MAIGRET FASCISTA - IL RACCONTO ‘MINACCE DI MORTE’ DI SIMENON USCI’ NEL ’42 SULLA RIVISTA UFFICIALE DEL REGIME COLLABORAZIONISTA DI VICHY MA UNA DAMNATIO MEMORIAE SI È ABBATTUTA SU QUESTE PAGINE CHE RICOMPARVERO SOLO NEL ’92

Daniele Abbiati per ‘Il Giornale'

Come i drogati odiano la droga, così Georges Simenon, nel 1934, odiava Maigret. «Dopo una ventina di romanzi mi sono fermato e sono passato ad altri esercizi. Mi hanno mandato montagne di lettere. Si sono offesi. "Le Jour" mi ha chiesto di far rivivere Maigret per qualche settimana. Ho giurato che è l'ultima volta», scrive introducendo la prima puntata del romanzo intitolato semplicemente Maigret e comparso su quel giornale dal 20 febbraio al 15 marzo.

Ma, come i drogati non possono fare a meno della droga, così Simenon non poteva fare a meno di Maigret: il suo organismo (leggi, le sue finanze perennemente anemiche) dipende dal Commissario. E infatti, quattro anni dopo, il buon vecchio Jules Amédée François viene richiamato in servizio dal suo capo supremo. Nel luglio del '38 Paris-Soir commissiona allo scrittore alcuni racconti-giochi a premio per dilettare i lettori, e li paga piuttosto bene. Simenon ricade quindi malvolentieri nel gorgo: è di nuovo schiavo del suo personaggio.

Sarà un caso, ma sempre nel luglio del '38, nel racconto L'improbable Monsieur Owen, comparso in un fascicolo di Police-Film, proprio di droga si parla... Lo leggiamo ora, per la prima volta in italiano, nella raccolta Minacce di morte e altri racconti (Adelphi, pagg. 166, euro 10, traduzione di Marina Di Leo). Erano tempi grami per Simenon come per tutti. C'era aria di guerra, il più distruttivo stupefacente del mondo, e il Nostro la respirava con il fiato corto. Per lui l'unico palliativo era tornare sui propri passi, contravvenire al giuramento messo nero su bianco. In altri termini, resuscitare Maigret.

Se in L'enigmatico signor Owen Maigret si trova a Cannes per una breve vacanza, complice la trasferta della sua signora precipitatasi a Quimper al capezzale di una zia, in Quelli del Grand Cafè e in Minacce di morte, anch'essi finora inediti in italiano, è, rispettivamente, pensionato a Meug-sur-Loire, come nel fallito commiato di Maigret, e chiamato a sua volta a una trasferta in un villaggio presso Corbeil.

È come se Simenon non ne potesse più del Quai des Orfèvres, volesse evadere dalla prigione dove si era autorecluso per interposta persona. E il suo eroe percepisce e riflette la sua stanchezza.

In Quelli del Grand Cafè, apparso su Police-Film nell'agosto '38, troviamo una parola grossa buttata lì con nonchalance: «fascista». Qualcuno in paese dice che il ricco macellaio trovato morto non distante dal Grand Cafè dov'era solito giocare a carte con Maigret era un «fascista». Ma poi il Commissario scopre che quel presunto «fascista» era buono, anzi buonissimo, tanto buono da... Da fare che cosa lo scoprirete da soli. Sappiate, per ora, che Maigret lo scopre ma lo tiene per sé, lasciando che la vita, intorno, faccia più o meno tranquillamente il suo corso.

Dunque, un Simenon filo-fascista? Quesito provocatoriamente forzato, ma in linea teorica non del tutto campato per aria, se consideriamo che il quinto racconto qui presentato, Minacce di morte, venne pubblicato, fra marzo e aprile del '42, su Révolution nationale, vale a dire l'organo ufficiale del regime del maresciallo Pétain.

Una sorta di damnatio memoriae si è abbattuta su queste pagine che hanno dovuto attendere ben mezzo secolo per essere riproposte in volume (insieme proprio a L'improbable Monsieur Owen e a Ceux de Grand Cafè, fra gli altri), nel '92 nel 25º tomo di Tout Simenon. Fu volontariamente «obliato» dal suo autore, timoroso di vedersi appioppata un'etichetta scomodissima?

Oppure stranamente «perduto» e poi miracolosamente «ritrovato» in tempi meno sospetti? In ogni caso Minacce di morte è a buon titolo il racconto maigrettiano più raro in assoluto. Certo, parlare di congiura ai danni di questo Maigret dimesso che accetta di occuparsi del caso soltanto per togliersi un po' dall'atmosfera plumbea del suo ufficio, sarebbe troppo ma a pensar male... con ciò che ne consegue.

In ogni caso, c'è un filo conduttore che lega queste cinque storie minime scritte durante gli anni della guerra che vedono protagonista l'amatissimo Commissario: il suo tedio, la sua apaticità nei confronti di ciò che gli succede intorno. La caccia all'uomo per le vie di Parigi di Il prigioniero della strada lo vede in pratica assistere passivamente, da semplice spettatore, ai tormenti di un sospettato di assassinio.

E in Vendita all'asta lo scenario è una tetra locanda fra gli acquitrini della Vandea dove la ricostruzione a freddo (diciamo pure alla Agatha Christie) delle ore in cui è stato commesso un delitto ci mostra un uomo ormai disilluso dal suo stesso partecipare a una commedia umana in cui persino la morte è diventata routine.

 

 

IL PRESIDENTE- SIMENONGeorges SimenonSIMENON VISTO DA DARIUSH RADPOUR SIMENON MINACCE DI MORTE

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO