CRUCCHI D'ORECCHIO - SULLE INTERCETTAZIONI I TEDESCHI NON POSSONO DARE LEZIONI A NESSUNO

Giovanni Boggero per "Liberoquotidiano"

Ventiquattro ore dopo l'esclusiva del settimanale Der Spiegel, secondo il quale la Cancelliera tedesca sarebbe stata spiata dai servizi segreti statunitensi, il governo tedesco pare improvvisamente avvertire la rilevanza del cosiddetto Datagate per le sorti della Germania. Il Ministro degli Esteri uscente, Guido Westerwelle, è persino giunto convocare l'ambasciatore americano.

Eppure, non molto è cambiato dall'estate scorsa, se non che la campagna elettorale è terminata, il Paese va verso una grande coalizione e i rischi di perdere consenso a favore dell'opposizione rossoverde in caso di rivelazioni scottanti sono ormai annullati. Insomma, il momento è ideale per suonare la grancassa mediatica e dipingere la Germania come alleato tradito degli Stati Uniti. Eppure, quando si parla di riservatezza e rispetto della privacy dei cittadini la Repubblica federale non sembra poter dare lezioni.

Negli ultimi cinque anni il Paese è stato travolto da una fitta serie di scandali che ha riguardato sia enti pubblici, sia imprese private. L'accusa è stata sempre la stessa: intercettazioni abusive. A ciò vanno aggiunte tutte le misure legislative disposte dal primo esecutivo guidato dalla signora Merkel, gravemente restrittive della libertà dei cittadini tedeschi, in seguito alle quali troverà terreno fertile il movimento dei Pirati. Ma andiamo con ordine.

Nella primavera del 2008, il settimanale Der Spiegel rivela che, tra il 2005 e il 2006, Deutsche Telekom, ex-monopolista di Stato, il cui pacchetto di minoranza è ancora in mano al KFW, la Cassa Depositi e Prestiti tedesca, aveva capillarmente monitorato le conversazioni telefoniche dei propri dirigenti, al fine di individuare quelle «talpe» pronte a rivelare notizie riservate al di fuori del gruppo e in particolare ai mezzi di informazione.

Per accedere ai dati, il dipartimento di sicurezza del colosso aveva stipulato un contratto con una società di sorveglianza esterna, incaricata di controllare tutti i movimenti telematici dei top manager. Pochi mesi prima, era stata la volta della nota catena di supermercati Lidl, nella quale si era scoperto che il personale veniva sistematicamente controllato in ogni suo movimento attraverso una fitta rete di micro-telecamere.

All'inizio del 2009 toccò a Deutsche Bahn, ancora saldamente in mani pubbliche. Come Deutsche Telekom, la società, fin dalla fi-controlne degli anni Novanta, aveva fatto spiare più di mille tra i suoi dipendenti per combattere la corruzione, ossia per scoprire eventuali attività esterne o illecite da parte del personale. Persino l'organizzazione non-governativa Transparency International, che si occupa di lotta alla corruzione, diramò un comunicato per spiegare che Deutsche Bahn era andata oltre i limiti fissati dallo Stato di diritto.

Lo scandalo costò la poltrona al presidente del gruppo, Hartmut Mehdorn, oggi amministratore delegato di Air Berlin, e a gran parte del consiglio di amministrazione. Anche sul fronte legislativo, la Germania non è stata da meno, autorizzando protocolli di sorveglianza poco rispettosi della libertà dei cittadini. Nel 2009, l'allora ministro della Famiglia e braccio destro della Cancelliera, Ursula von der Leyen (Cdu), suggerì di oscurare tutti i siti contenenti immagini pedopornografiche.

L'iniziativa prevedeva un accordo segreto tra la Federazione e i principali operatori di rete Internet, affinché questi ultimi, sulla base di un elenco costantemente aggiornato dalla polizia investigativa, filtrassero e bloccassero i siti aventi contenuto pedopornografico. Tutto ciò, inizialmente, senza alcuna legge che regolasse la materia. Attivisti dei diritti civili e anche associazioni delle vittime di abusi su minori insorsero. Il sistema, dissero, era inefficace nel combattere realmente la pedopornografia e si prestava al contrario a pericolose manipolazioni da parte dello Stato, che avrebbe eventualmente potuto estendere il divieto ad altri contenuti considerati politicamente non adeguati.

Oggetto di scherno e proteste fu a quel tempo anche il ministro degli Interni, Wolfgang Schäuble (Cdu), autore di una proposta che fece molto discutere. Secondo Schäuble, le autorità federali avrebbero dovuto poter combattere il terrorismo con file speciali, i cosiddetti trojan di Stato, i quali, mimetizzati alla posta elettronica, avrebbero dovuto monitorare gli hard disk di molti sospettati, riempiendo i server della polizia investigativa di informazioni preziose.

Fu d'altronde sempre Schäuble a regalare ai tedeschi la contestatissima legge, poi dichiarata incostituzionale dal Tribunale di Karlsruhe, sul salvataggio per sei mesi delle telefonate a fini preventivi. E fu, infine, il governo tedesco ad avallare la scelta delle amministrazioni finanziarie regionali di utilizzare ricettatori di dati fiscali per combattere l'evasione o l'elusione fiscali. Già solo questo piccolo quadro riassuntivo getta un'ombra lunga sui modi di intendere la segretezza della corrispondenza da parte dell'establishment teutonico.

 

bundesinnenminister wolfgang schaeuble propertyposter ANGELA MERKEL E IL TELEFONINO MERKEL CELLULARE GUIDO WESTERWELLE BRINDA CON IL COMPAGNO MICHAEL MRONZGuido WesterwelleMichael Mronz Brinda alla vittoria con Guido WesterwelleNEWS

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...