1. CI SVEGLIAMO UNA MATTINA E VENIAMO A SAPERE CHE RE SOLE LUCA CORDERO È NUDO E CHE UN’EPOCA È FINITA. IERI ERA UN MITO, OGGI UN MITOMANE. MALEDUCATI, NON SI FA COSÌ! 2. SCUSATE, MA NEGLI ANNI SCORSI, LA STAMPA SPORTIVA DOV’ERA? DI COSA SCRIVEVA? ALLINEATA E COPERTA COME SEMPRE. ATTENTA A FIUTARE IL VENTO ALIAS VOCE DEL PADRONE 3. ERA STATO UN ALTRO NOTO GIORNALISTA SPORTIVO, IL GRANDE USTIONATO NIKI LAUDA, A LANCIARE IN TEMPI NON SOSPETTI LO SCATOLOGICO ALLARME: “LA FERRARI HA FATTO QUEST’ANNO UNA MACCHINA DI MERDA”. SUSCITANDO SDEGNO E RIPROVAZIONE 4. MA E’ LA STESSA STAMPA SPORTIVA CHE PRIMA HA INFORCATO LA BAIONETTA CONTRO IL BANANARO TAVECCHIO, ABBAIANDO A PIÙ NON POSSO, SALVO POI TACITARSI APPENA IL SISTEMA COMPATTO HA ALZATO IL PONTE LEVATOIO E LANCIATO LA PAROLA D’ORDINE: VIVA TAVECCHIO! 5. NELLA DEFENESTRAZIONE DI MONTEZEMOLO LA STAMPA E’ LA PRINCIPALE SCONFITTA
Giancarlo Dotto per Dagospia
“Non vinciamo da sei anni”. Brivido forte. Lo scoop è una bomba che si abbatte su Maranello, rimbalza nelle pareti in rosa del più importante quotidiano sportivo italiano (toh, guarda caso, gruppo Rcs, Fiat azionista di maggioranza) e da lì riverbera a cerchi concentrici in tutto il Paese, come sempre affaccendato nella sua pigra minestra di giornata. “Rifacciamo le pagine” è l’ordine e un po’ isterico che parte imperioso in tutte le redazioni italiane.
MONTEZEMOLO LASCIA LA PISTA DEL BAHRAIN IN ANTICIPO
La notiziona che la Ferrari non batte chiodo da una vita e che, a furia di toccare il fondo, ha riscritto il concetto di fondo, non arriva, come si potrebbe immaginare, da un inviato speciale a Monza, ultima stazione del calvario rampante, ma da un ospite speciale a Cernobbio.
montezemolo con il borsello etnico
Il faccione molto mesto di Fernando Alonso scivola in quarta pagina, rimpiazzato da quello molto incazzato di tale Sergio Marchionne, professione manager, tifoso molto interessato della Rossa e di questi tempi impegnato a suggellare il suo capolavoro napoleonico, la Fiat Chrysler Automobile, con sede in Olanda e tanto di società quotata alla Borsa di New York. Da qui alla gloria, solo piccoli imbarazzi di cui sbarazzarsi. Montezemolo, uno di questi. “Abbiamo i piloti migliori del mondo e non possiamo partire dal settimo al tredicesimo posto”, la sintesi brutale che annuncia il licenziamento.
Insomma, più o meno succede questo. Ci svegliamo una mattina e veniamo a sapere che Re Sole Luca Cordero è nudo e che un’epoca è finita. Maleducati, non si fa così. Un Paese ipersensibile come il nostro e così votato alla regola che “tutto cambia perchè nulla cambi” va preparato con cura e prudenza all’arrivo della drammatica notizia. Era stato un altro noto giornalista sportivo, il Grande Ustionato Niki Lauda, a lanciare in tempi non sospetti lo scatologico allarme: “La Ferrari ha fatto quest’anno una macchina di merda”. Suscitando sdegno e riprovazione.
In tutto ciò, la stampa sportiva dov’era? Di cosa scriveva? Allineata e coperta come sempre. Attenta a fiutare il vento alias voce del padrone. Figuriamoci, se anche Omero ogni tanto sonnecchia, come non concedere ai nostri scriba chini un sonnellone letargico a tempo indeterminato?
E’ la stessa stampa sportiva che prima ha inforcato la baionetta contro il bananaro Tavecchio, abbaiando a più non posso, salvo poi tacitarsi e rinfoderarsi appena il Sistema compatto ha alzato il ponte levatoio e lanciato la parola d’ordine: era tutto uno scherzo, viva Tavecchio.
Vale la pena di ricordarlo? Sì. In qualsiasi altro buco del mondo, una stampa appena consapevole del suo ruolo avrebbe impedito l’elezione di un soggetto del genere. E se tornassimo a scoprire il piacere virgineo di arrossire?
MONTEZEMOLO LASCIA LA PISTA DEL BAHRAIN IN ANTICIPO