DAGO-VIDEO DA CANNES - DELIRIO TARANTINO: DOPO I BALLI CON UMA THURMAN E I BAGNI DI FAN, LA PROIEZIONE IN SPIAGGIA DI "PULP FICTION", 20 ANNI DOPO - ALLA FINE, UMA E TRAVOLTA, TRAVOLTI DALLA COMMOZIONE, PIANGONO COME DUE VITELLI

Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Stefania Ulivi per "Corriere.it"

Il 23 maggio di vent'anni fa un Clint Eastwood in smoking bianco e papillon nero e la faccia di granito più sorniona che mai a comunicare che il vincitore delle Palma d'oro 1994 era con Pulp fiction, quel Quentin Tarantino per cui aveva fatto il tifo come presidente della giuria. Un annuncio accolto da tifo da stadio da parte della delegazione tarantiana ma anche da fischi con alcuni che urlavano: «È uno scandalo». «Non avrei mai immaginato di vincere un premio in un festival in cui c'è una giuria. Bisogna trovare film su cui tutti siano d'accordo e i miei invece dividono», disse il regista dal palco circondato da i suoi attori: John Travolta, Bruce Willis, Samuel Jackson. Vent'anni dopo Tarantino tona a Cannes come venerato maestro (preceduto nei giorni scorsi da un attacco a freddo di Jean-Luc Godard che lo ha definito «un poveraccio, un tempo sarebbe stato il tipo di persona che avremmo detestato»).

Solare, allegro, battuta pronta, praticamente identico a vent'anni fa, non fosse per l'attaccatura dei capelli che si è un po' ritirata sulla fronte. Parte subito con un omaggio a Sergio Leone di cui sabato sera ha presentato Per un pugno di dollari, scelto da Thierry Fremeaux come chiusura di Cannes 67. Film che, spiega Tarantino, gli ha cambiato la vita. «Più che l'anniversario dei 50 anni del film che ha inventato gli spaghetti western, io celebro la nascita di un nuovo genere che ha rinnovato il cinema. Un film tagliato sulla musica, non con il commento in sottofondo, qualcosa mai visto prima».

File e folla nel primo pomeriggio per assistere alla conferenza stampa. Ressa in serata per la proiezione di Pulp fiction sulla spiaggia per cui sono arrivati anche Uma Thurman e John Travolta. Tarantino non si sottrae né alle domande, né al bombardamento di foto, riprese e selfie della folla di giornalisti in versione fan club. Il cinefilo che è in lui è vivo e ha un cuore che batte forte. Nei ritagli di tempo, racconta, si scambia mail con gli amici per fare le classifiche dei registi più eccitanti, ovvero quelli che fanno il lavoro più appassionante. «C'erano solo due nomi in comune in tutte le liste, David Fincher e Richard Linklater. Mi sono stupito non ci fosse Almodovar. Sulla mia c'era».

«REAZIONE AI FILM DEGLI ANNI OTTANTA»
Preferisce rendere omaggio agli altri che parlare di sé. Ma certo non per falsa modestia. «Ho sempre fatto i film per me stesso, il resto del pubblico sono invitati». Dagli inizi lo spirito non è cambiato. «Rispetto a 20 anni fa continuo a sentire la pressione, voglio che la gente abbia grande aspettative riguardo ai miei film. L'eccitazione è la cosa che ti fa andare aventi come regista. Non capisco i miei colleghi che dicono che soffrono a rivedere i loro film. Mi dispiace per loro, se fosse doloroso non li farei. Io li guardo sempre, magari a pezzi».

Il suo cinema, racconta, è frutto di tante influenze, ma anche una reazione ai film visti da ragazzino, quelli degli Ottanta, in cui gli studios facevano pressioni perché i protagonisti anche cattivi, fossero piacevoli, apprezzabili dal pubblico almeno nell'ultimo quarto d'ora di film. «Io invece amo mostrare i bastardi, personaggi violenti anche sgradevoli». Ciò che lo spinse a girare Le iene, confessa, fu sympathy for the devil. «Forse perché come tanti registi e artisti anche a me piace il diavolo». Sull'influenza di Pulp fiction vola basso. «Era qualcosa che era nell'aria».

DIGITALE: «MORTE DEL CINEMA»
In quanto al presente Tarantino racconta che ha ripreso in mano The Hateful Eight (film cestinato dopo la pubblicato sul web della sceneggiatura): «Sto scrivendo, sono alla seconda bozza, forse ne farà un film, magari lo pubblico». Ha ottenuto che la proiezione di Pulp fiction fosse in 35 mm, caso unico al festival. «Il digitale è la morte del cinema. Perché qualcuno dovrebbe prendersi la briga di uscire per vedere una cosa che può tranquillamente vedere a casa propria? Spero che questi anni sia no quelli del corteggiamento al digitale ma poi torni amore per pellicola, come è tronato l'amore per i dischi in vinile. I film proiettati in digitale è come la tv con il pubblico, quello che ho conosciuto come cinema è morto».

 

TARANTINO TRAVOLTA E UMA THURMAN IN SPIAGGIA A CANNESTARANTINO TRAVOLTA E UMA THURMAN IN SPIAGGIA A CANNESTARANTINO BALLATARANTINOUMA THURMAN E TARANTINO E TRAVOLTATARANTINOPULP FICTIONUMA THURMAN E TARANTINO E TRAVOLTATARANTINO TARANTINO TARANTINOTARANTINO UMA THURMAN E TARANTINO E TRAVOLTA

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