1. POVERO LERNER: UNA VOLTA CHE HA UNA NOTIZIA (“LA7 VA A CAIRO”), NON DOVEVA DARLA! 2. LA7 È UNA SOCIETÀ QUOTATA IN BORSA E GAD È UN SUO COLLABORATORE: CI SONO OBBLIGHI DI INFORMAZIONE AL MERCATO DA RISPETTARE E INVECE LUI DÀ LA NOTIZIA SU TWITTER 3. NON SOLO: IN UNA INTERVISTA SU “L’UNITÀ” DEL 21 FEBBRAIO AVEVA IPOTIZZATO DI “ENTRARE COME AZIONISTA” NEL CAPITALE DE LA7. SE NON È INSIDER TRADING, POCO CE MANCA 4. TI MEDIA HA DATO L’ANNUNCIO DUE ORE DOPO, A BORSA CHIUSA, E LA CONSOB “AVVIA VERIFICHE” SULLA FUGA DI NOTIZIE BY LERNER (IL TITOLO È CROLLATO DEL 6,4%) E SE LA SUA FONTE AVEVA INTERESSI SUL PREZZO DELLE AZIONI. C’È IL RISCHIO DI ILLECITO (solo AMMINISTRATIVO?)


1. TI MEDIA: VERIFICHE CONSOB SU MODALITA' ANNUNCIO LA7
(ANSA) - Consob avvia verifiche sulla fuga di notizie relativa alla vendita di La7 a Cairo da parte di Ti Media. Due ore prima del comunicato della società Gad Lerner ha annunciato su twitter la chiusura dell'operazione e Urbano Cairo l'ha confermata a Radio 24 mentre il titolo Ti Media in borsa è scivolato in ribasso.

Col venir meno della prospettiva di un'offerta di Clessidra sull'intera Ti Media, che avrebbe comportato anche il lancio di un'Opa, il titolo della società televisiva del gruppo Telecom ha invertito la tendenza positiva a Piazza Affari sprofondando fino a chiudere in ribasso del 6,4%. Per questo, oltre alle verifiche per ricostruire il processo di formazione della notizia sulla vendita di La7 e la correttezza dei tempi e delle modalità di diffusione la Commissione ha avviato il consueto monitoraggio degli scambi sul titolo Ti Media per accertare chi ha comprato e venduto dopo la diffusione delle indiscrezioni.

Riguardo in particolare al tweet di Lerner, l'autorità che vigila sulla borsa dovrà verificare - si apprende - se la fonte che gli ha girato l'informazione riservata lo ha fatto per motivi non legati all'attività professionale del giornalista.


2. LERNER: "POTREMMO DIVENTARE AZIONISTI"
Lerner sull' "Unità" del 21 febbraio:

DOMANDA: È possibile invece che Della Valle entri in un secondo tempo ne La7?

LERNER: «È verosimile. Lui ha detto che alcuni imprenditori innovativi, come Farinetti di Eataly, Alessandri di Technogym, potrebbero far sentire la loro voce civile. E magari anche che noi professionisti potremmo entrare come azionisti. Si vedrà, ora però si tratta di fare sacrifici».


3- INTERVISTA INTEGRALE - LERNER: «ERRORE VENDERE LA7 - A CAIRO NON CONVIENE SNATURARLA»
Natalia Lombardo per www.unita.it del 21 febbraio 2013

Sta girando per l'Italia da «non candidato» ma da giornalista impegnato, Gad Lerner, ieri era a Brescia per un'intervista pubblica a Massimo Mucchetti, candidato Pd, e sul risultato del voto è «ottimista».

Teme che La7 sarà snaturata con Cairo come editore, che avrà meno libertà editoriale?

«Io i rischi li vedo sempre, se sarà il caso li denunceremo o ci staccheremo. Cairo sarebbe autolesionista se cambiasse la natura editoriale de La7, ma non mi pare intenzionato a farlo. Del resto ha avuto un vero percorso di concorrenza con Berlusconi, non bisogna liquidarlo inchiodandolo al suo passato. Sarebbe come dire che Santoro è complice di Berlusconi perché ha lavorato a Mediaset, o Mentana perché ha diretto il Tg5...».

È inevitabile che Cairo venga considerato vicino a Berlusconi.

«Conosco Cairo come nostro concessionario della pubblicità: negli anni scorsi i bilanci erano floridi, ma se vendeva spazi pubblicitari era con questa rete, con questo profilo. E non credo sia così sprovveduto da trasformare La7 in un rotocalco di gossip, in un suo Di Più...»

Non vede male questa vendita, quindi?

«Me ne rammarico, perché ho sempre pensato che a Telecom non convenisse vendere La7, le cui perdite, se sono di 100 milioni l'anno, sono una briciola nei circa 30 miliardi di debito Telecom, mentre avrebbe potuto trarre grande giovamento dalla tv se avesse avuto più coraggio e meno condizionamenti dalla politica».

Telecom non ha avuto coraggio di rompere il duopolio Rai Mediaset?

«Santoro e Fazio nel 2010 sarebbero venuti di corsa, Mentana anche un anno e mezzo prima. Telecom ha avuto un eccesso di cautela politica, del resto l'establishment è stato contrastato nell'epoca dei governi Berlusconi. È stata un'occasione persa. Ora capisco la sofferenza degli azionisti che hanno dovuto svalutare la loro quotazione di investimento in Telecom, ma non mi fascio la testa».

Berlusconi si è lasciato sfuggire: spero che ora La7 diventi «meno di sinistra».

«Certo dal 2001 al 2010 è stata la sua spina nel fianco. Nei dieci anni di blocco censorio alla Rai e a Mediaset certe voci critiche erano solo su La7. Ma a Cairo non conviene stravolgerci, anche perché coincide l'editore e il concessionario della pubblicità, quindi gli entroiti degli spot restano dentro. Certo se avesse perso la rete avrebbe perso anche la sua principale fonte di reddito, ma deve rischiare e deve investire».

Nessun pericolo per la libertà d'informazione, quindi?

«Mah, io, a differenza delle "grandi firme" della rete, di Mentana e di Santoro, dello stesso Travaglio che era al Giornale, mi sono potuto permettere il lusso di non lavorare per Berlusconi, anni fa avrei avuto questa opportunità ma non l'ho fatto. Intendo continuare così, coerentemente, perché con il mio profilo editoriale ho contribuito all'inizio a costruire questa rete. La7 come era pensata nella Telecom di Colaninno e Pelliccioli prevedeva Mentana al tg, Fazio per l'intrattenimento intelligente, io all'approfondimento giornalistico. Alcuni sono tornati e mi fa piacere, ora spero che si continui così».

Non sarà ancora il «Terzo polo», però.

«Mi auguro piuttosto che si metta mano a una riforma della legge Gasparri e che anche per la sinistra non sia più un tabù pensare alla privatizzazione di RaiUno».

Ci sono sempre state opinioni diverse.

«Sarei curioso di conoscere il parere di Bersani, credo che l'autore delle "lenzuolate" potrebbe sorprenderci sull'assetto della Rai. E se si scongelasse il blocco delle tre reti Rai e tre Mediaset i giochi si aprirebbero, magari una parte de La7 potrebbe entrare in RaiUno...».

È possibile invece che Della Valle entri in un secondo tempo ne La7?

«È verosimile. Lui ha detto che alcuni imprenditori innovativi, come Farinetti di Eataly, Alessandri di Technogym, potrebbero far sentire la loro voce civile. E magari anche che noi professionisti potremmo entrare come azionisti. Si vedrà, ora però si tratta di fare sacrifici».

Si parla di 80-100 esuberi, la redazione è preoccupata e ieri ha incontrato la Federazione della Stampa. Tagli che impoveriranno il prodotto?

«Si parla di un risparmio di 25 milioni, una razionalizzazione dolorosa dopo la gestione di Stella, così loquace ma dispersivo sugli investimenti».

 

Gad Lerner Chicco Mentana Gad Lernerurbano cairo mil01 urbano cairoDELLA VALLE DA SANTOROGad Lerner e Santoro Rai per Una Notte La presse Oscar Farinetti FABIO FAZIO CON DELLA VALLE E FARINETTIBernabe e marco patuano

Ultimi Dagoreport

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...