bassani clerici

DIALOGHI CON LA RACCHETTA - CLERICI RICORDA GIORGIO BASSANI CHE AMAVA IL TENNIS COME LA LETTERATURA - “QUANDO VIDE IL FILM DI DE SICA TRATTO DAL SUO ROMANZO ‘IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI’ PERSE IL CONTROLLO: “QUESTO NON È IL MIO LIBRO. FA SCHIFO!"

Gianni Clerici per “la Repubblica”

 

CLERICICLERICI

Ho letto, in un articolo di un vero intellettuale, un ricordo critico di Giorgio Bassani, lo scrittore. Scrive il Critico che, oggi, Bassani avrebbe cent’anni. Mi domando come potrei rivolgermi a Giorgio, cosa potrei dirgli, io che sono stato un suo amico, e che, lungi dall’essere un intellettuale, sono solo uno scriba. Provo dunque a rivolgergli ricordi, domande, chiacchiere.

 

1)«Mandaglielo tu», mi disse un altro di quelli che chiamavo zii, Mario Soldati, perché i miei veri zii non mi soddisfacevano. «Mandaglielo tu alla Feltrinelli, la Casa Editrice dove lavora. Se glielo raccomando io te lo pubblica. Ma non sarebbe giusto, deve decidere da professionista».

GIORGIO BASSANIGIORGIO BASSANI

 

2) Il romanzo si chiamava i Gesti Bianchi. Era una storia di tennis, con il tema centrale di un campione, alias Gottfried Von Cramm, e due giovanissimi tennisti, uno dei quali ero io. Era, in sintesi, una vicenda dei rapporti, e degli attriti, tra l’omosessualità e l’amicizia.

 

MARIO SOLDATIMARIO SOLDATI

Passarono sei mesi. Mi lagnai con zio Mario. Mi informò che Bassani aveva grossi fastidi con il suo editore Feltrinelli, causa un importantissimo romanzo russo, il Dottor Zivago che alcuni intellettuali del Pci non volevano. Infine venni invitato alla Casa Editrice. Bassani aveva un’aria accogliente, non pareva proprio un Professore, di quelli che mi mettevano soggezione.

 

«Caro Clerici, sono tennista anch’io », mi disse. «Il suo, con la Costa Azzurra di mezzo, è un bel tema, non facile. Le ho scritto, con la matita rosso e blu, dei suggerimenti, non chiamarli correzioni. Torni quando ci avrà meditato, se crede che io abbia spesso ragione. E, soprattutto, se vuol fare lo scrittore, si prenda uno pseudonimo. Se no resterà per sempre un giornalista sportivo, un caratterista che non rientra negli schemi del nostro mondo di presunti intellettuali».

 

Me ne andai affascinato ma ancor più insoddisfatto. Era il mio primo romanzo, il primo di tutti quelli che mi sarei visto rifiutare. Mi sentivo offeso, come la volta che Francesca, congedandomi, mi aveva dichiarato che non ero un vero macho. Passò un anno. Corressi. Bassani aveva avuto quasi sempre ragione. Gli telefonai. Rimandai i Gesti Bianchi. Appuntamento.

feltrinelli e fidel castro feltrinelli e fidel castro

 

3) «Mi spiace Gianni — diamoci pure del tu, tra tennisti — Non ti posso più pubblicare, perché me ne vado. Feltrinelli, Il “marxista per diletto” ha addirittura tentato di forzarmi questo cassetto, questo della mia scrivania». Me lo indicò. «Temo che dovrò cercare di vivere dei miei romanzi. Non sarà facile, dopo aver fatto il professore per avere uno stipendio. L’Editor per avere uno stipendio. Se avrai la mia pazienza, qualcuno ti pubblicherà i Gesti Bianchi. E la prima volta che vieni a Roma giochiamo insieme a tennis».

 

GIORGIO BASSANI CIRCOLO MARFISAGIORGIO BASSANI CIRCOLO MARFISA

«Certo che Giorgio ce la farà — mi disse Mario, che era venuto ad abitare a Milano, profugo dal Cinema romano, in via Cappuccio, di fronte al pied- à- terre dove stavo io. «È un grande scrittore, anche se non basta per sopravvivere, in questo paese di illetterati. Ma tu fai come noi. Scrivi lo stesso».

 

4) Giocai, per la prima volta, con Giorgio, alle Cascine. Ad assistere alla partita c’era addirittura il Professor Longhi, anche lui tennista, che ci avrebbe invitati a casa, dopo il nostro set. Io ero da poco reduce dall’interruzione della mia carriera di giocatore, per una malattia molto grave. Temevo che Giorgio non fosse in grado di palleggiare al mio livello. Andò invece benissimo.

 

Aveva quello che Brera chiamava “senso geometrico “, colpiva agevolmente non solo di diritto, ma con un bel rovescio. Ci divertimmo. Longhi lo prese un po’ in giro, per qualche errore. Alla fine di quello che chiamò “dialogo con racchette“, Bassani mi disse di aver imparato alla Marfisa, aveva addirittura partecipato ai Littoriali «prima che uscissero le leggi anti-ebraiche, prima di essere allontanato dal Club. Sarei almeno arrivato alla seconda categoria, come mio fratello».

 

pietrangeli con gianni clerici pietrangeli con gianni clerici

5) Mentre continuavo in quello che Giorgio e Mario definivano “un equivoco “, e cioè a scrivere di sport, Cesare Garboli accolse un mio romanzetto su un Centrattacco, tanto vero che due centrattacchi si indignarono, e Gianni Rivera mi scrisse: «Un giocatore del Milan non si permetterebbe mai di far qualcosa di simile » (conservo la lettera).

 

Giorgio e Mario lo presentarono al Premio Strega. Fui ricevuto dalla Signora Bellonci che ebbe a dirmi «Lei è quello del tennis? Ma sa che fa benissimo anche i congiuntivi». Ebbi tre voti. «Non fai parte di nessun gruppo», mi disse il terzo dei miei votanti, Gaio Fratini. «Hai mai visto un ciclista che corre il Giro da solo?».

 

bassani giorgio 01bassani giorgio 01

6) A questo proposito, dell’ottenere una tessera di appartenenza a un Partito Letterario, mi giunse un invito, per partecipare a Palermo alla riunione di quello che sarebbe divenuto il Gruppo 63. Incerto, raggiunsi Roma, e scesi dal treno per salutare Bassani, che abitava di fronte ai Giardini di Villa Borghese. Finì che giocammo al Tennis Club Parioli, e io restai privo del sostegno di un Partito Letterario. Giorgio me ne congratulò.

 

7) Sempre a Roma, presi a incontrare regolarmente Bassani ogni volta che passavo di lì. In primavera, ci si vedeva regolarmente ai Campionati Internazionali di Tennis, al Foro Italico. Non ho mai più trovato un vicino, in tribuna stampa, tanto sicuro dei propri giudizi, capace di sezionare il gioco, e quel che passava nella mente di un campione, come un grande psicologo. «Non è difficile. Basta immaginare che il campione sia un personaggio», sorrideva lui.

 

7) Giorgio era ormai giunto ai riconoscimenti del Veillon, dello Strega, del Viareggio. Ci ritrovammo una volta a Bologna. Lo vidi animato di una insolita emotività, quasi gli fosse accaduto qualcosa di misterioso. Mentre camminavamo diretti non so più dove, mi prese per un braccio, trascinandomi in un portone. Ero attonito, ma pronto alla stravaganza di un amico. Mi recitò alcuni versi.

Gianni ClericiGianni Clerici

 

«La poesia», mi disse. «Certo, ne avevo sempre scritte. È il destino di tutti noi che scriviamo. Tutte le energie che prima consumavo in tanti modi, sciupavo, disperdevo, si coagulano, come mi siedo alla scrivania. Ho un rapporto diretto con quello che faccio».

 

Dissi che lo capivo. Da quello spiritualista che ero diventato. Ma Giorgio, sullo spiritualismo, non ci sentiva. «Ecco, ho trovato», mi disse, «è come se tutto un match di tennis si tramutasse in una successione ininterrotta di match point. E io riuscissi a affrontarli con la disinvoltura di un banale quindici, ma con l’attenzione trasfigurata di un match- point. È la religione della poesia, mio caro spiritualista».

IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI 3IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI 3

 

8) «Basta, andiamo via. Questo non è il mio libro. Fa schifo! Via». Eravamo andati, con Giorgio, all’anteprima del film tratto dal suo romanzo più famoso, Il Giardino dei Finzi Contini. L’avevo visto, via via, infastidito, incredulo, corrucciato. Alla fine, quando si accesero le luci, esplose come mai l’avevo visto fare. Era stata, quella, la fine di una vicenda che nessuno scrittore dovrebbe affrontare, se non per estremo bisogno di denaro.

 

vittorio de sicavittorio de sica

La sceneggiatura era stata infatti più volte rifatta da successivi specialisti, Zurlini, Laurani, Pinelli, e dai miei amici Brusati e Bonicelli. Vittorio Bonicelli, grande critico cinematografico traversato dal desiderio di sceneggiare, mi aveva anche invitato a un minima partecipazione, che avevo evitato dicendo «Non sarei capace».

 

IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI 2IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI 2

Alla fine di rifacimenti e innovazioni, Vittorio De Sica era stato costretto a girare un film diverso dal libro. Fu l’unica volta che vidi un uomo dolce, ragionevole, comprensivo di errori suoi e altrui, perdere il controllo si sé. Capii che si era identificato a tal punto con il libro, da ritenersi ferito da un’opinione altrui, come da un tradimento.

 

IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI 1IL GIARDINO DEI FINZI CONTINI 1

9) Avrei rivisto Giorgio per l’ultima volta in un Club di Tennis, il nuovo Tennis Club Parioli. Sapevo che stava male, avevo chiesto notizie nella sua nuova casa, mi era stato risposto che era meglio non visitarlo. Mi recai al Parioli, e lo vidi, insieme a un badante, che osservava un doppio di vecchi consoci, ridendo ad ogni errore, disturbando il palleggio in corso, immaginando ad alta voce un punteggio che nulla aveva a che fare con quello reale.

rivera 1rivera 1

IL GIARDINO DEI FINZI CONTINIIL GIARDINO DEI FINZI CONTINI

 

Ad un cambio di campo mi rivolsi interrogativo ad uno dei giocatori. «Lo so che non è facile», mi anticipò, «ma gli siamo tutti debitori. Per quello che ha fatto, per quello che ha scritto». Alla fine della partita, trovai il coraggio di rivolgermi a Giorgio. Mi guardò dolcemente e «Chi sei?», mi domandò alla fine. Me lo chiedo spesso, in risposta a chi mi onorò di una grande amicizia.

BASSANI CLERICIBASSANI CLERICI

 

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."