DEBBIE REYNOLDS MEMORIES - “LIZ TAYLOR? MI RUBÒ IL MARITO MA NON DISSI NULLA AD EDDIE: COME RESISTERE A QUELLA CHE PER TUTTI ERA LA DONNA PIÙ BELLA DEL MONDO?”

Giovanna Grassi per "Il Corriere della Sera"

I cappelli, biondi e cotonati, sono quelli di sempre, di quando Debbie Reynolds danzava con Gene Kelly in Cantando sotto la pioggia (1952) e faceva coppia con Fred Astaire in Tre piccole parole (1950), interpretando a catena commedie brillanti e musical, che hanno scritto molte pagine della storia di Hollywood.

Debbie, una delle «fidanzatine» (è nata nel 1932) più amate dal pubblico americano, lavora ancora a pieno ritmo e dichiara, spiritosa: «Credo di essere stata la sola a recitare sia con Gene, un attore dalle infinite risorse, sia con Fred, che resta la quintessenza dell'eleganza maschile».

Lei ha avuto davvero molto dalla vita e dalla carriera...
«Non demordo. Per questo, con humour, ho intitolato il mio secondo libro di ricordi e incontri Unsinkable! , Inaffondabile!».

Interpreta la madre di Liberace/Michael Douglas in «Dietro i candelabri». Douglas ha detto che le hanno scritto donne di ogni età per il suo ruolo di madre dell'artista gay Liberace.
«Verissimo e ho risposto a molte dicendo che la parola "gay", di per se stessa discriminante, dovrebbe essere cancellata dal mondo e che i figli si accettano e si aiutano. La sessualità è un fatto privato e Liberace soffrì molto per i suoi segreti».

Lei lo conosceva bene. Chi era Liberace, al di là del sorriso e delle giacche di lustrini?
«Sono stata una delle sue migliori amiche, ne conoscevo fragilità e creatività, debolezze e solitudini, e per questo il film di Soderbergh ha avuto per me tante valenze e mi ha riportata agli anni in cui lui recitava al Las Vegas Hilton, io al Desert Inn, e il pubblico passava dal mio al suo teatro. "Libe" mi manca, come tanti amici di un tempo, Frank Sinatra, Sammy Davis jr, Clark Gable, Ava Gardner».

Conobbe anche Frances, la madre di Liberace?
«Frances aveva origini polacche, non perse mai il suo accento, accettò le scelte del figlio e posso assicurare che ai miei tempi l'omosessualità era un segreto a Hollywood. I tempi sono mutati, ma, al di là delle pubbliche battaglie dei gay per i loro diritti, anche oggi si nascondono tante cose per timore di perdere ruoli e immagine».

Era giovanissima quando dal Texas arrivò a Los Angeles e la Mgm la mise sotto contratto nella Golden Age di Hollywood...
«Il glorioso studio del leone ruggente poi mi regalò il film Voglio essere amata in un letto d'ottone da un musical di Broadway, che narrava la storia a passo di danza e musica di una sopravvissuta al naufragio del Titanic e ottenne sei nomination agli Oscar, una anche per me. Senza Hollywood tutti avremmo sognato e continueremmo a sognare di meno».

I suoi figli, Carrie Fisher e il produttore Todd Fisher, hanno seguito le sue orme, entrando nel mondo dello spettacolo...
«Carrie è una donna molto intelligente e di lei sono orgogliosa come di Todd, che si occupa anche del mio museo di memorabilia. Ho l'animo della collezionista: il mio museo è il mio gioiello senza prezzo, 5000 costumi di scena vintage, anche quello di velluto indossato da Greta Garbo in Anna Karenina, il cappello e le parrucche di Harpo Marx, la giacca da matador di Rodolfo Valentino. Lettere, cappelli, pizzi e merletti e arredi della Golden Age di Hollywood».

Hollywood non l'ha mai lasciata, Eddie Fisher invece l'abbandonò per Liz Taylor, una delle sue migliori amiche.
«Come resistere a quella che tutti consideravamo "la donna più bella del mondo"? Quando le passioni e i dolori si erano spenti, Liz ed io ci prendemmo il gusto di dileggiare in un film quelli che erano stati i nostri uomini. Una mia regola di donna e attrice? "The show always goes on": me l'hanno insegnata Stanley Donen, Bob Fosse e il grande George Cukor, senza dimenticare la tv che tante soddisfazioni mi ha dato con serial e sit-com, tipo Will & Grace ».

Cosa pensa quando si rivede in tv con le scollature a forma di cuore seduta sul cofano di una macchina mentre Glenn Ford la bacia in «Cominciò con un bacio»?
«Quell'automobile fu usata nel 1960 per una serie tv e poi per il primo film su Batman, io sono ancora qui e mi piace essere definita dai miei nipoti e dal pubblico: "la nostra nonna showgirl"».

 

 

eddie fisher debbie reynolds elizabeth taylor debbie reynolds vende le sue memorabilia debbie reynolds e gene kelly debbie reynolds con i figli carrie e todd fisher with Joan Collins Shirley MacClaine and Debbie Reynolds elizabeth taylor debbie reynolds liz taylor debbie reynolds

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…