blade runner 2049

“BLADE RUNNER” AVEVA PREVISTO TUTTO - “DECADIMENTO URBANO, INGEGNERIA GENETICA, CAMBIAMENTI CLIMATICI. OGGI IL MONDO E’ AL CULMINE DI QUANTO PREDETTO DA RIDLEY SCOTT” - DENIS VILLENEUVE RACCONTA IL SUO “BLADE RUNNER 2049”, SEQUEL DELLA PELLICOLA CULT - VIDEO 

Valerio Cappelli per il Corriere della Sera

 

BLADE RUNNER 2049 LOCANDINABLADE RUNNER 2049 LOCANDINA

Prima o poi, i replicanti sarebbero tornati. La pioggia fitta, le tenebre, la moltitudine di gente in miseria che mangia ai fast food. E quegli esseri artificiali così simili all' uomo. Trentacinque anni dopo, il 5 ottobre, arriva il sequel di uno dei film più iconici nella storia del cinema: Blade Runner 2049 . «L' idea di diventare regista mi venne quando vidi Blade Runner . Non ho accettato a cuor leggero. Sono poche le possibilità di avere successo, dopo quel capolavoro.

 

Eppure con arroganza dico che è il miglior film che abbia fatto», dice Denis Villeneuve ( il regista di Arrival , sempre effetti speciali e fantascienza). È subentrato a Ridley Scott, che ora è produttore esecutivo. Si è cercato il top secret fino all' ultimo. Dopo la prima fuga di notizie sulla trama, ieri i colossi Sony e Warner hanno deciso di mostrare a Roma un montaggio di mezz' ora di sequenze. Lo schermo è invaso da un enorme blackout nella Los Angeles del 2049.

 

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Il regista ha immaginato «impulsi elettromagnetici che creano questo blackout che porta alla distruzione di ogni materiale digitale, potente ma fragile, e un ritorno alla realtà analogica. La tecnologia è potente ma fragile». L' ecosistema salta in aria. Resta la curiosità del dopo, perché ci sono cose che noi umani... «È frustrante non poterlo mostrare per intero, ma abbiamo già avuto problemi e bisogna salvaguardarsi dai pirati di Internet e dagli spoiler dei fan. Si lavora anni per creare suspence, non capisco perché si voglia tanto rivelare prima un film», dice il regista.

 

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Le immagini scorrono potenti. Riecco Harrison Ford, ex poliziotto della polizia di Los Angeles, già allora era ormai fuori servizio, accettò l' ultima missione per dare la caccia agli androidi tornati illegalmente sulla Terra. Era sparito nel nulla. Sulle sue tracce si mette l' agente Ryan Gosling, è lui il protagonista del secondo giro. «Ha il carisma necessario per quel ruolo. Lui scopre un segreto sepolto da tempo che potrebbe far precipitare nel caos quello che è rimasto della società.

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Ryan si è ispirato a Rick Deckard, il personaggio di Harrison Ford. Amo gli attori che davanti alla cinepresa non fanno gli attori, tipo Clint Eastwood. Ryan non ha mai recitato in un film di questa portata: è presente in ogni scena, è tutto sulle sue spalle, anche se ci sono diverse donne forti». Robin Wright, Ana de Armas, Sylvia Hoeks che è al fianco del regista e dice: «Io sono dei Paesi Bassi. Il replicante del primo Blade Runner , Rutger Hauer, è olandese, per noi era un eroe nazionale». «Sylvia ricorda Audrey Hepburn con una tinta un po' acida», dice il regista, «c' è stato un grande lavoro anche sulle comparse, non tutti hanno il volto giusto».

 

Blade Runner Blade Runner

Ecco i replicanti progettati per essere sfruttati come schiavi nelle colonie extraterrestri, si ribellano ai padroni perché vogliono vivere più a lungo. Il regista (ha studiato scienza e microbiologia) si affaccia sull' ignoto: «Volevo esplorare i limiti della percezione umana. È rimasto l' impianto da thriller esistenziale, l' idea di un incubo, qualcosa che unisce la fantascienza al noir. Esteticamente Blade Runner ha lasciato un segno e io ho voluto creare qualche analogia, riproducendo lo stesso tipo di ambiente a Los Angeles in un mondo che è peggiorato». Sorride: «Ho mantenuto il tono melanconico e tanto fumo».

 

RIDLEY SCOTTRIDLEY SCOTT

Il colore è fondamentale, ed ecco la sua tavolozza: «La neve è la principale differenza, il film è cupo con dei momenti più argentei, bianchi per via della luce del Nord. Poi uso il giallo, che non è facile al cinema: rappresenta l' infanzia. Abbiamo evitato il green screen, il budget ci ha permesso di costruire tutto sul set, la possibilità di aggirarsi in un ambiente reale ha consentito agli attori di lavorare sui loro sentimenti interiori. È stato un ritorno alle origini del cinema». Curioso che avvenga in un film ambientato nel 2049.

 

DENIS VILLENEUVEDENIS VILLENEUVE

Uscito nell' 82, il primo film è ambientato tra creature artificiali e fosche profezie nella California del 2019. L' ipotesi pessimistica sul futuro del nostro ecosistema ha fatto passi da gigante. «Il pianeta è al culmine di quanto predetto in Blade Runner . Le cose non sono andate per il verso giusto. Il decadimento urbano, l' ingegneria genetica, i divari sociali e economici, i cambiamenti climatici che si sono evoluti in maniera disastrosa... ».

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