lo sa?». Ce ne accorgiamo quando Alba Parietti inizia a parlare dei suoi amori, dell' origine del suo "lato oscuro", delle pieghe più inconfessabili della sua mente.

 

L' animo tormentato è l' ultima cosa a dare nell' occhio della showgirl per eccellenza, da tre decenni presenza fissa della tv e del costume italiano. Prima arrivano le gambe lunghe sdoganate dal 1990 a Galagol, le labbra carnose, il seno che si ribella alla gravità, le esternazioni da tuttologa, lo spirito battagliero.

 

Alba, piemontese, figlia fierissima di un partigiano, è stata valletta di Enzo Tortora, conduttrice di Sanremo con Baudo e del Dopofestival con Bruno Vespa, ha fatto balletti, film, reality, Telegatti, Striscia, Macao; è irriverente ma anche ruffiana, ha imparato ad esserlo leggendo Nietzsche, ma da dieci anni non ha un programma suo.

Eppure la sua popolarità non conosce crisi. Sa dire di "no" a tutto, anche al referendum costituzionale, ma non agli amori distruttivi.

 

A cosa ha detto no?

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«Per ultimo al Grande Fratello Vip. Mi hanno contattato più volte e mi sono anche arrabbiata».

 

 

Perché?

«Mettevano sempre il mio nome nella lista dei papabili, non mi andava. Ognuno ha la propria etica e dignità».

 

Cioè?

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«Nella mia vita ho detto tante volte no. Ho rinunciato a nove miliardi di Silvio Berlusconi, all' epoca di Forza Italia, per paura di essere invischiata in una campagna elettorale, ho detto di no all' Isola, ad Agon Channel che mi voleva ricoprire di soldi. Il Grande Fratello mi avrebbe tolto la dignità. Chiusa in una casa soffrirei di claustrofobia, ansia, uscirebbero dei comportamenti e dei lati del carattere che non voglio far vedere. Debolezze che ho sempre mascherato, mostrando la forza».

 

Ad esempio?

«Ho un equilibrio non saldissimo, fragilità, paletti che ho costruito con fatica e tanti anni di analisi. Quel tipo di programma è pericoloso, lo guardo con piacere ma se fossi là dentro non saprei con chi parlare, ci sono persone che non mi interessano».

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Perché ha fatto tanti anni di analisi?

«L' analisi è sempre utile perché capisci l' origine delle tue fragilità. Tutto è nato, probabilmente, da mia madre. Ha sempre avuto una forma depressiva borderline che ha condizionato la mia vita e le mie condizioni psicofisiche: stanchezza, serenità, allegria, ansia. Poi succedono cose che ti ricatapultano in quegli stati di disperazione in cui ti sei trovato da bambino. E, di colpo, ricadi nel baratro».

 

Cose della vita come le delusioni d' amore?

«Non solo. Anche delusioni affettive, lutti, liti con tuo figlio, situazioni in cui non ti senti capita, in cui hai paura di essere giudicata male».

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Ad esempio?

«Ultimamente mi sono arrabbiata con un mio ex francese, non Christopher Lambert, che ha scritto una biografia in cui ha parlato male di tutti. Sta molto male di salute, ma questo non basta a giustificarlo. Ha scritto cose abominevoli, mi ha dato della seduttrice seriale, e pensare che mi ha chiesto ripetutamente di sposarlo. Per fortuna il libro è uscito solo in Francia, il suo ultimo colpo di coda».

 

Eppure con i suoi ex va d' accordo. O no?

«Sì, con lo stesso Lambert, Jody Vender, Franco Oppini, il padre di mio figlio, Giuseppe Lanza di Scalea. Erano tutti quasi paterni, affettuosi, ci stimiamo. Non ho un buon rapporto solo con Cristiano De Andrè, eppure ci siamo voluti bene per 30 anni. Ho delle colpe anche io, sono un po' sadomaso, sono attratta dagli amori malati e tormentati, ci sto molto male ma li ricerco».

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Un uomo centrato e "normale" non lo desidera?

«Forse no. Ho una paranoia: ho il terrore di annoiarmi, e forse è per questo che creo artificialmente delle situazioni pericolose. Forse per allontanarmi dalla paura di invecchiare. Fino a una decina di anni fa avevo rapporti normali con gli uomini, poi sono diventati distruttivi. Il motivo di questo mio cambiamento l' ho capito successivamente».

 

Ce lo dica.

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«Ho subito uno choc. Anzi due. Il 4 novembre 2004 ho avuto un incidente mortale in auto. Ho rischiato di essere decapitata e mi è venuta la "sindrome del sopravvissuto": una specie di senso di colpa al contrario, non mi capacitavo di essere viva.

Due anni dopo è successa una tragedia».

 

Quale?

«È morta la ragazza che all' epoca era fidanzata di mio figlio. Venticinque anni. Ho come sentito il fantasma della morte di un figlio. Ho un' empatia fuori dalla norma, per me è stato devastante. Mi è venuta una forma depressiva fortissima che ha scardinato tutta la mia vita e l' ha distrutta sul piano sentimentale».

 

Come se si fosse voluta punire?

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«Sì. Ho vissuto come una seconda gioventù e ho distrutto quello che avevo costruito con una persona che andava bene per me, Giuseppe (Lanza di Scalea, ndr). Che oggi ha una nuova vita che rispetto. Ho iniziato a cercare il pericolo e rapporti sadomaso, come fossero delle droghe che ti allontanano dalla realtà. Non sono solo vittima, ma anche carnefice».

 

Oggi ha un uomo?

«Se anche incontrassi un uomo normale e perbene non gli aprirei la porta, non lo vedrei».

 

E quindi è single?

«Sono stata lunghi periodi da sola e sto benissimo. Sto cercando di uscirne, di autoconservarmi, di togliermi dal costato questo coltello insanguinato».

 

Il tempo che passa le fa paura?

«Non so... Una donna che non ha paura di dire la propria età è una donna che non ha paura di niente. Quando un uomo dice "potrei stare con una ventenne, ma sto con te" pensa di farti un complimento, ma lo ucciderei. Il vantaggio, dopo i 50 anni, è che per leggere devi mettere gli occhiali ma i coglioni li vedi anche da lontano».

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Li riconosce ma non li evita!

«Già. Sono lucida quando mi ci butto contro. Per me è una sfida, che perdo sempre».

 

Il lavoro aiuta?

«Il lavoro è la salvezza, lo è tutto ciò che ti riporta alla realtà. Infatti ricordo con dolore quando, per colpa di un direttore, fui tenuta lontano a lungo dalla Rai. Parlo di Mauro Mazza, che mi ha tolto la possibilità di lavorare, lo sapevano tutti che su di me c' era questo veto».

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Perché?

«Politicamente la pensavo all' opposto di lui ed ero l' esatto contrario di quello che lui pensa delle donne, che dovrebbero stare in silenzio. Sono una provocatrice, gli uomini misogini mi odiano».

 

Ogni tanto pensa mai: ah, quella volta potevo starmene zitta?

«Quello che mi ha danneggiato è stato anche il mio punto di forza, se dopo 30 anni tante persone ancora mi seguono».

 

Come fa a resistere da 30 anni?

«Non ho un talento particolare, a parte la fisicità. Ma sono sempre stata sincera e coerente. Tutto quello che ho fatto e detto è stato in buona fede. Sono sempre andata contro il potere, non femminista, parola che non amo, ma femmina libera».

 

Ma perché, da 10 anni non ha un suo programma?

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«Non ho nemmeno più un agente, non appartengo alle lobby dei vari manager padroni dei palinsesti, faccio poche pubbliche relazioni. Preferiscono persone più inserite e meno scomode di me. Ma sfido chiunque a dire che manco di professionalità e che non porto i risultati di ascolto».

 

Progetti ne ha?

«Ne ho tanti, tutti scritti da me. Ormai non li dico più. "La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altro". Lo diceva John Lennon».

 

Si è lamentata che la sinistra, di cui lei è sempre stata sostenitrice, non l' abbia aiutata.

«Non è che non mi ha aiutata, non l' ho mai chiesto. È che proprio mi ha segata. In mille episodi. Non sono mai stata capace di non dire la mia».

Cristopher Lambert e Alba Parietti a Ballando con le stelleCristopher Lambert e Alba Parietti a Ballando con le stelle

 

Anche sul referendum.

«Infatti. Mi sono espressa per il No. Non sono mai salita sul carro dei vincitori, è sempre tanto affollato, rischia di ribaltarsi. Preferisco stare dalla parte dei più deboli».

 

È vero che è diventata grillina?

«No. Io non mi ritrovo in nessuno. Avrei votato per Don Gallo. Ora che il M5s è il terzo partito e si avvicina al potere, cosa ancora più probabile con questa legge elettorale, ecco che inizio a diffidare».

 

Anche Dario Fo era diventato grillino.

«Io a questa sua svolta non credo. Lo era forse nell' opposizione al potere, nella voglia di svolta. Lui era un anarchico. Coraggioso, coerente, irriverente e mai schiavo del potere. Amo chi mette la propria arte e la cultura al servizio di tutti, non fine a se stesso».

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Insomma, politicamente rimpiange la vecchia sinistra?

«Rimpiango solo Berlinguer. E basta».

 

 

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